Yo La Tengo, canzoni per un mondo stupido

Reinventarsi e ancora reinventarsi, tra mille e più possibilità. Gli Yo La Tengo di questa singolare coerenza ne hanno fatto la propria filosofia stilistica, anche quando idee e suoni paiono arrivare da ogni dove. Un ulteriore aggiornamento alla moderna psichedelia rock del trio di Hoboken, New Jersey, arriva ora con l’ultimo “This Stupid World”, con cui la band fa i conti con le follie di un mondo che dalla pandemia non sembra aver imparato poi tanto. 

Buona la prima

Le origini del nuovo lavoro arrivano proprio da quel periodo complicato, quando il terzetto statunitense si è proposto a un mondo in pausa forzata con le improvvisazioni in sala prove di “We Have Amnesia Sometimes”. A distanza di circa due anni e mezzo da quell’esperienza e dopo aver “bucato” la consegna del materiale alla propria etichetta, prevista in prima battuta per lo scorso giugno, Ira Kaplan, Georgia Hubley e James McNew hanno scelto di ripetere nuovamente la medesima formula di registrazione, utilizzando una sola take per ciascuno dei nove brani che formano il disco. 

In questo modo, per il gruppo si conserva non solo il calore originario delle tracce, ma anche tutte quelle emozioni che le hanno generate. E sono proprio i sentimenti a farsi sentire lungo tutto “This Stupid World”, composto in uguale misura da una inquieta leggerezza e una costante dose di rassegnazione, per una miscela insieme esplosiva e agrodolce. “Ogni giorno, fa male guardare”, canta Kaplan all'inizio della magnetica “Fallout”, mentre in “Until It happens” ricorda che gli avvenimenti drammatici della vita non sono certo problemi che riguardano solo qualcun altro.  

Ecco il baratro

Combinando pulsione dark e spinte rumoristiche, pop e divagazioni dreamy, Sonic Youth e Velvet Underground, il sedicesimo album del terzetto porta in scena una quotidianità sempre più complessa da mettere a fuoco: “Mi allontanerei se solo potessi”, intonano malinconici in “Apology letter”, scoperchiando il baratro che ci circonda.

Tra chiaroscuri e squarci noise, ecco farsi largo la foschia di “Sinatra drive breakdown”, le riflessioni di “Aselestine” o di “Brain capers” fino alla soffice dolcezza della conclusiva “Miles away”. Ancora, liriche pungenti e chitarre spigolose si alternano lungo l’intero percorso, finendo pure per sovrastarsi nel pezzo che dà il titolo all’album.

Pace e rumore

Con le proprie palpitazioni messe in mostra, gli Yo La Tengo riescono però a mantenere un tono di disincantata armonia. Dopo quasi quarant’anni di onorata carriera da perfetti outsider continuano a essere un trio che segue una traiettoria tutta personale, così quando ci si accorge di vivere una realtà a tratti sconclusionata, come messo in mostra in questo “This Stupid World”, poter contare sugli amici cambia radicalmente le prospettive. L’abisso, forse, può attendere.