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«NEBRASKA - Ryan Adams» la recensione di Rockol

Ryan Adams ha trasformato "Nebraska" in "Tunnel of love"

Il cantautore rilegge il classico di Springsteen, cambiandone suoni e atmosfere

Recensione del 21 dic 2022 a cura di Gianni Sibilla

Voto 6/10

La recensione

Ryan Adams è tornato alle vecchie abitudini musicali. Anzi è la versione aumentata del cantautore iper-prolifico di qualche anno fa. Negli ultimi 2 anni ha pubblicato 7 dischi. Sette: lo scrivo in lettere, così è chiaro che non ci sono refusi. È stato il suo modo di tornare in pubblico dopo le accuse di molestie che nel 2019 hanno praticamente azzerato la sua carriera. Un ritorno lento e tortuoso, non privo di ulteriori polemiche e accuse, segnato prima dalla pubblicazione album originariamente rimandati - la trilogia "Wednesdays", "Big colors" e "Chris", poi una serie di progetti, non sempre a fuoco:  "Devolver", "Chris", "Romeo and Juliet".  Eccessivo, dispersivo: anche in questo non è cambiato molto. 

Recentemente è tornato in tour, mentre sui social mantiene un profilo pubblico un po' più basso. Ma sono cambiati invece il contesto e la sensibilità: i media americani di settore, solitamente piuttosto attenti e benevoli, ora lo ignorano completamente, e così la discografia: si pubblica tutto sa solo.

Nebraska è intoccabile per i fan?

La prova del cambiamento di contesto è la reazione ad un progetto come questo: rifare, canzone per canzone, "Nebraska" di Bruce Springsteen. Quando, qualche anno fa, Adams rilesse per intero "1989" di Taylor Swift se ne parlò parecchio:  suonò come una mossa inaspettata. il risconoscimento del mondo rock ad un'artista che aveva già la fama, ma a cui mancava ancora qualcosa in termini di reputazione in una certa fascia. Invece per "Nebraska" - regalato ai fan a costo zero sul sito della sua etichetta, ma assente dalle piattaforme - silenzio, e reazioni molto tiepide, quando non scettica, anche dai fan del Boss.

Qua non c'entra il personaggio di Ryan Adams, né le sue vicende recenti: "Nebraska" è un capolavoro (IL capolavoro?) di Springsteen, un disco ritenuto intoccabile e nato in condizioni irrepetibili. Come ha scritto NJarts (sito del New Jersey molto attento al mondo di Springsteen), "molti fan sfegatati hanno poco interesse per questo album. Alcuni sono contrari all'idea di un simile progetto, altri semplicemente non amano Adams, oppure è una combinazione di entrambe le obiezioni".

Come suona il Nebraska di Ryan Adams

Provando a concentrarsi solo musica (e provando quindi ad applicare epochè sul personaggio), il "Nebraska" di Ryan Adams è una strana cosa, che funziona solo parzialmente. La passione di Adams per Springsteen e per questo album è nota (per dire, la prima versione della grafica di "Wednesdays" ricalcava pari pari il rosso e nero dell'originale). Nelle riletture c'è rispetto e passione, ma anche interepretazioni musicali azzardate.

Il disco originale era cupo, disperato nella sua essenzialità. Ryan ne mantiene l'impianto minimale originale: ma le canzoni puramente acustiche sono poche, e sul finale "My father's house" e "Reason to believe" (al piano: scelta interessante). Per il resto, Adams è rispettoso nell'interpretazione vocale ma spesso aggiunge ai brani batterie elettroniche, sintetizzatori ed effetti sulla voce che vanno in contrasto con lo spirito originale Così canzoni come "Nebraska", "Used cars" "Highway patrolman" sembrano arrivare più da "Tunnel of love" (disco con racconti e suoni completamente diversi) e "Mansion on the hill" ha una coda synth che sembra quella di "I'm on fire". I brani che funzionano di più sono i rock 'n' roll cupi ed elettrici di "Johnny 99" e "State  trooper", che a loro modo rileggono l'influenza dei Suicide su Springsteen.

Insomma: bene, ma non benissimo per parafrasare un abusato modo di dire. Nella peggiore delle ipotesi, il "Nebraska" di Ryan Adams è una captatio benevolentiae riuscita a metà, nella migliore l'espressione di una passione sincera per un classico, che però porta ad un risultato deludente.

 

Tracklist

01. Nebraska (03:31)
02. Atlantic City (04:05)
03. Mansion on the Hill (03:50)
04. Johnny 99 (02:12)
05. Highway Patrolman (06:47)
06. State Trooper (05:44)
07. Used Cars (04:05)
08. Open All Night (04:31)
09. My Father's House (05:41)
10. Reason to Believe (03:49)
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