Zola Jesus - ARKHON - la recensione

Zola Jesus è un'artista molto prolifica. “Conatus” è infatti il suo terzo disco in tre anni, seguito di “The spoils” del 2009 e “Stridulum II” del 2010, senza contare tre EP, l'ultimo dei quali (“Valusia”) dato alle stampe giusto un anno fa. Ora Nika Roza Danilova, nativa del Wisconsin ma con chiare origini russe, torna con un disco prodotto in collaborazione con Brian Foote (aka Nudge), noto per i suoi lavori vicini alla musica sperimentale con i Jackie-O-Motherfucker. Il risultato è un lavoro in cui si miscelano ancora una volta elettronica, sfumature dark ed industrial e sonorità classiche, caratterizzate dalla profonda voce di Zola Jesus. In questo capitolo sono maggiormente presenti suoni acustici, in particolare gli archi, ed alcuni arrangiamenti leggermente più electro-pop rispetto al passato.
In merito al suo nuovo lavoro la Danilova ha affermato: “E' un disco interamente introspettivo, vi sono rappresentati paesaggi reali e sogni. Ho cercato di analizzare e forzare le mie abitudini musicali per fare in modo che ogni ascoltatore possa sentire ogni brano a livello personale, farlo proprio.”
Il titolo “Conatus” è una parola latina che significa impresa, tentativo. La cantante, attualmente residente a Los Angeles, ha dichiarato che per lei l'impresa è stata quella di fare un passo in avanti nel suo approccio alla musica.