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«ROSA DEI VENTI - Gaia» la recensione di Rockol

Gaia con “Rosa dei venti” cerca un nuovo equilibrio

La title track: perché non presentare questa a Sanremo 2025?

Recensione del 20 mar 2025 a cura di Claudio Cabona

Voto 6.5/10

La recensione

Il brano “Rosa dei venti” è una luce nel buio delle incertezze. Gaia si mette a nudo, forse come non mai, parla di problemi molto personali, anche di natura mentale, si mostra fragile e allo stesso tempo forte, pronta a sbocciare e a trovare una nuova via. E ascoltandolo viene subito spontanea una domanda: perché non aver presentato un brano come questo, scritto e prodotto molto bene, al Festival di Sanremo appena concluso? Facciamo un passo indietro: sono passati quattro anni dall’ultimo album di Gaia, “Alma”. La cantautrice, 27 anni, si è presa del tempo per dare una nuova direzione alla sua musica.

“Sesso e samba”, la hit dell’estate 2024 con Tony Effe le ha riportato i riflettori addosso, poi è arrivato il Festival di Sanremo 2025 che non è andato probabilmente come sperava, 26° posto con il wannabe tormentone “Chiamo io chiami tu”, ma è stata un’esperienza che le ha comunque permesso, in qualche modo, di rimettersi in gioco. “Rosa dei venti”, il terzo e nuovo album, sui testi del quale, per la prima volta totalmente in italiano, la voce italo-brasiliana ha voluto lavorare in prima persona, è il suo modo per cercare di orientarsi, lasciando il segno tra episodi più personali e brani da ballare, da vivere tra le luci fredde della città e quelle calde e naturali di un sole che scompare nel mare. È composto da 13 tracce, ci sono collaborazioni con Capo Plaza, Guè, Lorenzza e Toquinho, che ritorna dopo il duetto sul palco dell’Ariston.

È un disco prodotto bene, ma solo pochi momenti custodiscono qualche cosa di inedito per chi ascolta la musica della cantante e in generale per il panorama urban e pop italiano. “Beijo (Intro)” è una sorta di preghiera: all’interno i contributi delle persone più importanti della vita di Gaia che la accompagnano e la proteggono attraverso le loro voci: le parole di sua nonna, delle sue sorelle Giorgia e Frida e di suo padre. Il disco si chiude poi simbolicamente, in coda al brano “Vento”, con le parole di sua madre che le augura di sentirsi libera e di volare. In “Fumo blu”, prodotta da Mr. Monkey, c’è l’anima sfacciata, da “baddie” di Gaia, un carnevale elettronico. “Addicted” è un pezzo con vibrazioni reggae, fatto esplodere e poi trasformato in un brano drum'n'bass. Si prosegue con “Chiamo io chiami tu”, un po’ banalotto, e la bella “Rosa dei venti”. L’energica “Maratona”, con quel suo "Questo non è uno sprint, è una maratona", racconta l’importanza di prendersi del tempo per crescere, esattamente come ha fatto lei. 

“Ti fidavi” profuma di già sentito. “Bulletproof” richiama gli anni 2000, oltre al sound di PinkPantheress, “Twin Flames” è colorato, mentre “Moon Veleno” ha una scrittura ibrida, con un uso di alcune parole inglesi che non convince del tutto. “RJ” con Lorenzza è un brano nel segno di un Brasile che unisce le storie di entrambe le protagoniste. Si torna più in profondità con un pezzo che sembra uscito da "L'amore" di Madame, “Cicatrice”: altro esempio di come raccontando storie in modo cristallino si possa fare centro. Il cerchio si chiude con “Vento” insieme al grande Toquinho. È stata scritta nello studio galleggiante di Michelangelo, insieme a lui e Franco 126. Successivamente Alessandro La Cava ha contribuito con alcune modifiche melodiche e Madfingerz e Vigan alla produzione. È un pezzo di natura più tradizionale, che tenta di volare oltre il tempo.

TRACKLIST
Beijo (Intro)
Fumo Blu
Addicted (feat. Guè)
Chiamo io chiami tu
Rosa dei venti
Maratona
Ti fidavi (feat. Capo Plaza)
Bulletproof
Twin Flames
Moon Veleno
RJ (feat. Lorenzza)
Cicatrice
Vento (feat. Toquinho)

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