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L’avventura di Taylor Hawkins con i Foo Fighters

Dai primi giorni nella band di Dave Grohl all’ultimo concerto del batterista, scomparso a 50 anni
L’avventura di Taylor Hawkins con i Foo Fighters

Dopo una serie di concerti primaverili nel 1996, i Foo Fighters diedero il via alla registrazioni del loro secondo album, intitolato poi “The colour and the shape” e uscito nel maggio del 1997, con il produttore Gil Norton ai Bear Creek Studio di Woodinville, a Washington. Durante le lavorazioni del disco, mentre il gruppo di Dave Grohl nato inizialmente come progetto solista era ormai una band a tutti gli effetti, il batterista William Goldsmith decise di lasciare la formazione a causa di dissidi con l’ex sodale di Kurt Cobain. Alla ricerca di un sostituto, Grohl si rivolse quindi a Taylor Hawkins che, al tempo impegnato in tour con Alanis Morissette, un po’ a sorpresa si offrì di lavorare lui stesso con i Foo Fighters. Hawkins si unì allora alla band, che nel frattempo doveva fare i conti con l’uscita dalla formazione del chitarrista Pat Smear - successivamente rientrato nel gruppo - temporaneamente sostituito da Franz Stahl, giusto in tempo per il tour a supporto della sua seconda prova sulla lunga distanza. Iniziò così nel marzo 1997 l’avventura di Taylor Hawkins nel gruppo di Dave Grohl e la loro grande amicizia, che si sono concluse dopo oltre due decenni solo con la sua morte avvenuta nelle scorse ore.

Taylor Hawkins, i Foo Fighters e la grande amicizia con Dave Grohl

Nel corso della sua carriera, oltre a collaborare con numerosi artisti (tra cui persino Vasco Rossi) e dare vita a diversi altri progetti paralleli, Hawkins ha registrato otto dei dieci album in studio pubblicati finora dai Foo Fighters, a partire da “There is nothing left to lose” del 1999 e fino al più recente “Medicine at midnight”, uscito a febbraio dello scorso anno e seguito pochi mesi dopo dal disco di cover dei Bee Gees “Hail satin”. Tuttavia, il primo disco realizzato con le parti di batteria completamente suonate da Taylor, senza l’intervento di Grohl, è stato “One by one” del 2002.

“Non mi sono sentito a mio agio a suonare la batteria nei Foo Fighters fino a quando non abbiamo realizzato 'One by one’”, spiegò Taylor Hawkins in un’intervista concessa a Matt Wilkinson di Beats 1 nel 2018  ripensando a quando si è unito alla formazione di “Learn to fly”: “Ero in difficoltà all’inizio, perché non ero mai stato in uno studio prima. Lo studio è una cosa completamente diversa dai live”.

Nonostante le difficoltà iniziali e il timore di suonare con colui che era stato il batterista dei Nirvana, Hawkins aveva la stoffa e la tecnica per essere uno della band e fin da subito era chiaro sia a lui sia a Dave che tra i due c’era un legame speciale. In una chiacchierata con Nick Reilly per l’NME nel 2021, ricordando i primi incontri con il frontman dei Foo Fighters, il compianto batterista raccontò:

“Ho incontrato Dave durante questo show natalizio dell’emittente radiofonica statunitense K-Rock mentre i Foo Fighters iniziavano a farsi strada e Alanis Morissette andava alla grande in modo stratosferico. Io e Dave sembravamo come due fratelli perduti da lungo tempo. Condividevamo vibrazioni simili e non so perché”.

Aggiunse: “Quando ci siamo incontrati, abbiamo entrambi pensato: ’Siamo fratelli di un'altra madre!' È stato istantaneo, tanto che Alanis Morissette finì per chiedermi 'Cosa farai quando Dave ti chiederà di essere il batterista nei Foo Fighters?’”. A lui fece eco Grohl che, oltre a sottolineare che “non esiste un'audizione musicale per unirsi alla mia band”, affermò:

"È qualcosa di molto più emotivo, personale. Potresti essere il miglior batterista del mondo, ma non faresti mai parte di questa band se non ti adattassi. Tutti in questa band si adattano per una ragione. Quando ho incontrato Taylor, ci sono voluti due minuti e mezzo prima che diventassimo migliori amici. È successo. È così nella vita, che si tratti di un migliore amico, di un amante o di qualcuno che sai che porterai con te per il resto della tua vita”.

