Jula De Palma - TUA PER SEMPRE - la recensione

Ho una discussione aperta con Riccardo Bertoncelli, nella sua veste di editore per la Giunti. Lui sostiene che libri come questo (e come, per dirne un altro, “Insieme Mina Battisti - 1972: Il duetto a Teatro 10 e la fine del sogno italiano”, di Enrico Casarini) sono iniziative nobili ma destinate a non ripagare le spese. Io sono invece di parere diverso: è vero, può darsi che in Italia i fan e i cultori di un personaggio come Jula De Palma siano poche migliaia (un paio di migliaia, forse), ma è praticamente certo che tutti loro acquisteranno la sua autobiografia, che quindi ha buone probabilità di giustificare anche economicamente la propria esistenza in forma di libro “commerciale”.
Sia come sia, l’editore Coniglio continua ad acquisire benemerenze presso tutti coloro che studiano e amano la canzone italiana. E pur non essendo, personalmente, un fan di Jula De Palma (per ragioni essenzialmente di età, dato che la signora ha avuto il suo periodo di celebrità negli anni Cinquanta), ho letto con interesse questa sua autobiografia, già pubblicata anni fa all’estero. Ovvio che l’ho trovata a tratti ridondante, a tratti troppo dettagliata e specifica (ricalcata com’è sui diari della signora, dei quali vengono riportati ampi stralci), e complessivamente un po’ troppo autocelebrativa - il che era quasi inevitabile. Ma certe pagine (la descrizione degli anni giovanili, quella degli incontri con Lelio Luttazzi, Teddy Reno, Gorni Kramer e in generale tutto il Gotha della musica leggera e jazz italiana del dopoguerra, la cronaca dei suoi Festival di Sanremo) sono innegabilmente interessantissime. Ecco, questo è forse uno dei casi in cui un editing un po’ severo (tradotto: tagliare un 30%) avrebbe giovato alla lettura del non-fan; ma, come ho detto più sopra, questo è appunto un libro destinato soprattutto ai fans, quindi va bene così. (fz)