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Jovanotti: Da ragazzo scoprii la forza dei live di sensibilizzare

Tra vecchi ricordi legati al Live Aid o ai Pink Floyd, Lorenzo presenta il progetto Ri-Party-Amo
Jovanotti: Da ragazzo scoprii la forza dei live di sensibilizzare

Davanti a un aula magna dell’Università degli Studi di Milano Bicocca gremita di studenti - ma non completamente piena, come viene sottolineato, per via di alcune problematiche legate ancora al Covid - Jovanotti ha presentato oggi 3 maggio Ri-Party-Amo, il progetto “ambientale concreto e ambizioso" nato dalla collaborazione tra il festival itinerante del cantautore “Jova Beach Party” - in programma nuovamente per l’estate 2022 dopo la pandemia e a distanza di tre anni dalla prima edizione conclusasi con la festa all’Aeroporto di Linate (qui il racconto) -, Intesa Sanpaolo e WWF Italia.

L’iniziativa si prefigge lo scopo, anche grazie a una campagna di raccolta fondi attiva sulla piattaforma di crowdfunding For Funding di Intesa Sanpaolo, di realizzare “attività per la pulizia degli ambienti naturali”, “azioni di ripristino degli habitat”, “incontri e workshop nelle università e iniziative nelle scuole italiane” per coinvolgere gli studenti e le generazioni più giovani. Tra tutti coloro che avranno contribuito alla raccolta, 4.000 persone avranno la possibilità di partecipare a due esclusivi concerti che la voce di “A te” terrà all’Atlantico di Roma e all’Alcatraz di Milano il 12 e il 14 novembre prossimi.

A margine dell’incontro con gli studenti dell’ateneo milanese, tenutosi alla presenza anche di Andrea Lecce (Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo) e Donatella Bianchi (Presidente WWF), Jovanotti ha spiegato il legame tra il “Jova Beach Party” e Ri-Party-Amo, narrando come fin da ragazzo abbia sempre riconosciuto nei concerti una forza intrinseca capace di sensibilizzare le persone verso tematiche umanitarie piuttosto che ambientali e spiegando come questa cosa lo ha portato a realizzare i suoi show nelle spiagge - e non solo.

“Oggi non esiste ambito delle attività umane che possa chiamarsi fuori dalla questione ambientale. Qualsiasi attività umana, qualsiasi impresa, ha a che fare con questo”, ha narrato il cantautore di “Serenata rap”: “Per me è importante partire dall’idea che nessuno può chiamarsi fuori dalla crisi climatica e da tutte le problematiche legate all’aria, al suolo, al cibo e a ciò che a che fare con la sopravvivenza stessa delle specie vegetali, animali e umana - di cui noi facciamo parte”. Ha aggiunto:

“In base alla mia esperienza di fan della musica, quando ero ragazzino che metteva da parte i soldi per andare a vedere un concerto, mi è chiaro in mente quanto un concerto può essere stato importante per me, vissuto tra il pubblico e prima che che capissi di poter trasformare la mia passione nel mio lavoro e nella mia vita. I concerti mi hanno cambiato la vita, perché mi rendevo conto che ai concerti la mia capacità di percepire le informazioni veniva moltiplicata dall’emozione che scaturiva in me. Io ho scoperto dell’apartheid in Sud Africa grazie a un concerto, probabilmente ho scoperto del grande divario di povertà che esisteva nel Sud del mondo grazie al Live Aid quando ero bambino. E l’ho scoperto in momenti in cui non ero a una lezione, ma mi stavo divertendo come un pazzo mentre cantavo le canzoni che mi piacevano ed ero immerso nel suono e nel volume. Quindi so quanto un concerto sia importante, perché un concerto è una festa”.

A proposito di come è poi nata l’idea del suo festival itinerante, Jovanotti ha affermato: “Per il Jova Beach Party ho quindi pensato - per quel momento di condivisione ed empatia aumentata, immersi negli elementi della natura però antropizzata, per usare un termine che non mi piace, come una spiaggia, che è un luogo di divertimento e di vacanze - di poter offrire un’informazione legata ai comportamenti che vanno nella direzione della sostenibilità e un’informazione su ciò che uno può fare rispetto a una visione di un mondo sempre più sostenibile. Questo l’ho fatto con l’idea che in quella situazione lì quella informazione sarebbe arrivata al pubblico in modo più efficace, piuttosto che durante uno show in uno stadio o in un palazzetto”.

Ripensando ai suoi concerti estivi di tre anni fa, Lorenzo ha poi lodato il proprio pubblico e ha fatto sapere di essere rimasto colpito di come gli spettatori avessero lasciato pulite le spiagge e la varie tappe del “Jova Beach Party”. Per questo motivo di orgoglio, Jovanotti ha ricordato un altro episodio legato ai suoi anni di ragazzo e ai Pink Floyd - precisamente al concerto della leggendaria band britannica a Piazza San Marco a Venezia del 15 luglio del 1989, tra le altre cose, oggetto di un acceso dibattito politico e che viene ricordato dalla città come un disastro per l'impatto delle centinaia di migliaia di persone - e agli studenti ha narrato: “Voi siete giovani e forse non lo sapete se non ve l’hanno ricordato: noi siamo stati un po’ influenzati negativamente da, per esempio, un evento che avvenne a Venezia quando arrivarono i Pink Floyd negli anni Ottanta per cui avvenne un disastro ecologico perché i partecipanti buttarono ovunque qualsiasi cosa ed era organizzato malissimo. E quella cosa lì è stata uno shock, e negli anni le cose e il pubblico sono cambiati”.

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