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«ANIMALS - Pink Floyd» la recensione di Rockol

Pink Floyd, la nuova versione di "Animals"(con 4 anni di ritardo)

L'ascolto del Remix datato 2018 e bloccato dalla lite tra Waters e Gilmour

Recensione del 26 set 2022 a cura di Nino Gatti

Voto 9/10

La recensione

Dopo quattro anni di ritardo dovuto alle scaramucce tra i componenti della band, è è finalmente disponibile la nuova e scintillante edizione remix di “Animals”, decimo album in studio dei Pink Floyd targato 1977, ultimo capitolo del loro lungo processo di ristampe e nuove edizioni. Pubblicato per la prima volta il 21 gennaio 1977, “Animals” è tra i lavori preferiti degli appassionati del gruppo inglese. La band invece si è sempre dichiarata insoddisfatta della resa sonora del disco. Per questo motivo i Pink Floyd hanno deciso di intervenire all'interno delle multi-traccia del disco, migliorando sensibilmente il suono dell'intero album.

Grazie a James Guthrie, produttore e ingegnere del suono londinese, vero e proprio mago del suono alla corte dei Pink Floyd sin dai tempi di “The Wall”, l'upgrade sonoro completato nel 2018 si è ramificato all'interno di tutto l'album, evidenziando in particolare la limpidezza dei suoni e in particolare delle timbriche della batteria di Nick Mason. È proprio lo storico batterista dei Floyd il primo a dichiararsi soddisfatto del 2018 remix: “Sono contento che l'abbiamo remixato invece di lasciarlo così com'era. Penso che di tutti gli album sia forse quello registrato meno bene. Ha meritato un miglioramento”. Anche Aubrey Powell, che ha curato le grafiche della nuova copertina, esterna la sua approvazione: “So che la band non è mai stata del tutto soddisfatta di “Animals”. Lo realizzarono nel loro studio per la prima volta e hanno avuto un sacco di problemi iniziali. Ora ha preso vita e la grinta è proprio quella immaginata da Roger. È incredibile”.

La nuova veste di "Animals"

“Animals” torna oggi nei negozi in una nuova veste, sia grafica che sonora. Remissato da James Guthrie, a dargli manforte ci sono i fidi Joel Plante e Bernie Grundman, presenti nelle recenti riedizioni firmate Pink Floyd. Guthrie è dagli inizi degli anni Novanta responsabile della remasterizzazione di tutta la discografia pinkfloydiana, una lenta ma concreta operazione di recupero sonoro che ha origini con la pubblicazione di “Shine On” (1992), cofanetto che comprende sette album dei Pink Floyd, tutti remasterizzati digitalmente. L'opera di remaster è proseguita interessando tutta la discografia della band fino a giungere alle recenti edizioni del 2011 e del 2016. Per la gioia degli audiofili di tutto il mondo, grazie a Guthrie e al suo team, sono oggi disponibili alcuni titoli della discografia dei Pink Floyd anche in edizione 5.1 e Sacd.

Remaster e remix, due termini che sembrano simili ma che non lo sono: il remaster è l'operazione che crea un nuovo mastering di un disco così come è, intervenendo con delle migliorie esclusivamente sulla versione stereofonica dello stesso, mentre il remix opera nel cuore dei singoli suoni, all'interno di ogni singola traccia e di ogni strumento che compongono la canzone, modificandola e migliorandola.

Avrete notato che nella nuova versione, accanto al titolo “Animals” compare tra parentesi la dicitura “2018 remix”. Come – direte – un disco che esce nel 2022 datato 2018? La storia è nota ma è meglio ripeterla brevemente. Il remix di “Animals” è pronto dal 2018 e sta per essere dato alle stampe. Le bozze della nuova edizione contengono le note di copertina affidate a Mark Blake. Quando sono state sottoposte alla band, c'è stata – a voler essere diplomatici - una forte differenza di venute tra Waters da una parte e la coppia Gilmour-Mason dall'altra. Blake, famoso per il suo imperdibile libro sui Pink Floyd intitolato “Pigs Might Fly”, è anche l'autore dei testi contenuti nelle recenti ristampe del gruppo. Gilmour e Mason hanno bocciato ai voti il suo racconto in quanto, secondo la loro opinione, attribuiva la maggior parte dei meriti di “Animals” a Waters. Ancora una volta così “Animals” è causa di una profonda rottura: i tre membri sopravvissuti della band non hanno trovato un accordo per cui il disco è stato “congelato”. La pubblicazione si è sbloccata perché quelle note sono state “censurate” e a parlare c'è soltanto la musica. E che musica!

