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«COURTNEY LOVE - LA SUA VERA STORIA - Poppy Z. Brite» la recensione di Rockol

Poppy Z. Brite - COURTNEY LOVE - LA SUA VERA STORIA - la recensione

Recensione del 23 mar 1999

Sperling & Kupfer Editori, £ 22.500

La recensione

Poppy Z. Brite è considerata - dalla sua casa editrice, a dire il vero - uno dei fenomeni letterari degli ormai agonizzanti anni ’90. Di certo si sa che il suo unico libro tradotto in Italia - con l’eccezione di questo di cui ci accingiamo a parlare - si intitolava "Cadavere squisito" e si collocava, in modo forse neanche troppo imprevedibile, nella sapida corrente del pulp giovanile infarcito di sesso, sangue e sevizie, nella descrizione del quale - bisogna riconoscerlo - la Brite vanta qualche specifica qualità. "Courtney Love - la sua vera storia" è anzitutto un patto fra donne, prima ancora che un libro. Poppy Z. e Courtney - carta e carne - procedono a braccetto tra le pagine di un libro che riesce nell’impresa di umanizzare di molto il profilo personale della leader delle Hole, vampirizzato sin dai tempi del dopo-Cobain e reso ostile dalle accuse di protagonismo, arrivismo, opportunismo e addirittura da quelle di omicidio del marito. Fatto sta che mentre le verità su Kurt & Courtney continuano ad affiorare diverse e spezzettate come il relitto di un aereo - e alcune di essere danno vita a cause giudiziarie, querele o sequestri - la Love tratteggiata in questo libro lascia ripercorrere all’autrice le tappe fondamentali della sua vita, a partire dall’infanzia fino ai trascorsi come spogliarellista nel sud-est asiatico, prima che la carriera musicale divenisse il suo unico obiettivo e le sue dita percorressero la chitarra guidate pazientemente da quelle del marito e amore Kurt Cobain. La tossicodipendenza, il rapporto con la figlia Francis Bean, il successo, la morte di Cobain, il legame con Trent Raznor dei Nine Inch Nails, uno spaccato sulla vita depravata e fragile dello starsystem anni ’90: tutto viene raccontato con determinazione crudezza, velando appena lo sguardo sulle cose più atroci con un sentire tutto femminile, che alla fine rende il libro riuscito. Lontano dall’essere una manovra riabilitativa a uso e consumo del personaggio Courtney - anche se in parte l’intento può essere stato quello - questo libro prova a raccontare una sua verità per chi, dopo i bombardamenti mediatici, abbia ancora voglia di ascoltare qualcosa sulla vedova Cobain e la sua storia. E di saperne di più sulla sua musica.

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