Il frontman dei Foos continuò: “Quando si è unito alla band, il suo modo di suonare la batteria era il fattore meno importante: pensavo solo di voler viaggiare per il mondo con questo ragazzo, salire sui palchi e bere birre con lui. Questa era la mia più grande preoccupazione".

Una delle ultime interviste

Poche ore dopo l’annuncio della scomparsa di Taylor Hawkins, confermata dagli stessi Foo Fighters con un messaggio condiviso sui social intorno alle 4 (ora italiana) del mattino tra il 25 e il 26 marzo, è stata condivisa su YouTube una recente intervista alla band realizzata dall’edizione australiana del formato “60 Minutes”. E i protagonisti della videochiacchierata non possono che essere i due grandi amici Grohl e Hawkins. Tra battute, risate e con l’umorismo che li ha sempre contraddistinti, il frontman e il batterista della formazione di "Times like these" hanno parlato della loro amicizia e del loro percorso condiviso per oltre 25 anni.

“Hai presente quelle coppie di fidanzati o amici che, anche se bisticciano spesso, sai che rimarranno insieme per sempre? Ecco, noi non siamo così. Non c’è mai stato attrito creativo tra di noi”, ha spiegato Dave Grohl a Allison Langdon come testimoniato nel filmato riportato più avanti. Per rispondere alla domanda se quella tra lui e Hawkins è “una vera amicizia”, il leader dei Foo Fighters ha quindi detto in modo scherzoso: “Oh no, siamo solo dei grandi attori. Il miglior ruolo che abbia mai interpretato è quello di amico di Taylor. Mi merito un Oscar per questo”. E il compianto batterista ha aggiunto: “E non è un ruolo facile”.

L’ultimo concerto

Impegnati in tournée in Sud America, al momento della morte di Taylor Hawkins i Foo Fighters si trovavano a Bogotà, dove avrebbero dovuto esibirsi la sera del 25 marzo al Festival Estéreo Picnic per un concerto poi annullato. Secondo fonti non confermate e riprese da diverse testate come Deadline, il corpo esanime del batterista sarebbe stato trovato in un hotel della capitale della Colombia e il decesso dovrebbe essere stato causato da un infarto.

La prematura scomparsa del musicista ha quindi reso, dopo una lunga attività dal vivo con Grohl e soci durata oltre vent’anni, lo show dei Foo Fighters al Lollapalooza Argentina dello scorso 20 marzo l’ultimo spettacolo di Taylor Hawkins con il gruppo. Durante il suo set la band ha proposto alcuni dei cavalli di battaglia tratti dal suo repertorio come - per esempio - “Learn to fly” e “Best of you”, oltre a brani del suo più recente album in studio, “Medicine at midnight”. Nel corso del concerto, però, Dave Grohl e compagni non si sono risparmiati dal proporre la cover di “Somebody to love” dei Queen, già eseguita più volte live in passato e sempre con il frontman e il batterista scambiati di posto, e dall’invitare sul palco con loro Perry Farrell per suonare “Been caught stealing” dei Jane's Addiction.

Ecco il video integrale dello show e, a seguire, la scaletta:

SETLIST

Barracuda (registrata) - di Heart
Times Like These
The Pretender
Learn to Fly
No Son of Mine
The Sky Is a Neighborhood
Shame Shame
Breakout
My Hero
These Days
Walk
Guitar Solo / My Generation / Keyboard Solo / Gonna Make You Sweat / Blitzkrieg Bop
Somebody to Love - Cover di Queen
All My Life
Run
Wheels
Best of You
Been Caught Stealing - Cover di Jane’s Addiction (con Perry Farrell)
Monkey Wrench
Everlong

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