Perché si è dovuto intervenire così a fondo tra le varie multitraccia di “Animals”? La storia ha origini antiche. “Animals” è stato preparato nel 1976 con la stessa cura maniacale che ha reso famosi i Pink Floyd ma dal primo ascolto si capisce che in fase di produzione qualcosa deve essere andato storto. Vuoi per la scarsa conoscenza delle nuove attrezzature o per le difficoltà nelle fasi finali di mastering, la versione originale dell'album ha un suono che lascia molto a desiderare. Gli strumenti risultano impastati, poco chiari nelle dinamiche e sia le voci che i vari effetti del disco sembrano scomparire in un magma sonoro che rende tutto ovattato e poco chiaro. Anche ad un ascolto poco attento è chiaro che i suoni della batteria della versione 1977 e di diversi momenti del disco non sono all'altezza delle aspettative, come se una nuvola avesse oscurato atmosfere che meritavano luci e colori diversi. Anche le successive edizioni remaster di “Animals” non sono riuscite a migliorarne il suono.

La versione remix di “Animals” è stata per anni in cima alle liste d'attesa dei fan dei Pink Floyd. Quando sono state diffuse le prime notizie sull'edizione remix, gli appassionati hanno immaginato scenari diversi sul contenuto di questa speciale edizione: man mano che i mesi trascorrevano senza aggiornamenti, le aspettative sono cresciute a dismisura, dimostrando che l'album, nonostante sia stato spesso bistrattato da esperti e recensori di mezzo mondo, è amatissimo dai fan dei Pink Floyd. Come già accaduto tra il 2011 e il 2012 per gli album “Dark Side”, “Wish You Were Here” e “The Wall”, in molti avrebbero apprezzato un cofanetto speciale dedicato ad “Animals”. I fan hanno fantasticato a lungo su un'uscita che contenesse l'intero concerto live del 1977.

Nonostante esistano fonti certe che confermano l'esistenza delle registrazioni professionali di alcune serate del tour 1977 realizzate dai Pink Floyd, queste sono finite chissà dove nei meandri dei disordinati archivi della band. Gli appassionati avrebbero apprezzato anche un dischetto con le prime versioni in studio di “Raving”, “Gotta” e “Pigs (Three Different Ones)” che circolano da alcuni anni nel mercato dei bootleg. I più fantasiosi ipotizzavano anche un 45 giri con la versione unita di “Pigs On The Wing”, quella cioè che accoppia le versioni 1 e 2 della traccia, legate dal famoso “solo” di chitarra inciso alla fine del 1976 da Snowy White, proposto anche dal vivo durante il tour del 1977. Un bel libro fotografico, alcune cartoline e un paio di poster o replica di memorabilia varia da aggiungere alla confezione e in molti si dichiaravano disposti a spendere anche più di cento euro per potersi accaparrare il fantomatico cofanetto.

L'annuncio ufficiale con i contenuti della versione remix 2018 di “Animals”, avvenuta lo scorso 30 giugno, ha freddato definitivamente le aspettative. La nuova versione di “Animals” che troverete da oggi in tutti i negozi contiene soltanto l'incredibile versione remix dell'album. Messa da parte la delusione, il 22 luglio 2022 è arrivato sul canale Youtube dei Pink Floyd l'ascolto in anteprima della lunga “Dogs” e gli entusiasmi si sono nuovamente accesi. Il giudizio unanime al primo ascolto “ufficiale” è stato altamente positivo. Il lavoro sui suoni dell'edizione 2018 del disco targato 1977 è spaventosamente ben fatto e rende il suono aperto e coinvolgente. Da ieri 15 settembre tutte le canzoni dell'album sono disponibili sulle varie piattaforme digitali del web, comprese Spotify e YouTube.

