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«PSYCHODONNA - Rachele Bastreghi» la recensione di Rockol

La Rachele Bastreghi di “Psychodonna” è una musicista pronta a mettersi in gioco

L’artista toscana, nota ai più come "anima femminile" dei Baustelle, pubblica il suo primo album solista: un viaggio dentro la musica e l’universo, sia femminile che umano, della cantautrice.

Recensione del 14 mag 2021 a cura di Elena Palmieri

Voto 7.5/10

La recensione

È un’esigenza espressiva quella che ha spinto Rachele Bastreghi - nota ai più come cantante, compositrice e "anima femminile" dei Baustelle - a lavorare al suo primo album in proprio, “Psychodonna”, uscito il 30 aprile 2021. Mentre il suo esordio solista con l’Ep “Marie” del 2015 arrivava a seguito della sua partecipazione alla serie televisiva di Rai 1 “Questo nostro amore 70”, il nuovo disco della musicista toscana è nato dalla voglia di intraprendere un percorso introspettivo e di mettersi in gioco non solo come cantautrice, ma anche come compositrice per dimostrare che una donna può essere più di un’interprete. “Il titolo ‘Psychodonna’ fa riferimento a un universo di un certo tipo di donna, che non ha paura di guardarsi, di essere libera e scoprire tutte le proprie sfumature, compresi i propri lati opposti”, ha infatti raccontato Rachele Bastreghi. Ha anche spiegato: “Mi piaceva ribadire il concetto di donna. Forse sentivo di voler sottolineare, in questa società e in questo momento, una parte considerata ancora debole, che invece secondo me dovrebbe uscire fuori come una complessità ancora più bella”. 

Dentro la musica di Rachele Bastreghi

“Psychodonna” è un viaggio dentro la musica e l’universo, sia femminile che umano, di Rachele Bastreghi. Il disco, a cui l’artista ha lavorato per due anni dopo la conclusione del tour dei Baustelle e che ha prodotto personalmente insieme a Mario Conte, è un mondo di parole e suoni che svelano rispettivamente l’anima e il talento della musicista toscana. Per questo album, infatti, la cantautrice ha curato personalmente la composizione e la scrittura delle canzoni per dare forma a un’ambiente sonoro in cui si riconoscono tanto l’esperienza maturata con il gruppo di “La malavita” quanto la sua personale cifra stilistica. Così, lasciandosi ispirare da Sébastien Tellier, Ennio Morricone, Serge e Charlotte Gainsbourg e dai lavori di Franco Battiato degli anni ’70, Rachele Bastreghi ha plasmato il sound energico delle nove tracce di “Psychodonna”, in cui il suono del pianoforte o quello del clavicembalo incontrano la musica elettronica. 

Con “Poi mi tiro su”, per esempio, la voce profonda di Rachele, incastrata in un tappeto di tastiere, synth ed effetti, introduce l’ascoltatore all’interno di un viaggio dove sperimentazione musicale, emotività, consapevolezza e accettazione sono il punto focale dell’album. “Ogni tanto succede che / Mi spavento del niente / Che poi niente non è / Un raccolto dolente / Un po' di male innocente / Ma poi mi tiro su”, canta la musicista toscana nel brano che apre il suo primo album in studio. Questo percorso, una volta indagati gli stati depressivi nella prima traccia e aver colto il ritratto di Rachele Bastreghi in “Lei”, si trasforma in un ballo sfrenato in canzoni come - tra le altre - “Not for me”. Al ritmo elettronico e impulsivo del terzo pezzo di “Psychodonna”, in cui si inseriscono passaggi recitati in inglese da Gloria Navone, l’artista sprona sia se stessa che gli altri a rialzarsi e a ballare, per lasciarsi alle spalle il dolore e uscire allo scoperto. Dalla dolcezza di “Come Harry Stanton”, invece, emerge il tema della ricerca di sé, che l’artista affronta affidandosi al proprio mondo sonoro, che guarda alle composizioni di Morricone - in particolar modo al lavoro del compositore per “Vergogna Schifosi” - ma anche alla raffinatezza di alcune melodie più pop.

