
Un album, "Cosmoradio", che si rivela come uno dei pochi contemporanei usciti dal Festival di Sanremo. Per i Luciferme si tratta del secondo tassello di una carriera che li vede nei panni del nuovo gruppo italiano, alle prese con le sue prime scelte e con i primi, inevitabili, ripensamenti. Rockol ne parla con Francesco Pisaneschi, voce e portavoce del gruppo...
Allora,
iniziamo con un bilancio a posteriori del Festival....
Forse ce lo potevamo risparmiare. Sono contento dei nostri
passaggi tv, ma non so in quanti abbiano capito quello che
stavamo facendo. Tutto è nato dallidea di partecipare a
Sanremo Giovani, ma forse il disco non aveva bisogno di quel tipo
di palcoscenico. Anche perché comunque adesso ci troviamo in una
situazione in cui i media sanremesi non ci
considerano il tipico gruppo da Festival, mentre per quelli
non sanremesi siamo colpevoli di essere andati al
Festival. E una congiuntura negativa, che forse dipende
anche dal fatto che non abbiamo ancora unimmagine troppo
nitida.
Come si risolve una congiuntura
del genere?
In un modo solo: suonando. E per questo che stiamo
preparando un set live che non dia adito a equivoci, ci saremo
noi con la nostra musica e lì si capirà veramente chi siamo.
E strano, perché
comunque a Sanremo non siete andati certo con il pezzo più
facile dellalbum...
No, era un brano sullo stile del resto dellalbum.
Comunque per fortuna ci sono le radio che ci hanno sempre dato
una mano, per cui sai, quando ci sono persone che chiedono di
poter ascoltare il tuo pezzo vuol dire che le cose funzionano...
Dal vivo hai una certa
sicurezza sul palco, che hai messo in mostra anche a Sanremo: è
una cosa che viene dalla gavetta di tanti concerti oppure è una
dote innata?
Pensa che in parecchi mi hanno detto che ero sciolto a
Sanremo, mentre io stavo tremando! Ero veramente nervoso, anche
perché sono uno timido, che se soltanto deve cantare per gli
amici si imbarazza. Però poi invece la folla mi motiva, per cui
se quando salgo sul palco sono un po teso, appena vedo le
persone e inizio a cantare mi sciolgo e mi sento più naturale.
Tutto questo non era facile a Sanremo, visto che lì sei ad una
certa distanza dal pubblico e sai che molta gente ti sta seguendo
a casa, però lì abbiamo provato a instaurare un contatto in
pochi minuti e forse ci siamo anche riusciti. Tornando
allemozione posso dirti che è qualcosa che da quando canto
non mè mai passata del tutto...
Sono sicuro di quello che sto per fare, ma non so se lo farò abbastanza bene da convincere gli altri e comunicare loro qualcosa...
In quale ambiente musicale sono
cresciuti i Luciferme?
Mah, abbiamo una formazione abbastanza varia. Il bassista,
che suona da più tempo di tutti, viene dal blues e dal
progressive, mentre Giacomo, il chitarrista, viene dal rock
estremo, cose tipo Soundgarden. Il batterista è innamorato della
musica di Gabriel e comunque di cose molto raffinate, mentre io
ho ascoltato molta new wave degli anni 80 e anche diverse
cose tipo moda, Litfiba, ecc. Per cui il nostro stile è in
realtà una mescolanza di tutte queste influenze: io sono forse
quello più dark, ma magari tiro poi fuori le melodie più
aperte.
Mi sembra che
"Cosmoradio" sia maggiormente dedicato alla forma
canzone, rispetto alle influenze progressive del primo album...
