Righeira, "L'estate sta finendo" 35 anni dopo: il ricordo di Guido Harari

"L'estate sta finendo, 35 anni fa: ecco tutti i contenuti dello speciale di Rockol:
un'intervista con Johnson Righeira, coautore e uno dei due interpreti (con Michael Righeira)
un'intervista con Carmelo La bionda, coautore e uno dei due produttori (con suo fratello Michelangelo)
un'intervista con Claudio Pascoli, che suona il celebre assolo di sassofono della canzone
un ricordo di Rocco Tanica (Sergio Conforti), che partecipò alla registrazione come tastierista
una testimonianza di Guido Harari, che scattò la foto di copertina
un contributo di Michele Bovi, storico della canzone italiana, a proposito delle "somiglianze" della canzone
un contributo di Renzo Stefanel, giornalista e scrittore
un contributo di Marco Levi, scrittore e musicista
un elenco di cover della canzone, preparato da Maurilio Giordana
Gli anni Ottanta e i tormentoni estivi, come neppure negli anni Sessanta. I Righeira guidavano l’onda un anno dopo l’altro, e chissà come mi ritrovai a realizzare le loro copertine, una più eccentrica e trash dell’altra.
Il 29 maggio 1985 ci ritrovammo in studio a Milano per un nuovo shoot. Al solito il brief era laconico, ma il disco che sarebbe uscito di lì a poco era un nuovo hit assicurato, dal titolo insolitamente malinconico: “L’estate sta finendo”.
Johnson e Michael arrivarono in studio carichi a mille, vogliosi di sbrigare la faccenda rapidamente per poi goderci insieme in tv la finale della Coppa dei Campioni con Juve e Liverpool, che stava per svolgersi allo stadio Heysel di Bruxelles. Al grido di “Juve! Juve!” Michael e Johnson si infilarono nei loro nuovi vestiti. Il look “estivo” aveva richiesto un esubero di “lampade” che avevano bruciato la faccia soprattutto a Michael, il quale riusciva a malapena a sorridere tanto la pelle era tirata. Johnson dovette darsi un surplus di pancake - a cura di Orea Malià, che si occupava di trucco e parrucco - per compensare.
Poi l’ideona: “Perché non ci fotografi nudi?”, buttò lì Johnson e, prima che potessi fiatare, me li ritrovai sul fondale con le vergogne astutamente nascoste da delle provvidenziali foglie di ficus (!). Scattammo senza pensare neppure per un attimo all’opinabile utilità di quelle foto. Poi arrivò l’ora x della partita e di nuovo si levarono i cori “Juve! Juve!” mentre ci spostammo davanti alla tv.
Nel giro di pochi minuti l'imprevedibile tragedia in diretta. Rimanemmo ammutoliti, increduli, letteralmente distrutti dalle immagini che stavamo vedendo. Inevitabile pensare alla totale incongruenza delle foto scattate poco prima e al ritornello – “L’estate sta finendo, e un anno se ne va. Sto diventando grande, lo sai che non mi va” – di quel nuovo inno di eterna adolescenza.
Per uno scrupolo di coscienza nei confronti della casa discografica provammo a realizzare altri scatti ma era impossibile rientrare nel mood spensierato richiesto. Credo che rimandammo lo shoot ad altra data. Quella sera un’altra illusione si era spenta.
Guido Harari