Le “eroine” di “Psychodonna”

Per trovare la forza e il coraggio di scavare dentro se stessa e dare origine alla riflessione di “Psychodonna”, un discorso intimo ma che parla anche ad altre donne, Rachele Bastreghi si è lasciata ispirare da varie figure femminili. Le “eroine” a cui l’artista ha guardato come fonte d’ispirazione sono, per esempio, la scrittrice Virginia Woolf, la poetessa Anne Sexton - di una sua poesia sono proposti alcuni versi in “Resistenza” - o Penelope, personaggio della mitologia greca che ha influenzato il titolo del singolo con Silvia Calderoni. “Ore e ore dentro il compito / Dentro un marchingegno semiscenico / Un vestito, un’armatura / Cantare contro la paura”, canta Rachele in “Penelope”, un brano synth-pop che vede la cantautrice raccontare quel momento in cui riesce a liberarsi da ansie e armature. 

Tra le figure femminili che rientrano nel modello di donna ed esempio di coraggio che Rachele Bastreghi ha voluto rappresentare con “Psychodonna”, c’è anche Anna Oxa. La tracklist dell’album, infatti, include anche una versione dell’artista toscana del brano “Fatelo con me”, originariamente pubblicato nella prima prova sulla lunga distanza della voce di "Un'emozione da poco”, “Oxanna” del 1978. Nel rileggere il brano Rachele si è spinta verso un ritmo più veloce, rifacendosi a provocazioni in stile Suicide, ma ha cercato di rimanere fedele all’attitudine liberatoria della versione originale, mantenendo anche quell’outro di ispirazione beatlesiana.

Un'esperienza personale proiettata verso una dimensione collettiva

Il primo album solista di Rachele Bastreghi è una sorta di diario personale, un’esperienza individuale che, però, si proietta verso una dimensione collettiva. Per questo motivo “Psychodonna” da un viaggio introspettivo e intimo diventa un ballo a cui siamo tutti invitati a unirci, e a cui hanno partecipato altri artisti e altre donne. Alla realizzazione del disco, infatti, hanno collaborato, oltre a Mario Conte, anche Colapesce, Fabio Rondanini, Marco Carusino e Roberto Dellera. Rachele, però, ha deciso di appoggiarsi a loro solo per la parte strumentale, scegliendo di dare voce alle donne. Oltre a Silvia Calderoni in “Penelope”, “Psychodonna” conta del contributo di Meg e Chiara Mastroianni per il racconto della genesi di una storia d’amore in “Due ragazze a Roma”, un brano influenzato dal pop sintetico e carico di sensualità che si presenta come uno dei momenti più interessanti di questo lavoro. 

L’idea di presentare un disco personale e allo stesso tempo condivisibile si concretizza maggiormente nella title track di “Psychodonna”, nata come un pezzo strumentale in cui poi è stato inserito un collage di voci femminili. “È un invito a uscire allo scoperto, come facevano le eroine e le scrittrici a cui mi sono anche un po’ ispirata, dalle quali ho preso esempio per questa idea di lotta per cercare di portare all’esterno, per cercare di emanciparsi, per cercare di portare avanti il proprio discorso”, ha spiegato Rachele a proposito del brano che, come l’intero album, vede l’artista non ricalcare le melodie più pop e inebrianti degli ultimi lavori dei Baustelle ma raggiungere una propria identità precisa, rivelando così la sua personalità. 

Tracklist

01. Poi mi tiro su (03:59)
02. Lei (03:34)
03. Not for me (04:27)
04. Come Harry Stanton (04:30)
05. Penelope (feat. Silvia Calderoni) (04:02)
06. Due ragazze a Roma (feat. Meg, Chiara Mastroianni) (04:59)
07. Psychodonna (04:36)
08. Fatelo con me (03:26)
09. Resistenze (04:35)

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