Cè stata sicuramente un evoluzione verso un suono più
elettronico, perché lintenzione era quella di inserire
campioni e macchine in misura maggiore rispetto al precedente
album. Al di là del linguaggio, comunque, credo che fosse il
messaggio ad essere importante, un messaggio che fosse capace di
rimanere nellatmosfera e di caratterizzare il nostro album
proprio partendo dal suono base. Inoltre una cosa che ci
interessava era contestualizzare il disco dal punto di vista
musicale, cioè inserire dei riferimenti - fossero essi alla
jungle o ad altri generi musicali - che, inseriti nel nostro
contesto servissero a far capire quali sono i riferimenti sonori
esterni in questo momento. E un po come un diario, da
questo punto di vista, che ti ricorda cosa succedeva in quel
periodo, e al tempo stesso i suoni che abbiamo utilizzato non
modificano la natura del nostro album. Da questo punto di vista
ci sembra che David Bowie e gli U2 abbiano centrato il punto
sposando la loro musica con quelle che sono le attuali tendenze
musicali. Si parla molto di un ritorno degli anni 80, ma in
realtà gli anni 80 ci sono sempre stati: la musica è più
elettronica, i ritmi e gli esperimenti sonori si susseguono.
Questo non è un sintomo di mancanza di idee, ma di padronanza
del mezzo. E come se io fossi talmente bravo a scrivere
poesie, da riuscire ad emozionare qualcuno anche utilizzando una
lingua che lui non capisce.
Qualè il suono dei
Luciferme?
E un suono che si colloca a metà strada fra il primo
album, molto rock, e questo nuovo, maggiormente dedicato alle
atmosfere. Questo dal punto di vista sonoro. Dal punto di vista
strutturale, devo dire che in questo album ci è piaciuto
lavorare sulle canzoni rimanendo fedeli ad esse, senza cambiare
le carte in tavola per il solo gusto di girare intorno alle cose.
Abbiamo cercato di portare nel disco gli spunti musicali a cui
avevamo lavorato in questo periodo, sforzandoci di sottolinearne
lomogeneità. Nel precedente album, invece, avevo a volte
come limpressione che alcuni brani non centrassero
niente luno con laltro. Anche i testi, qui, sono
maggiormente legati, e lalbum si ascolta in modo globale.
Che importanza ha un produttore
come Gianni Maroccolo e che parentela sentite di avere con i
Litfiba?
La sua importanza la si legge nella realizzazione del
prodotto. Essendo noi un gruppo tutto sommato giovane, abbiamo
bisogno di una persona di grande esperienza che eviti di farci
cadere in tentazioni sbagliate o che ci faccia calare di spessore
nelle diverse stesure. La cosa bella di Gianni è che è un
produttore che progetta le cose, per cui anche nei momenti in cui
lui non cè, noi in sala sappiamo come andare avanti e cosa
fare. Produciamo una musica di confine tra musica leggera e
musica impegnata, ma Gianni è la persona che fa la differenza,
quello che riesce a farci crescere in continuazione e a dare
spessore al progetto. Per quanto riguarda il rapporto con i
Litfiba, il nostro anello di congiunzione è proprio Gianni, ma
da qui a dire che noi somigliamo ai Litfiba ce ne corre.... è
proprio Gianni il primo a dire che noi con i Litfiba non
centriamo niente...poi, per carità, loro hanno fatto la
storia del rock italiano e quindi non possiamo non essere stati
influenzati dalla loro musica, ma non credo che Gianni si sarebbe
rimesso in una storia come quella dei Litfiba, lui li ha fatti
davvero....!
Però è una coincidenza non da
poco che anche i Litfiba abbiano dato una svolta più
elettronica alla loro musica: i vostri due albun non
suonano poi così diversi...
Sì, è vero, ma è lo spirito dei tempi...una volta
cera il suono dellorgano Hammond e tutti i dischi
sembravano uguali, adesso magari con i campionatori e certe
sonorità di chitarre il suono sembra simile. Ma poi ci sono i
messaggi, che sono completamente diversi....ognuno ha il proprio
specifico, la propria identità, e non necessariamente questa
passa attraverso loriginalità a tutti i costi. Madonna
adesso suona come Bjork, ma è riuscita a rimanere Madonna:
meglio una cosa del genere di quelli che, per rimanere originali
a tutti i costi, vivono come degli infelici. E un villaggio
globale, questo, in cui tutti prendono qualcosa da tutti..
proprio come su Internet!