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I Radiohead rispondono alle domande più impensabili... direttamente dal loro sito, ecco l'intervista...

Non contenti di avere pubblicato un disco come “Kid A” con i propri tempi e i propri modi, non contenti di non avergli praticamente fatto promozione, né con interviste, né con videoclip, né con singoli, i Radiohead ne hanno trovata una nuova per far vedere quanto sono fuori dagli schemi tradizionali del music business. Oltre al loro visionario sito ufficiale www.radiohead.com, Thom Yorke e soci hanno inventato “Spin with a grin” (www.spinwithagrin.co.uk), della cui esistenza Rockol vi aveva dato notizia già tempo fa. Questo sito è una sorta di archivio di risorse e informazioni sulla band, tra cui spicca uno spazio per domande & risposte, aggiornato in continuazione dagli stessi membri del gruppo. Quella che segue, quindi, non è una vera e propria intervista faccia a faccia, ma una selezione delle domande più interessanti sottoposte al gruppo, ovviamente con relative risposte. Ancora una volta i Radiohead non smentiscono la loro fama “alternativa” nell’odierno panorama rock.

Questa è la prima volta da quando siete stati dichiarati i salvatori del rock che avete subito anche un colpo di frusta. “Kid A” non è stato per i critici quello che era “Ok Computer”. State tirando un sospiro di sollievo?
Si. Siamo bersagli mobili. Ogni tanto ci prendono.

Sembrate avere una visione anticapitalista del mondo. Ma come vi sentite pensando che qualcuno ha venduto i biglietti del vostro show di Los Angeles a 500 dollari?
Prima bisogna definire “anti-capitalista”. Per evitare che la gente vendesse a quei prezzi i nostri biglietti, avremmo dovuto A) non suonare B) suonare molto di più, in posti più grossi. Eravamo noi quelli che vendevano i biglietti a quel prezzo? No. Siamo noi i responsabili per la caduta dell’umanità dopo che Adamo ed Eva hanno morso la mela? Hmmm. No.

E’ difficile fare parte di un’industria quando si disprezzano le industrie? Che cosa rappresenta il marchio Radiohead?
Certo, lo è, ma sarebbe più duro se non vendessimo dischi. Ci lascerebbero soli. Il marchio Radiohead? errr. oh m****. Sono un’ipocrita.

Quanto riuscite ad essere leali ad un disco che è rimasto fermo sugli scaffali dalla scorsa primavera, prima di essere pubblicato? Non è una strana sensazione dover parlare in continuazione di qualcosa che è successo tempo fa?
Con “OK computer” e “The bends” è successa la stessa cosa... Devi credere al te stesso di sei mesi prima, credere che gli sia piaciuto tutto quello che avevi fatto. Parlarne adesso sembra senza senso. Ecco perché abbiamo tenuto un diario mentre facevamo il disco.

Non è strano continuare a suonare canzoni vecchie, quando i vostri metodi e la vostra estetica sono cambiati così tanto?
Penso che fondamentalmente non sia sano disconoscere la musica che hai fatto nel passato. Così, finché ci sei attaccato e sai da dove viene è OK, così come realizzare che ora sei da un’altra parte. Suonare una canzone è un modo di reclamarla… Se potessimo non suonare roba vecchia lo faremmo, fa a pugni con il flusso della scrittura e della creazione di nuova musica. Far contenta la gente non ci viene esattamente in modo naturale. Certe volte suonare un brano non ha significato. Altre volte ti fa tornare in mente qualcosa che ti eri dimenticato, e questo è grande.

Di che sesso è “Kid A”?
Ermafrodita. Il sesso non è più necessario. (Thom)

Quanto è difficile suonare dal vivo il materiale di “Kid A”, considerando quanto suona sperimentale e basato sulla tecnologia? Il parere generale è che “Kid A” sia un disco incredibilmente denso – pensate sia una giusta affermazione?
Consenso?! Suonare dal vivo: una delle migliori cose dell’imparare a suonare musica che era stata scritta in studio usando campionamenti e sequencer è che ti fa pensare a come suoni differente. E’ davvero eccitante tornare nello studio, ora. Denso? Non ho questa sensazione, sul disco. Per me è caldo, è un disco invernale. Non credo che le sue strutture siano poi così complicate, anche se non ha necessariamente la struttura strofa-ritornello-nananana.

Cosa ne pensate di Napster?
La questione Napster è il karma che torna indietro alle majors discografiche che negli ultimi dieci anni ce l’hanno messa in quel posto con formati diversi dei dischi, ripubblicazioni etc.

Avete qualche progetto di esibizione dell’iconografia dei Radiohead, blips, copertine, foto, etc.?
Progetti di esposizione? Non penso. Mi sento a disagio a stare in una grande stanza bianca con queste immagini. Sono nate dal caos e lì devono rimanere.

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