Rockol30

Un’intervista esclusiva con i *Luciferme*: entriamo nel loro Cosmoradio”..

Un album, "Cosmoradio", che si rivela come uno dei pochi ‘contemporanei’ usciti dal Festival di Sanremo. Per i Luciferme si tratta del secondo tassello di una carriera che li vede nei panni del ‘nuovo gruppo italiano’, alle prese con le sue prime scelte e con i primi, inevitabili, ripensamenti. Rockol ne parla con Francesco Pisaneschi, voce e portavoce del gruppo...

Allora, iniziamo con un bilancio a posteriori del Festival....
Forse ce lo potevamo risparmiare. Sono contento dei nostri passaggi tv, ma non so in quanti abbiano capito quello che stavamo facendo. Tutto è nato dall’idea di partecipare a Sanremo Giovani, ma forse il disco non aveva bisogno di quel tipo di palcoscenico. Anche perché comunque adesso ci troviamo in una situazione in cui i media ‘sanremesi’ non ci considerano il tipico gruppo da Festival, mentre per quelli ‘non sanremesi’ siamo colpevoli di essere andati al Festival. E’ una congiuntura negativa, che forse dipende anche dal fatto che non abbiamo ancora un’immagine troppo nitida.

Come si risolve una congiuntura del genere?
In un modo solo: suonando. E’ per questo che stiamo preparando un set live che non dia adito a equivoci, ci saremo noi con la nostra musica e lì si capirà veramente chi siamo.

E’ strano, perché comunque a Sanremo non siete andati certo con il pezzo più facile dell’album...
No, era un brano sullo stile del resto dell’album. Comunque per fortuna ci sono le radio che ci hanno sempre dato una mano, per cui sai, quando ci sono persone che chiedono di poter ascoltare il tuo pezzo vuol dire che le cose funzionano...

Dal vivo hai una certa sicurezza sul palco, che hai messo in mostra anche a Sanremo: è una cosa che viene dalla gavetta di tanti concerti oppure è una dote innata?
Pensa che in parecchi mi hanno detto che ero sciolto a Sanremo, mentre io stavo tremando! Ero veramente nervoso, anche perché sono uno timido, che se soltanto deve cantare per gli amici si imbarazza. Però poi invece la folla mi motiva, per cui se quando salgo sul palco sono un po’ teso, appena vedo le persone e inizio a cantare mi sciolgo e mi sento più naturale. Tutto questo non era facile a Sanremo, visto che lì sei ad una certa distanza dal pubblico e sai che molta gente ti sta seguendo a casa, però lì abbiamo provato a instaurare un contatto in pochi minuti e forse ci siamo anche riusciti. Tornando all’emozione posso dirti che è qualcosa che da quando canto non m’è mai passata del tutto...

Sono sicuro di quello che sto per fare, ma non so se lo farò abbastanza bene da convincere gli altri e comunicare loro qualcosa...

In quale ambiente musicale sono cresciuti i Luciferme?
Mah, abbiamo una formazione abbastanza varia. Il bassista, che suona da più tempo di tutti, viene dal blues e dal progressive, mentre Giacomo, il chitarrista, viene dal rock estremo, cose tipo Soundgarden. Il batterista è innamorato della musica di Gabriel e comunque di cose molto raffinate, mentre io ho ascoltato molta new wave degli anni ’80 e anche diverse cose tipo moda, Litfiba, ecc. Per cui il nostro stile è in realtà una mescolanza di tutte queste influenze: io sono forse quello più dark, ma magari tiro poi fuori le melodie più aperte.

