«AMOR, REQUIEM
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Voodoo Kid»
la recensione di Rockol
Voodoo Kid, non c’è musica senza libertà
L’artista bresciana, sull’onda di un’influenza inglese, pubblica il suo primo album “amor, requiem”, un manifesto di suoni e sentimenti della Generazione Z.
Dietro il nome Voodoo Kid si cela la bresciana Marianna Pluda, classe 1995, formatasi artisticamente in Inghilterra: si forma alla University di Westminster di Londra dove studia Commercial and Popular Music Performance e già nel novembre del 2017, dopo svariate recensioni da parte di numerose testate, viene notata grazie alla sua band, i Red Lines.
Con un sound che oscilla tra R&B, urban e pop, l’artista e producer si ispira a sonorità e colori di progetti come The Weeknd, Frank Ocean, SZA e Lana Del Rey, cercando di dare forma e concretezza alle idee che le passano per la testa, cavalcando una parte lirica intangibile e un’estetica dal forte impatto. I richiami all’arte e alla sua potenza di immagine hanno radici in personalità come quella di Childish Gambino, uno dei suoi punti di riferimento.
Superare le difficoltà con la musica
“Per me la musica non è solo una passione, ma anche un mezzo espressivo che mi consente di superare a modo mio le difficoltà”, ha spiegato l’artista.
Fra quest’ultime c’è la dislessia, di cui è affetta. Il suo disco, anticipato dai singoli “Domino” e “Non è per te”, vede la collaborazione di alcuni tra i più talentuosi producer italiani, da Renzo Stone (Ghali, Mike Lennon) ai 2nd Roof (Salmo, Marracash), passando per i Mamakass (Coma Cose), Dario Bass ed Emanuele Triglia. Il progetto “amor, requiem” è breve, è composto da solo otto pezzi: testualmente è semplice, ma evocativo, ha la forza di creare e di dare solidità a un immaginario in cui possono convivere un pop onirico, ma anche un hip hop old-school quasi spiazzante. Il tutto, in diversi frangenti, è venato anche da un vento malinconico e dark. “È come un concept album che dipinge le diverse fasi di una relazione, dal suo sbocciare, al suo appassire, e ho deciso di lasciarmi ispirare dalle mie esperienze personali per tracciare i contorni e i confini di un tema che tutti quanti sentiamo e viviamo quotidianamente”, ha continuato Voodoo Kid. La copertina del disco, realizzata da Corrado Grilli, svela da subito il fil rouge dell’album.
Colonna sonora della Generazione Z
Ascoltandolo nella sua interezza si sente battere il cuore della Generazione Z, libera, fluida e genderless che non vuole barriere in amore, che non ha paura di mostrare i propri sentimenti, di buttarli in faccia al mondo intero senza la vergogna di essere fragili. Un anelito di libertà è già presente nel suo nome: sceglie di chiamarsi “Kid”, che è un termine neutro, slegato da ogni appartenenza di genere, perché ama definirsi più attraverso quello che è, una “mai adulta”, rispetto a quello che sembra. Le canzoni, fra suoni e richiami, sono figlie delle sue passioni: oltre alla musica, i manga giapponesi, i videogames, la letteratura, il cinema d’autore e le serie tv. “Rasoi”, “Tvb” e la stessa “Domino” meritano un ascolto perché capaci di creare un’atmosfera, magari non ancora del tutto matura e definita, ma interessante.
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