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«MOISTURIZER - Wet Leg» la recensione di Rockol

Wet Leg, "Moisturizer": oltre l’ironia, tra urla e vertigini

Intelligenti, sexy e più forti: Rhian Teasdale e Hester Chambers alla prova del secondo album

Recensione del 20 lug 2025 a cura di Elena Palmieri

Voto 8/10

La recensione

C’è qualcosa di profondamente irriverente, ma anche di inevitabile, nel percorso delle Wet Leg. Il progetto nasce quasi per scherzo, quando Rhian Teasdale e Hester Chambers — la cui amicizia è nata quando erano studentesse di musica dell’Isola di Wight— decidono di formare una band durante un giro su una ruota panoramica. La band esplode nel 2021 con il primo singolo, “Chaise longue”, una canzone costruita su ironia e doppi sensi che diceva: “I went to school and I got the big D”. Rhian e Hester vengono catapultate al centro della scena indie internazionale: Dave Grohl le definisce una delle cose migliori capitate alla musica negli ultimi anni, prima di unirsi a loro al Coachella 2023 per urlare insieme il celebre “scream” di Ur Mum, indossando per l’occasione una maglietta con la scritta “Wet Dad”. Prima un tour con i Foo Fighters, quindi, oggi, nel 2025, le Wet Leg aprono i concerti di Olivia Rodrigo. Se il primo album, “Wet Leg” (qui la nostra recensione), era una rivelazione, un’epifania lo-fi da indie party, “Moisturizer” è un secondo album che scarta la scorciatoia dell’ironia e cerca la vertigine emotiva.

“Moisturizer”

Il nuovo disco si tuffa in qualcosa di più profondo, e lo fa con mezzi nuovi e una band vera: Josh Mobaraki, Ellis Durand, Henry Holmes si uniscono a Rhian Teasdale e Hester Chambers non più solo sul palco, ma anche in studio di registrazione. La chitarra post-punk non è più l'unico elemento centrale: c'è a spazio per i synth Anni Ottanta, come nel brano "Pokemon", ma anche per l'influenza subita da figure come Kate Bush o Fiona Apple in "11:21". L'intensità elettrica di "CPR" apre "Moisturizer", e Teasdale imposta il tono del disco tra desiderio e pulsione autodistruttiva: "Is it love or suicide?", è la domanda che anticipa il ritornello. Seppur più rari che nel primo disco, riff garage rock e frecciate pungenti fanno capolino fin dal primo singolo “Catch these fists", in cui frenesia e provocazioni non mancano: “Man down / Level up”, è un po' il motto.

Dopo una ballata distorta ma zuccherina come la canzone intitolata alla onnipresente conduttrice televisiva britannica Davina McCall, “Liquidize” è un’invocazione dolceamara e in “Don’t speak” l’amore diventa uno snack: “Sweet baby girl, we go like salsa and Doritos”, è la dichiarazione.
Moisturizer” sembra quasi un disco d’amore, o meglio: sull'amore. Ma non è una storia lineare, né romantica nel senso comune. È la scoperta di una nuova identità sentimentale e sessuale da parte di Teasdale, che canta con stupore, spesso senza filtri, della sua relazione queer che le ha cambiato la pelle. “Pillow talk” esplode di libido: “I can make you beg, can make you wet like an aquarium”, mentre il tono si fa spesso adolescenziale, come se l’amore vero arrivasse con la goffaggine del primo, il suono si fa più corposo e ampio. Il ritmo sferzante e la rabbia di "Mangetout" sembra riportare ai fasti indie a una certa irriverenza degli Arctic Monkeys, mentre l'ambiente sonoro della conclusiva "U and me at home" si fa sensuale completando la crescita delle Wet Leg fin dalla loro genesi: "Maybe we could start a band as some kinda joke", attacca la seconda strofa.

Vertigine emotiva

Le Wet Leg non si sono del tutto ammorbidite. Situazioni tossiche ci sono ancora, ai margini, ma arrivano con improvvise confessioni o ringhi inattesi. Non tutto è perfetto: qualche testo inciampa nella ripetizione, qualche immagine è più buffa che incisiva. Ma “Moisturizer” non cerca l’equilibrio, né la forma. È un disco di viscere, di impulsività, di frasi che sembrano battute e diventano rivelazioni. Non è solo l’album della maturità: è quello in cui le Wet Leg smettono di chiedersi se sono una band “seria” o no, e iniziano a farsi la domanda giusta - per citare “Liquidize”: “The fuck am I doing?”.

Tracklist

01. CPR (02:50)
02. liquidize (02:27)
03. catch these fists (03:08)
04. davina mccall (03:47)
05. jennifer's body (02:26)
06. mangetout (03:24)
07. pond song (02:58)
08. pokemon (03:26)
09. pillow talk (02:56)
10. don’t speak (03:13)
11. 11: 21 (03:46)
12. u and me at home (04:01)
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