L'ascolto del 2018 remix di “Animals”

La chitarra acustica che spazia e la voce chiara e centrale di Waters in primo piano sono i tratti fondamentali di Pigs On The Wing (part 1): pare di essere lì di fronte a lui e di sentirlo suonare a pochi centimetri di distanza. Una presenza e una dinamica molto calda e di sicuro effetto.

Segue Dogs, che rispetto alla vecchia versione propone il suono della chitarra che si muove in lontananza e diventa presente con molta più velocità: la stereofonia della chitarra acustica sincopata di Gilmour gioca con gli effetti delle tastiere di Wright che saltano da un canale all'altro. Anche qui la voce di Gilmour è chiara, decisa. Entra finalmente la batteria ed è un piacere ascoltarla così limpida, con i piatti finalmente in primo piano e col suono limpido e vibrante. Il basso presente e diviso nettamente dal resto, le tastiere raggiungono un suono caldo e coinvolgente. Quando arriva la chitarra di Gilmour questa graffia, è molto incisiva e tutti i suoni sembrano volarle tutto intorno ma ordinatamente e nel giusto equilibrio tra loro. L'effetto lascia estasiati: rispetto al passato, sembra ci sia stato un miglioramento notevole dei suoni, come se fino a questo momento avessimo ascoltato la musica arrivare da un'altra stanza. Dinamico e spaziale, il suono è finalmente quello che ti aspetti da un disco dei Pink Floyd. L'effetti dei cani dal minuto 4:50 è molto più realistico della vecchia versione, mentre le chitarre acustiche gorgheggiano fresche e scintillanti. Il solo che inizia a 5:32 ti taglia a metà per quanto è presente e vibrante. Quando arriva intorno al minuto 8:00 la sezione mediana, si sprofonda in una ubriacatura di suoni ed effetti che non si erano mai palesati con tanta chiarezza nelle nostre orecchie. Posso solo immaginare come suonerà questa sezione nella versione 5.1... Il lavoro sulle tastiere ha reso possibile mettere in evidenza tutte le timbriche e le vibrazioni originali, evidenziando ancora una volta il lavoro pazzesco e spesso sottovalutato per questo disco del compianto Richard Wright.

Nasale ma molto decisa la voce di Waters torna dal minuto 12:15: sembra quasi di vederlo ad occhi chiusi e con le mani sulla cuffia mentre intona le parole cariche d'eco e di emozione. L'atteso solo di Gilmour del minuto 13:27 è a dir poco devastante, con Mason che sembra aver quadruplicato le braccia per quanto picchia velocemente sulle pelli. Mamma mia! Ritorna il ritmo pacato che precede la sezione in cui Waters canta le frasi finali del pezzo, i famosi “Who was”, con Gilmour e Wright che incrociano chitarre e tastiere che è una bellezza. L'Hammond ruggisce rabbioso fino alla fine della traccia: il finale è perfetto e negli ultimi attimi si sentono addirittura le vibrazioni dei piatti di Mason nel vuoto dell'ambiente dello studio! Bravo Guthrie!!!

Non ti sei ancora ripreso dalla canzone che hai quasi dimenticato di essere all'ascolto di un cd e non devi alzarti dalla poltrona per girare il disco sul lato b. Ti parte così “Pigs (Three Different Ones)”, con il grugnito del maiale che ti sorprende dalla destra delle casse. Il basso ti si para al centro dell'ascolto, mentre i piatti di Mason si muovono leggeri, prima che la chitarra di Gilmour si metta a duettare col basso e che il suono possa esploderti dritto in faccia. Sembra impossibile che si sia riusciti a migliorare così tanto quest'altra traccia, che nell'ascolto riserva sorprese continue. Scopri effetti e suoni che non avevi mai notato prima, qualcosa che ti lascia a bocca aperta come la voce di Gilmour al minuto 2:20, così presente che ti sembra di essere lì con lui.

Dopo vari ascolti “Pigs” è la traccia che sembra averci guadagnato di più dal remix, surclassando tutte le altre. Particolarmente coinvolgente ed emozionante la sezione che ha inizio al minuto 4:13, momento in cui nei concerti si palesa davanti al pubblico il maiale, libero di volteggiare nell'aria. I suoni sono micidiali, avvolgenti: ad ogni ascolto individui qualcosa che prima non c'era. L'effetto vocoder è spaventoso e si insinua con violenza tra tastiere e chitarre. I suoni bassi che si irradiano dal minuto 6:12 fanno vibrare i pilastri della tua abitazione, che già ti immagini la protezione civile pronta fuori dalla finestra. L'effetto della voce di Waters che simula il grugnito dei maiali al minuto 9:00 ti fa accapponare la pelle.

