Lucio Battisti, le sue canzoni con Panella in "Specchi opposti"

Astratti, filosofici, a volte onirici: alcuni hanno paragonato i testi di Pasquale Panella per Lucio Battisti a esercizi formali di pura enigmistica, altri invece li hanno amati fin dal primo istante, nonostante quelle canzoni difficili da cantare, memorizzare e capire, sorta di negazione di un percorso fino ad allora lineare. Sono pochi gli autori che si sono azzardati ad analizzare le affinità elettive che avvicinarono Battisti a Panella per circa un decennio, da quel marzo del 1986 in cui "Don Giovanni" diede una lezione di modernità al sonnolento scenario della musica italiana.
Il primo in assoluto era stato nel 2007 Ivano Rebustini: la seconda edizione riveduta, corretta e ampliata del suo libro "Specchi opposti. Lucio Battisti: gli anni con Panella" è uscita lo scorso 29 settembre, che non è soltanto il titolo di una celeberrima canzone scritta da Battisti per l’Equipe 84, ma anche la data di pubblicazione – nel ’94 – dell’ultimo album di Lucio, "Hegel"; il libro è stato ripubblicato dall’autore su Amazon, dov’è acquistabile a questo link. "Specchi opposti" racconta la storia e i retroscena delle canzoni che i fan di Lucio hanno prima odiato e poi riabilitato e amato, quelle contenute nei cinque “bianchi”, gli album della sparizione mediatica e del rapporto con l'uomo che osò sostituire Mogol.
Il volume – arricchito da un colloquio con Pasquale Panella, un’intervista a Stefano Bartezzaghi, enigmista e cultore del poeta-paroliere romano, e tre capitoli dedicati agli inediti del duo, alle cover e alle collaborazioni di Pasquale con altri artisti – è aperto da uno scritto di Luca Bernini su "E già", il disco della transizione e per qualcuno del tradimento, quello arrivato dopo Mogol e prima di Panella, con i testi scritti dalla moglie di Battisti, Maria Letizia Veronese.
L’autore della copertina della nuova edizione 2021 è l’artista Agostino Perrini (Sale Marasino, 1955 - Brescia, 2016): l’opera s’intitola “Parole tra le pagine” (acquarello su carta, 18 x 13 cm, 2007), e più d’uno vi ha colto qualche peraltro involontaria similarità con le copertine dei “bianchi”.
