"Home": il suono caldo, maturo e accogliente dei Rhye
Quarto disco per il progetto musicale del cantante Mike Milosh. In "Home" lo stile è più centrato musicalmente ma, allo stesso tempo, più eclettico nei generi, con alcuni episodi decisamente più funk e dance.
Giunti al quarto disco dei Rhye non è più tempo di sorprenderci per la voce soffice, sensuale e ambigua di Mike Milosh, ormai riconoscibile e familiare. Nel frattempo infatti lo stile dei Rhye si è affinato e allargato sia nella composizione che nella produzione, pur mantendo quel trademark di eleganza e sofisticatezza.
Il concetto di casa in musica
Dopo tre anni in giro per il mondo a suonare (in Italia solo una timida apparizione nell'estate del 2018 al festival Sexto 'nplugged in provincia di Pordenone), il canadese Milosh ha trovato a Santa Monica la propria dimora ed è proprio a questa stabilità (divenuta poi forzata con la pandemia) a cui è dedicato il disco, “l'idea di creare un luogo sicuro che non solo favorisca la creatività, ma che sia veramente un punto di ancoraggio da cui partire per fare arte ed essere creativi” scrive nelle note di copertina.
“Come in closer” è la canzone manifesto del disco, in cui Milosh accoglie una persona con "Sei sopravvissuto a queste acque agitate e i tuoi capelli sono ancora bagnati / Entra a ripararti dal freddo" dove gli archi hanno le stesso effetto di una doccia calda e il linea di basso dà un tocco funk al tutto.
Uno stile più eclettico
Quel che colpisce di questo disco è l'ampliamento dei generi rispetto ai dischi precedenti dei Rhye. “Black Rain” è il primo pezzo dance del gruppo tra “Billie Jean” e disco anni 70, “Hold you down” è un funk minimale che colpisce al primo ascolto, mentre “Need a Lover” è un cambio di abito, con una semplice chitarra acustica che sostituisce il consueto tappeto di synth e archi. Anche i brani classici à la Rhye come “Safeword”, “Sweetest Revenge” e “Beautiful” sono un sostanziale passo avanti musicale grazie alla sempre più precisa produzione di Milosh e al brillante missaggio dell'ingegnere del suono Alan Moulder (già con Nine Inch Nails, Depeche Mode e Killers).
“Intro” e “Outro”
Ad aprire e chiudere il disco due meravigliose tracce a cappella eseguite da Danish Girls Choir che rispettivamente avvolgono e preparano l'ascoltatore al mondo sonoro dei Rhye così come, allo stesso modo, lo congedano nel modo più gentile possibile.
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