Quei 20 minuti di Prince che dovresti rivedere

Il 21 novembre uscirà l’edizione deluxe di “Around the world in a day”, il disco con cui Prince sorprese tutti appena 15 giorni dopo la fine del “Purple rain tour”. A distanza di 40 anni, “Around the world” torna meticolosamente remixato in Dolby Atmos dal protégé di Prince, il fonico nominato ai Grammy Chris James, a partire dai master multitraccia originali. Un’uscita che da un lato ci ricorda la grandezza di Prince ma, dall’altro, ci fa sentire ancora di più la sua mancanza. Certi vecchi filmati, però, vengono in nostro soccorso. Come quello qui sotto.
È il 1° giugno del 2014. Prince suona allo Zénith di Parigi. Sarà la sua ultima esibizione nella capitale francese. La data fa parte del tour europeo "Hit and run part II" e sul palco His Royal Badness è accompagnato dalle 3RDEYEGIRL, band funk rock americana che lo seguirà dal 2014 fino al 2016, cioè fino alla fine. Hannah Welton alla batteria, Donna Grantis alla chitarra e Ida Kristine Nielsen al basso. Un girl power che non può lasciare indifferenti – come niente, del resto, lascia indifferenti nella carriera e nelle scelte di Prince. A partire dai maxischermi alle sue spalle, dalle grafiche che vi campeggiano e dal modo in cui interagisce con chi ha il privilegio di guardarlo.
La presenza scenica non è un elemento trascurabile nei suoi show. Ci sono artisti che ascolti in studio, e va bene così. Ce ne sono altri che vanno visti, oltre che ascoltati. Prince è uno di questi. Costumi usciti direttamente da Hollywood, carisma a vagonate, presa sul pubblico che da zero a cento: quattrocentocinquanta. Soprattutto quando si inventa serate così, con medley matti e un’energia spiegabile solo dallo strano allineamento dei pianeti che strega l’universo prima di ogni sua esibizione - e che la scienza deve ancora intercettare.
Il 1° giugno del 2014 il Folletto di Minneapolis mescola “Let’s go crazy”, “Take me with u”, “Raspberry beret”, “U got the look” e, per finire, un mashup tra “Don’t stop ’til you get enough” di Michael Jackson e “Cool”, il brano prodotto e arrangiato per The Time. Una sequenza fluida di brani iconici, con transizioni tra generi anche molto diversi tra loro, perché l’intento è chiaro: rappresentare il più possibile l’eclettismo di Prince nelle varie sfumature del suo stile, dal rock al funk al pop.
Il basso di Nielsen è il motore ritmico che dirige e mantiene il groove tra un arrangiamento e l’altro; mai solo accompagnamento ma elemento centrale, con una sua identità ben precisa. Discorso che va esteso anche a Welton e Grantis. Chitarre taglienti, ritmi serrati, basso incisivo, batteria energica: le 3RDEYEGIR si sposano alla perfezione con il repertorio di Prince. Venti minuti di pura follia, magia, genio e sregolatezza. Un medley che contiene tutto lo spirito di un chitarrista troppo sottovalutato: il virtuosismo musicale, ma mai fine a sé stesso, sempre rivolto al pubblico, per divertirlo, sedurlo, ipnotizzarlo; la continua voglia di cambiare, di rivoluzionare le scalette; la spontaneità che solo l’improvvisazione più pazza può garantire; l’energia che non cala mai, neanche per un secondo, neanche per sbaglio. Sempre sia lodato TAFKAP, The Artist Formerly Known As Prince.