Rockol30

«THE SCREAMING OF THE VALKYRIES - Cradle Of Filth» la recensione di Rockol

I Cradle of Filth e l’oscurità dell’umanità, tra epica e realismo

La band torna con il nuovo e quattordicesimo album in studio, "The screaming of the valkyries"

Recensione del 19 mar 2025 a cura di Elena Palmieri

Voto 7.5/10

La recensione

Un affresco oscuro, dove mitologia e tormenti interiori si intrecciano in una narrazione gotica: il nuovo e quattordicesimo album in studio dei Cradle of Filth è un grido tra epica e realismo per raccontare l’oscurità dell’umanità. Come suggerisce il titolo, “The screaming of the valkyries”, per questo disco il gruppo si è fatto carico di solennità e ferocia per trasportare l’ascoltatore in un viaggio tra drammaticità e tormento, ma lasciando comunque intravedere un barlume di speranza.

Le valchirie di Dani Filth

Nate dalla mitologia norrena, le Valchirie, ancelle di Odino, cavalcano cieli tempestosi su destrieri spettrali, scegliendo i caduti più valorosi per portarli nel Valhalla. Dopo aver risuonato nella monumentale “Die Walküre” di Richard Wagner e attraversato la letteratura, il cinema e la musica, il loro grido echeggia ora in “The screaming of the valkyries”. “Nel titolo confluiscono tanti elementi diversi”, ha spiegato a Rockol il frontman della band black metal britannica, Dani Filth, nell'intervista: “L’ispirazione principale viene da un verso di una delle canzoni dell’album, ‘When misery was a stranger’. Ho pensato funzionasse alla perfezione: suona molto heavy metal. L’idea di fondo, però, nasce dalla consapevolezza che, al momento, l’umanità è a pochi secondi dalla mezzanotte dell’orologio dell’Apocalisse”. Ha aggiunto: "È un concetto oscuro, certo, ma il fatto che non sia ancora accaduto lascia comunque intravedere un barlume di speranza".

In uscita il 21 marzo, a quattro anni di distanza da "Existence is futile", dopo un periodo pieno di impegni dal vivo per i Cradle of Filth e l'album live "Trouble and their double lives", “The screaming of the valkyries” arriva per presentare una sintesi perfetta della storia musicale della band. Maestosità e brutalità fanno da contraltare ad aperture orchestrali e riff serrati e graffianti. L’album si apre in modo brillante con “To live deliciously”, brano già noto ai fan, pubblicato come seconda anticipazione. Dopo un’introduzione affidata a suoni sommessi, effetti e cori ecclesiastici, il pezzo esplode in un riff martellante e una linea vocale coinvolgente. "In this sea of paradise / We wish to live deliciously / Enchanted, free to every vice", è l'invito del brano ad abbracciare la vita. Il viaggio nel Valhalla è così cominciato, l'ascoltatore può quindi prepararsi agli eventi del terribile Ragnarök.

Racconti mitologici per dannazioni moderne

Con brani come "Demagoguery" e "Non Omnis Moriar", “The screaming of the valkyries” continua a tessere racconti mitologici per narrare situazioni attuali o personali. "Diabology / No apology for a world upon her broken knees / Diabology / Spreading the disease / Demons freed to spree and torture by decree / Of our demagoguery", sentenzia Dani Filth nella seconda traccia del disco, dove si percepiscono echi di "Midian". I Cradle of Filth mescolano aggressività e melodia, mostrando la loro costante evoluzione, senza mai perdere la loro anima gotica. “The trinity of shadows” qui si insinua come prova della riuscita interazione chitarristica tra il veterano Marek Šmerda e il relativamente nuovo Donny Burbage.

L'estetica oscura propria della band viene resa ancora con maestria, mentre arriva il brano che prende il titolo dalla locuzione latina "Non omnis moriar", "Non morirò del tutto". La tragicità è al centro della canzone, ma la classica furia del gruppo è controllata tanto da rendere memorabile questo passaggio, che richiama il glorioso “Nymphetamine”. “White Hellebore” arriva quindi per regalare uno dei momenti migliori, che tra riff imponenti e audaci eleva la performance vocale di Zoe Marie Federoff, che in questo album sembra aver trovato la sua dimensione aggiungendo teatralità con un tocco personale. La batteria è particolarmente degna di nota in “You are my nautilus”, accompagnando le sfumature sonore e le urla di Dani. L’arduo compito di seguire uno dei pezzi migliori dell’album riesce grazie a narrazioni che ampliano lo spettro sonoro del gruppo.

Il cuore nero dei Cradle of Filth

"Malignant perfection", primo singolo di “The screaming of the valkyries”, suona ancora meglio nel contesto dell’album, che trascina poi in un vortice oscuro con "Ex Sanguine Draculae", un altro degli atti più di impatto. In sette minuti, il penultimo brano del disco è una discesa nel gotico horror, un racconto psicologico in musica dove riff serrati e cambi di tempo nervosi amplificano la tensione. "The night runs cavalcade / Fast past this masquerade / Whispered wings and twisted veins / Amidst the pain / And the mist it hangs / With the kiss of dying / Buried in the throats of prey / Fog-ridden, eyes aflame / We shun the light of day / Exalt / Ex Sanguine Draculae": l'atmosfera è cupa, il testo dipinge scenari di decadenza vampiresca e ossessione, un film sonoro che evoca immagini di stanze in penombra e specchi deformanti. Le chitarre alternano progressioni thrash a momenti più atmosferici, mentre Dani Filth modula la voce tra sussurri insinuanti e urla ferali, portando l'ascoltatore in un viaggio di pura inquietudine, ma che suona anche come un buon riassunto della storia della band

Chi ricorda i Cradle of Filth con nostalgia dei classici come "Dusk... and her embrace" e "Cruelty and the beast", farà esperienza di un tuffo nel passato con la conclusiva "When misery was a stranger". La chiusura di “The screaming of the valkyries” è un altro brano che rimarrà: rievoca le atmosfere dell’epoca d’oro del genere, attraverso suoni sinfonici in cui fa capolino il lato più thrash della band e voci femminili che aggiungono profondità, mentre la batteria scuote le fondamenta della canzone.

L'intensità emotiva e il fascino oscuro mantengono alta la tensione per tutto “The screaming of the valkyries”, che renderà onore alla natura divisiva della band, capace di suscitare opinioni contrastanti tra i fan e i critici. Il disco è un lavoro solido che il pubblico più affezionato imparerà ad apprezzare, offrendo abbastanza elementi per accontentare i nostalgici e incorporando varietà e abilità, tra cambi di atmosfere e vocalità. I Cradle of Filth sanno quindi come rendere onore ai loro oltre trent'anni di carriera che, qualsiasi cosa si pensi, li ha visti ergersi come un unicum nella scena metal estrema.

Tracklist

01. To Live Deliciously (05:32)
02. Demagoguery (06:16)
03. The Trinity of Shadows (06:22)
04. Non Omnis Moriar (05:05)
05. White Hellebore (05:04)
06. You Are My Nautilus (07:39)
07. Malignant Perfection (06:45)
08. Ex Sanguine Draculae (07:09)
09. When Misery Was a Stranger (06:21)
Schede:
Tags:

Prossimi articoli

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.