Mi sembra che "Cosmoradio" sia maggiormente dedicato alla forma canzone, rispetto alle influenze progressive del primo album...
C’è stata sicuramente un evoluzione verso un suono più elettronico, perché l’intenzione era quella di inserire campioni e macchine in misura maggiore rispetto al precedente album. Al di là del linguaggio, comunque, credo che fosse il messaggio ad essere importante, un messaggio che fosse capace di rimanere nell’atmosfera e di caratterizzare il nostro album proprio partendo dal suono base. Inoltre una cosa che ci interessava era contestualizzare il disco dal punto di vista musicale, cioè inserire dei riferimenti - fossero essi alla jungle o ad altri generi musicali - che, inseriti nel nostro contesto servissero a far capire quali sono i riferimenti sonori esterni in questo momento. E’ un po’ come un diario, da questo punto di vista, che ti ricorda cosa succedeva in quel periodo, e al tempo stesso i suoni che abbiamo utilizzato non modificano la natura del nostro album. Da questo punto di vista ci sembra che David Bowie e gli U2 abbiano centrato il punto sposando la loro musica con quelle che sono le attuali tendenze musicali. Si parla molto di un ritorno degli anni ’80, ma in realtà gli anni ’80 ci sono sempre stati: la musica è più elettronica, i ritmi e gli esperimenti sonori si susseguono. Questo non è un sintomo di mancanza di idee, ma di padronanza del mezzo. E’ come se io fossi talmente bravo a scrivere poesie, da riuscire ad emozionare qualcuno anche utilizzando una lingua che lui non capisce.

Qual’è il suono dei Luciferme?
E’ un suono che si colloca a metà strada fra il primo album, molto rock, e questo nuovo, maggiormente dedicato alle atmosfere. Questo dal punto di vista sonoro. Dal punto di vista strutturale, devo dire che in questo album ci è piaciuto lavorare sulle canzoni rimanendo fedeli ad esse, senza cambiare le carte in tavola per il solo gusto di girare intorno alle cose. Abbiamo cercato di portare nel disco gli spunti musicali a cui avevamo lavorato in questo periodo, sforzandoci di sottolinearne l’omogeneità. Nel precedente album, invece, avevo a volte come l’impressione che alcuni brani non c’entrassero niente l’uno con l’altro. Anche i testi, qui, sono maggiormente legati, e l’album si ascolta in modo globale.

Che importanza ha un produttore come Gianni Maroccolo e che parentela sentite di avere con i Litfiba?
La sua importanza la si legge nella realizzazione del prodotto. Essendo noi un gruppo tutto sommato giovane, abbiamo bisogno di una persona di grande esperienza che eviti di farci cadere in tentazioni sbagliate o che ci faccia calare di spessore nelle diverse stesure. La cosa bella di Gianni è che è un produttore che progetta le cose, per cui anche nei momenti in cui lui non c’è, noi in sala sappiamo come andare avanti e cosa fare. Produciamo una musica di confine tra musica leggera e musica impegnata, ma Gianni è la persona che fa la differenza, quello che riesce a farci crescere in continuazione e a dare spessore al progetto. Per quanto riguarda il rapporto con i Litfiba, il nostro anello di congiunzione è proprio Gianni, ma da qui a dire che noi somigliamo ai Litfiba ce ne corre.... è proprio Gianni il primo a dire che noi con i Litfiba non c’entriamo niente...poi, per carità, loro hanno fatto la storia del rock italiano e quindi non possiamo non essere stati influenzati dalla loro musica, ma non credo che Gianni si sarebbe rimesso in una storia come quella dei Litfiba, lui li ha fatti davvero....!

Però è una coincidenza non da poco che anche i Litfiba abbiano dato una svolta più ‘elettronica’ alla loro musica: i vostri due albun non suonano poi così diversi...
Sì, è vero, ma è lo spirito dei tempi...una volta c’era il suono dell’organo Hammond e tutti i dischi sembravano uguali, adesso magari con i campionatori e certe sonorità di chitarre il suono sembra simile. Ma poi ci sono i messaggi, che sono completamente diversi....ognuno ha il proprio specifico, la propria identità, e non necessariamente questa passa attraverso l’originalità a tutti i costi. Madonna adesso suona come Bjork, ma è riuscita a rimanere Madonna: meglio una cosa del genere di quelli che, per rimanere originali a tutti i costi, vivono come degli infelici. E’ un villaggio globale, questo, in cui tutti prendono qualcosa da tutti.. proprio come su Internet!

Altre interviste

Almamegretta - Gli *Almamegretta* e il suono del futuro con Lingo! (18/03/1998)

Eric Clapton - Torna *Eric Clapton*, pellegrino del Blues (11/03/1998)

All Saints - Parliamo con le *All Saints* (04/03/1998)

Chumbawamba - Parliamo con *Chumbawamba* (27/02/1998)

Antonello Venditti - Parliamo con *Antonello Venditti* (19/02/1998)

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.