Rockol30

«PLEASE KILL ME - Legs McNeil e Gillian McCain» la recensione di Rockol

Legs McNeil e Gillian McCain - PLEASE KILL ME - la recensione

Recensione del 09 mag 2006

(Baldini Castoldi Dalai Editore – 630 pagine, 19 euro)

La recensione

Chissà a chi l’ho prestata, la mia copia di “Please kill me” – un paperback Penguin che avevo comprato con curiosità, iniziato con qualche fatica e poi letto avidamente, diciamo otto-nove anni fa. A chiunque l’abbia prestata, non me l’ha mai restituita – la stessa fine ha fatto la mia copia di “England’s Dreaming” di Jon Savage (ma questo so a chi l’ho prestato, e un giorno o l’altro me lo farò ridare, da Elenoire). Comunque: buona l’idea di tradurlo finalmente in italiano, come per iniziare le celebrazioni del quarantennale del punk – che sono previste fra il 2006 e il 2007 – e buona l’idea di cambiare la copertina, usando stavolta una foto piuttosto arrapante di Iggy Pop e Debbie Harry.

Se “England’s Dreaming” è qualcosa a metà fra il saggio sociologico e l’inchiesta giornalistica (il che ne rende la lettura a volte faticosa, vista la densità concettuale del testo), “Please Kill Me” (sottotitolo originario: The Uncensored Oral History of Punk) è il frutto di cinquecento ore di interviste effettuate dagli autori – McNeil è stato cofondatore nel 1975 della fanzine “Punk”. Tutt’altro approccio, dunque, e tutt’altra facilità di lettura, benché lo spessore del tomo sia di quelli che possono intimidire. Naturalmente la prospettiva, come dire, geografica è del tutto diversa: concentrato sulla Gran Bretagna il libro di Savage, americanocentrico questo. E infatti ne sono protagonisti gli eroi del punk a stelle e strisce, dai Ramones a Iggy Pop, dai Television ai New York Dolls, da Richard Hell ai Dead Boys a (quasi) tutti gli altri, che si raccontano e vengono raccontati con grande freschezza e con grande libertà (sesso droghe e rock’n’roll, insomma, con un po’ di violenza e qualche morte prematura).
Il punk americano narrato praticamente in prima persona, dunque, con tutto quello che di positivo e di discutibile ci può essere nella formula adottata per la realizzazione del volume. Che si sarebbe giovato di un corredo iconografico più ricco (solo otto foto fuori testo), ma anche così è un libro di testo essenziale per la comprensione dell’epoca storico-musicale di cui è la corposa testimonianza.

(fz)
PS: ho cominciato a rileggere il libro nella traduzione italiana. Ho smesso a pagina 25 dopo questa frase: “Il loro batterista poi era completamente androgino”. “Il” batterista a cui ci si riferisce è Maureen Tucker, “la” batterista dei Velvet Underground. Se andate a leggere qui: http://www.rockol.it/news.php?idnews=52223 capirete come mi sono sentito...

Prossimi articoli

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.