
Un festival diverso: questo è, nelle intenzioni del suo creatore Manuel Agnelli, “Hai paura del buio?” . “Una sorta di circo”, racconta il leader degli Afterhours, che è passato ieri nei nostri uffici per raccontare l'idea. 3 date, la prima questa settimana, Venerdì 30, alle OGR di Torino e poi il 13 settembre a Roma (dove è annunciata anche la presenza del Ministro della Cultura Massimo Bray), quindi il 30 ottobre a Milano. Poi, l’idea di portare il festival in giro per l’italia. Solo nella data Torinese, all’interno della rassegna Traffic, ci saranno sei palchi, con concerti “regolari” ma una contaminazione non solo di perfomance e artisti - tra cui “Contemporary music”, con il rock che si fonde con la cosiddetta “musica colta” - ma anche di spazi. Agnelli, nella videointervista che potete vedere qua sotto, racconta l’origine dell’idea. "Hai paura del buio", spiega, nasce dalla frequentazione dei teatri occupati come l’Angelo Mai di Roma: “Nasce per cercare di fare un festival diverso da quelli che si vedono in giro, per fare una cosa bella, per trasmettere questa esperienza che sono i laboratori dei teatri occupati, posti dove si può sperimentare, dove i numeri non contano più di tanto, quanta gente viene i paganti e se hai uno sponsor... sono laboratori vitali per uscire un po’ dagli schemi che ci schiacciano un po’ in tutti i settori, ma soprattutto nella musica".
Agnelli, nella videointervista, racconta la nascita del cast, il manifesto del Festival. E risponde anche alle polemiche che in rete ne hanno accompagnato l’annuncio: “A noi non interessa stimolare il dibattito sulla cultura, c’è già. Ci interessa fare qualcosa di bello e concreto”, spiega Manuel, che ribadisce la scelta di essere senza sponsor, con unici introiti i biglietti che andranno a ripagare i costi vivi. “Cercheremo, dove possibile, di pubblicare i conti per far capire il lavoro e la professionalità che c’è dietro ad un festival di questo tipo, così tante performance, in spazi di questo genere. Difficilmente andremo in pareggio, ma cercheremo comunque di rimanere a galla dal punto di vista economico. Ma bisogna fare, fare, fare”. L’idea è, appunto, quella di portare avanti il festival ben oltre i primi appuntamenti:: “L’andamento di queste tre date sarà decisivo sul futuro, ma vedo un entusiasmo tale che mi fa pensare che non ci siano dubbi sul fatto che possa andare avanti, portandolo in giro, soprattutto al sud”, spiega.