In prima pagina su "La Repubblica", Michele Serra scrive a Jovanotti. «Rinuncia all'incarico di testimonial (supervisore? direttore artistico?) della parte musicale di Bologna Duemila, che hai avuto in eredità, insieme all'ottimo Giovanni Lindo Ferretti, dall'ex amministrazione rossa. Rinuncia non per dispetto o per settarismo. Rinuncia per amore di chiarezza. Non credo che le tue idee (artistiche) siano in sintonia con quelle della maggioranza che, con pieno merito, regge Bologna. Dubito che il tuo cosmopolitismo generoso e spesso spericolato, il tuo terzomondismo passionale riflettano, in questo momento, la cultura della città, o perlomeno della sua fetta più influente. E dubito che la naturalezza con la quale, ultimo in ordine di età (con Daniele Silvestri) tra i pochi artisti schierati, ti dici di sinistra e pacifista, possa facilitarti la collaborazione con i tuoi nuovi committenti, e facilitare, per giunta, anche loro».
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