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«JULIANA HATFIELD SINGS ELO - Juliana Hatfield» la recensione di Rockol

L'infallibile metodo Hatfield per coverizzare gli ELO

La cantante del Maine trasforma le canzoni degli Electric Light Orchestra in piccole perle indierock

Recensione del 07 dic 2023 a cura di Michele Boroni

Voto 7.5/10

La recensione

Oggi per artisti e band pop-rock decidere di realizzare un album di cover può essere un'arma a doppio taglio. Da una parte è sicuramente un'operazione relativamente semplice, anche perché la fase di scelta delle canzoni è sicuramente più agevole rispetto a comporre delle nuove, mentre dall'altra se non si ha un'identità sonora ben definita o un concept solido rischia di essere l'ennesimo disco che nessuno noterà e che forse deluderà i fans sia dell'esecutore sia degli interpreti e autori delle canzoni originali. 
Juliana Hatfield è una delle veterane del suono indie-rock americano degli ultimi trent'anni grazie al suo lavoro da solista e per aver militato in varie band (Lemonheads tra tutte). Da qualche anno la Hatfield alterna ai propri lavori solisti, una serie di raccolte di dischi in cui reinterpreta il repertorio di suoi idoli quando era teenager. Lo ha fatto negli anni scorsi con il canzoniere di Olivia Newton-John e con quello dei Police e questa volta si cimenta con i successi degli Electric Light Orchestra (ELO), band capitanata da Jeff Lynne che tra la fine degli anni 70 e anni 80 centrarono una serie di hits pop intrise di prog, influenzate dai Beatles e con archi pomposi e predominanti. 

Il metodo Hatfield è quello di affrontare questo tipo di sfide, trovando canzoni e autori familiari in modo che mantengano la loro atmosfera originale pur portando con sé la sua impronta peculiare. In questo caso con gli ELO l'obiettivo è ancora più centrato perché la chitarrista originaria del Maine, soprattutto nella scelta delle canzoni. Evita infatti le super hits come “Mr. Blue Sky”, “Evil Woman” e “Turn to Stone”, per concentrarsi su pezzi dalla leggera e dolce ariosità, per farle entrare nell'universo sonoro della Hatfield. «Il mio compito era provare a scomporre tutte le cose e ricostruirle fino a quando non le sentissi come mie» così ha dichiarato in una sua intervista. 
Ecco quindi “Strange Magic” e “Can't get out off my head” che inevitabilmente riportano alle melodie dei Beatles. Qua e là anche echi di Teenage Fanclub grazie all'essenzialità della band formata alla batteria di Chris Anzalone e al basso di Ed Valauskas, con la Hatfield che suona la chitarra e gli altri strumenti creando una piacevole intimità, pur mantenendo una forza romantica che non si trasforma mai in nostalgia. A questo contribuisce anche la voce della voce della cantante e chitarrista sobria e sussurrata, mai troppo protagonista o enfatica. 
Ma soprattutto c'è la scelta delle canzoni, per niente banale, che oltre ad alcune straconosciute come “Don't Bring Me down” si riscoprono pezzi più oscuri come come “Secret Messages”, “From the End of the World” e la bellissima “Ordinary Dream”, pezzo del 2001 facente parte della fase finale degli ELO-Jeff Lynne. 
Ecco, è così che si fanno gli album di cover. 
 

Tracklist

01. Sweet Is The Night (03:30)
02. Can't Get It Out Of My Head (04:18)
03. Showdown (03:31)
04. Strange Magic (03:56)
05. Don't Bring Me Down (03:59)
06. Telephone Line (04:44)
07. Secret Messages (03:59)
08. Bluebird Is Dead (04:24)
09. From The End Of The World (03:14)
10. Ordinary Dream (03:25)

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