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«EVERY LOSER - Iggy Pop» la recensione di Rockol

Iggy Pop è ancora rilevante per la musica che fa

Con “Every loser” l’artista centra un buon lavoro in onore dello status leggendario che mantiene

Recensione del 07 gen 2023 a cura di Elena Palmieri

Voto 8/10

La recensione

“Got a dick and 2 balls, that's more than you all”, ringhia Iggy Pop nelle prime battute del suo nuovo album in studio solista “Every Loser”. Schitarrate graffianti, batterie frenetiche e una giusta dose di autoironia aprono con il singolo “Frenzy” il disco che, a distanza di oltre tre anni dal precedente “Free”, ritrova l’”Iguana del Rock” come non lo si sentiva da tempo.

È ormai radicata nella coscienza pubblica l’immagine di Iggy Pop senza maglietta, con indosso dei jeans a vita bassa e i capelli biondi lunghi. Nonostante negli ultimi anni l’ormai 75enne artista abbia sperimentato in più occasioni strade nuove e diverse, anche molto distanti dal rock, è difficile dire se il fondatore degli Stooges e "Padrino del punk” sia riuscito a resistere alla tentazione di rimanere a petto nudo improvvisandosi crooner jazz per “Préliminaires” del 2009, o mentre cantava in francese cover di Beatles e Serge Gainsbourg in quell’album spiazzante che è stato “Après” nel 2012. È facile immaginarlo così anche durante il lavoro con Josh Homme su “Post pop depression” del 2016 o intento a recitare scritti e poesie di Lou Reed e Dylan Thomas sorprendendo ancora una volta nel 2019 con “Free”. Dopo tutto, seppur accompagnato da un’orchestra e con una versione più elegante dei suoi tipici pantaloni calanti, solo lo scorso agosto a Mantova Iggy Pop si è nuovamente presentato su un palco - anche in Italia - senza maglietta e ancora oggi, alla sua età, mantiene uno status leggendario, del sopravvissuto alla propria sregolatezza che gode di rispetto senza riserve.

Per il 2023, però, Mr. James Newell Osterberg Jr. ha deciso di tornare con un nuovo album, il suo 19esimo da solista, per ricordare e ribadire quanto rilevante è ancora grazie alla musica che fa, più che per la sua iconicità. Per farlo Iggy ha scelto di giocare proprio con il suo status, cambiare nuovamente rotta e recuperare una certa frenesia hardcore del passato, insieme a chitarroni e batterie veloci, senza dimenticare di osare comunque con ballate o brani dal sapore più pop-rock. “I'm sick of the squeeze, I'm sick of the tease / I’m sick of the freeze, I'm sick of disease / So give me a try before I fucking die / My mind is on fire, when I oughta retire?”, è la dichiarazione che, simile a una presa di coscienza, Iggy Pop lancia all’inizio dell’album, quasi come a voler sfidare il tempo con lucidità e rispetto per l’aggressività e la sfacciataggine che caratterizzano la sua immagine storica, ma con autoironia. La stessa mentalità porta l’artista a riflettere sulla propria condizione con divertimento nel brano “Modern day rip off” che, tra echi agli Stooges dell’era “Raw power”, lo vede addirittura lamentarsi: “I ran out of blow a long time ago / I can't smoke a J or my guts fly away”.

Anche se sono lontani i tempi e le possibilità per parlare di “capolavori”, “Every loser” è un buon lavoro e Iggy Pop centra un ritorno alle origini chiassoso, rumoroso, tagliente e canzonatorio, riuscendo a onorare l’indubbia importanza del suo ruolo nella storia del rock grazie al suo repertorio sia solista che con gli Stooges. Nel nuovo disco Mr. Osterberg si concede la libertà di mettere in mostra una creatività ancora vibrante di idee, che sa essere riflessiva ma grottesca, astuta e a volte frivola. Per questo nuovo capitolo della sua carriera condotta selvaggiamente per circa sessant’anni, Iggy si è affidato all’aiuto del produttore Andrew Watt che, oltre a collaborare con Miley Cyrus, Morrissey ed Elton John, ha dimostrato di saper alimentare il fuoco delle leggende lavorando con Ozzy Osbourne sui suoi ultimi due lavori di studio, “Ordinary man” e “Patient Number 9”. All’album, il quale include inoltre alcuni contributi lasciati dal compianto batterista dei Foo Fighters Taylor Hawkins, scomparso lo scorso 25 marzo all'età di 50 anni, hanno collaborato anche il bassista dei Guns N' Roses Duff McKagan, il batterista dei Red Hot Chili Peppers Chad Smith, Travis Barker dei Blink 182, Stone Gossard, Josh Klinghoffer e Dave Navarro ed Eric Avery dei Jane's Addiction.

Grazie al tocco di Watt, impegnato anche alla chitarra e ai cori, “Every loser” è un lavoro alla Iggy Pop come ci si aspetterebbe, ma con un’anima contemporanea e un controllato senso di spensieratezza, i quale non snaturano la voce e il carattere inimitabili dell’”Iguana”. Così, mentre in brani come “Neo punk” viene elogiato il lascito e l’influenza del musicista, il disco presenta anche vie alternative con, per esempio, le incursioni elettroniche di “Strung out Johnny” e il pop-rock dai respiri folk di “New Atlantis”. In questo contesto si trovano anche il suono secco e la voce nervosa di Iggy Pop in “All the way down”, in cui si affrontano tematiche come il cambiamento climatico, o la smania della scatenata “Comments” e “The Regency”, che offrono alcune delle ultime registrazioni di Taylor Hawkins. La delicatezza della ballata “Morning show”, dal canto suo, vede l’artista affrontare l’avanzare dell’età, la vulnerabilità e la propria quotidianità. Con la stessa decisione con cui in questa traccia afferma che “I'll fix my face and go / Go and do the morning show”, Iggy Pop nel presentare “Every loser” ha dichiarato: “Sono il ragazzo senza camicia che spacca”. E, mentre si avvia verso i 76 anni, se la cava ancora molto bene.

Tracklist

01. Frenzy (03:00)
02. Strung Out Johnny (04:13)
03. New Atlantis (04:08)
04. Modern Day Ripoff (03:29)
05. Morning Show (03:47)
06. The News For Andy (Interlude) (00:55)
07. Neo Punk (02:15)
08. All The Way Down (04:29)
09. Comments (03:53)
10. My Animus (Interlude) (01:02)
11. The Regency (05:42)
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