Camera Obscura - DESIRE LINES - la recensione

Quinto album in casa Camera Obscura, combo indie pop scozzese in attività dal 1996. “Desire lines” arriva a ben quattro anni di distanza dal precedente “My Maudlin career” (periodo durante il quale per vicissitudini legate a salute e vari problemi di famiglia, la band è stata più volte sul punto di sciogliersi), conta dodici brani e si avvale della produzione della mano esperta di Tucker Martine (il marito della songwriter Laura Veirs, già in precedenza all’opera al fianco di artisti quali My Morning Jacket, Beth Orton, Mudhoney, The Decemberists, Sufjan Stevens e dei R.E.M.).
“Desire lines” non risente però del tempo trascorso e, anzi, mette sul piatto un ottimo alt pop “cameristico”, impreziosito da arrangiamenti come sempre molto curati, archi e inserti sintetici dal sapore gustosamente vintage. Un lavoro fresco e ispirato, e dalla grande solidità strutturale, costruito intorno al songwriting pulito di Tracyanne Campbell e soci, all’insegna di melodie molto soffici e vagamente malinconiche in stile Belle & Sebastian. Una conferma importante (visto il travagliatissimo passato recente) per una band ormai matura e ancora lontana dall’aver esaurito le potenzialità del proprio sound.