David Bowie: guida pratica alla mostra non-mostra a Londra

Una stanza con nove bacheche che contengono oggetti legati a diverse fasi della carriera di David Bowie, un ledwall che riproduce le clip di storiche esibizioni o video delle hit del Duca Bianco, una serie di abiti e costumi - venti in tutto - appesi al soffitto, custoditi in speciali sacchetti. È così che si presenta ai visitatori la sezione del V&A East di Londra che ospita la mostra-non mostra dedicata alla rockstar scomparsa nel 2016. E subito viene da chiedersi: «È davvero tutto qui?». Naturalmente no. C’è un misunderstanding di fondo, nel modo con il quale i media hanno presentato l’imponente progetto ospitato dalla branca del Victoria and Albert Museum sita nel non proprio centralissimo Queen Elizabeth Olympic Park di Stratford, a un’ora di viaggio, con i mezzi pubblici, dal centro della capitale britannica: il David Bowie Center, che è stato inaugurato lo scorso 13 settembre, non è propriamente una mostra come quella “David Bowie Is” che fece il giro del mondo, dalla stessa Londra a New York, passando per Toronto, San Paolo, Berlino, Chicago, Melbourne, Tokyo e pure Bologna (oltre 130 mila visitatori tra il 14 luglio e il 13 novembre 2016, l’anno della scomparsa della voce di “Heroes”). Lo dice il titolo stesso: è un centro dedicato a David Bowie, pensato per fan, appassionati e studiosi.
Non è una mostra
Del resto il termine “exhibition”, “mostra”, non compare da nessuna parte nelle descrizioni ufficiali del V&A East, in cui invece si parla di “archivio permanente”. L’ingresso è gratuito, ma i biglietti vanno prenotati sul sito ufficiale del V&A East: vengono rilasciati ogni sei settimane e vanno sold out nel giro di pochi giorni, tanta è la curiosità che a distanza di quasi dieci anni dalla sua morte continua a circondare, soprattutto nel Regno Unito, David Bowie. Lo scorso martedì sono stati rilasciati quelli che consentono di visitare il David Bowie Centre dal 26 ottobre al 1° febbraio 2026. Quel poco che viene mostrato nelle nove bacheche, come la giacca rossa di Aladdin Sane con la saetta disegnata da Freddie Burretti per David Bowie in occasione del “Ziggy Stardust live tour” nel 1973, quella color verde acqua indossata dal musicista nel video di “Life on Mars?”, strumenti musicali come tastiere Korg e sintetizzatori, lo spartito di “Fame” e il testo di “Fascination” scritto a mano, è in realtà solo una piccolissima parte di ciò che compone questo archivio.

Ma gli oggetti, quindi, dove sono conservati?
Gli oggetti, 90 mila in tutto, sono conservati nei magazzini del V&A East: i visitatori possono chiedere degli “incontri ravvicinati” con gli oggetti facendo richiesta, naturalmente settimane prima della visita, attraverso la compilazione di appositi moduli che devono essere vagliati dallo staff del museo londinese. L’articolo più richiesto, fanno sapere gli organizzatori, è l’iconica giacca che riproduce il tema della bandiera del Regno Unito che David Bowie indossò sul palco del Madison Square Garden di New York in occasione del concerto organizzato per festeggiare i suoi cinquant’anni, disegnata da Alexander McQueen. Tra gli oggetti conservati ci sono il primo strumento musicale mai posseduto da David Bowie (un sassofono che gli fu donato dal padre nei primi Anni ’60), costumi iconici, scenografie, pupazzi a grandezza naturale realizzati da Jim Henson che riproducono i vari personaggi interpretati da Bowie per un video musicale mai pubblicato, una vasta collezione di scritti, schizzi, storyboard, testi manoscritti e inediti, opere d’arte digitali, spartiti e lettere private di Bowie che fanno emergere lati interessanti del suo processo creativo e delle idee alla base di alcuni dei suoi epocali progetti.


Il musical inedito
Tra i progetti inediti svelati al pubblico grazie all’operazione frutto della collaborazione tra David Bowie Estate, Blavatnik Family Foundation e Warner Music Group, c’è anche un musical al quale la rockstar continuò a lavorare fino alla sua morte, rimasto incompiuto: intitolato “The spectator”, era ambientato a Covent Garden nel 1700 e si apriva con la drammatica esecuzione pubblica, realmente accaduta, del famigerato criminale Jack Sheppard, il 16 novembre 1724. Tristram Hunt, direttore del V&A, sottolinea: «Siamo entusiasti di prenderci cura dell'incredibile archivio di Bowie, rivelando nuovi spunti sulla sua creatività e sulla sua eredità, e di renderlo accessibile a tutti al V&A East Storehouse». Madeleine Haddon, curatrice del V&A East, aggiunge: «Bowie è stato un creativo multidisciplinare, un pioniere – musicista, attore, scrittore, performer e icona culturale – che ha lavorato in un modo in cui molti giovani creativi oggi lavorano, muovono fluidamente tra le discipline. Lavori come "The spectator", tra gli altri progetti ospitati dall'archivio, rivelano la sua continua spinta a sperimentare idee e forme creative che sfidano i limiti nel corso della sua vita e della sua carriera, nonché il suo meticoloso processo creativo, che i visitatori possono approfondire».