Cinquant’anni, berbero algerino della regione settentrionale della Kabilia, esule da tempo a Parigi, Idir, che nei tratti del volto ricorda Franco Battiato, ha inciso solo tre dischi in venticinque anni. Ma oggi con “Identities” – un album che gli è valso la prima pagina di “Le Monde” – esce dai confini francesi per andare alla conquista dei mercati della world music. Del suo album e del suo personaggio parla Marinella Venegoni sulla “Stampa”: «“Identities” è un tributo ad Idir stesso ma con Idir dentro. Canta lui, suona e canta anche in berbero, con alcuni illustri colleghi di mama Africa come Gèoffrey Oriema o scozzesi come Karen Matheson (…) Idir dalla Francia è il primo cantore di un’Algeria che sta cercando di alzare la testa e piangere in musica – una originale fusion – le proprie tragedie recenti».
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