Akron/Family - SUB VERSES - la recensione

Il nuovo lavoro in casa Akron/Family si intitola “Sub verses” ed è il sesto album in studio firmato dalla band folk sperimentale nata nel 2002, attualmente composta dal trio Dana Janssen / Seth Olinsky / Miles Seaton. Registrato tra Seattle ed El Paso e prodotto da Randall Dunn, “Sub verses” si compone di dieci pezzi per un totale di più di cinquanta minuti. Un disco che ci restituisce un collettivo (perché di collettivo trattasi) alle prese con un sostanziale processo di rinnovamento in termini di songwriting resosi ormai necessario dopo l’abbandono, nel 2007, di Ryan Vanderhoof (e viste le successive prove incolore). Saldi al cosiddetto freak folk che ne ha sempre contraddistinto la produzione, gli Akron/Family di “Sub verses” si fanno dunque apprezzare per la rinnovata vena creativa riportata al livello dei fasti del periodo d’esordio e particolarmente debitrice, nello specifico, nei confronti di un certo tipo di psichedelia prog di matrice Pinkfloydiana (riferimento suggerito dalla copertina stessa del disco) / Animal Collective. Un lavoro volutamente corposo e denso: sono undici i pezzi in scaletta per una durata di poco superiore ai cinquanta minuti in cui si alternano episodi più ostici, pesantemente venati di prog e jazz, ad altri dal sapore più pop. Da segnalare infine la presenza dell’amico Michael Gira, carismatico frontman degli Swans, qui accreditato in veste di “quotation author”.