A costo di risultare ripetitivo, si continua ad avere la sensazione di aver ascoltato prima del remix soltanto un facsimile dell'opera finale. Questa versione è sicuramente perfetta e vicina a quello che avevano immaginato i Pink Floyd nel 1976. E a costo di risultare ovvio, l'assolo finale di Gilmour su “Pigs” dal minuto 9:38 è potente, violento e raggiunge vertici di inaudita bellezza che nessuno potrà mai immaginare di poter eguagliare. Ti ritrovi in piedi con le braccia alzate che stai urlando la tua approvazione come fossi a un concerto ma poi ti accorgi di essere soltanto a casa... uno dei privilegi nel vivere da solo è di non avere intorno testimoni delle tue malefatte.

Il basso di Gilmour e le tastiere iniziali di “Sheep” sono da Grammy Awards per quanto le senti vibrare fin dentro le ginocchia. Mason picchia duro, ci mette pure i suoni delle sue pelli riprodotte al contrario ed è la fine. La voce di Waters che si trasforma prima in sintetizzatore e poi esplode in un vibrato di corde di chitarra è pazzesco. Gilmour sembra un tarantolato e tira fuori dalla sua chitarra le ritmiche più imprevedibili. La mente mi riporta ai concerti del 1977, quando i loro show iniziavano proprio con questa canzone: posso solo immaginare quanto possa essere stato devastante questo suono mentre circolava intorno allo stadio grazie all'impianto quadrifonico dei Pink Floyd. Dal minuto 3:49 inizia una delle sezioni che ho sempre amato di più: basso che sembra riprendere il riff di One Of These Days, vocoder a palla, chitarra che regala brevi pennellate e tastiere che fremono in attesa di esplodere. Pazzeschi. Unici. E quando Gilmour al minuto 5:15 lancia una veloce citazione alle quattro note di Shine On vorresti abbracciarlo per quanto è amabile. La sezione dal minuto 5:34 che comprende il famoso Salmo 23 della Bibbia meriterebbe un discorso a sé.

A parte le tastiere che hanno una padronanza di spazio e di tempo mai ascoltata prima, la voce dell'officiante ha una tale presenza e intensità che fai fatica a non metterti in preghiera in ginocchio. Il finale è da infarto: ti vibra tutta la stanza, mentre incroci le dita per la tenuta delle casse del tuo impianto audio. Gilmour ha un conto in sospeso con chi lo definisce un chitarrista lento e poco incisivo e si toglie dei sassolini dalla scarpa grandi quanto una montagna, portando con determinazione a termine la canzone: il resto della band lo sostiene alla grande con mestiere e maestria. Non fai in tempo a sentire il gregge di pecore che ti sta belando tutto intorno che la musica è andata via e sta tornando l'acustica di Waters: “Animals” si conclude con “Pigs On The Wing (part 2", anche qui con la sorpresa della percettibile vibrazione delle corde negli ultimi attimi del brano.

Le versioni di “Animals”

“Animals” (Remix 2018) è disponibile per il momento soltanto nelle versioni lp, cd e la confezione blu-ray/dvd che contiene la New High Resolution Stereo, il 5.1 Mixes e il 1977 Original stereo mix. Il 16 settembre sarà disponibile anche una speciale “Analogue Editions Remix Hybrid Multichannel SACD” curata dalla Pink Floyd Records (numero di catalogo CAPP88271SA), distribuita in Europa dalla Rough Trade e in USA e Canada dalla Acoustic Sounds. Dal 7 ottobre uscirà anche un cofanetto che raggruppa il vinile, il cd, il blu-ray e il dvd che sono oggi disponibili in edizioni singole, oltre a un libro di 32 pagine.

Tracklist

01. Pigs On The Wing 1 - 2011 Remaster (01:24)
02. Dogs - 2011 Remaster (17:05)
03. Pigs (Three Different Ones) - 2011 Remaster (11:26)
04. Sheep - 2011 Remaster (10:18)
05. Pigs On The Wing 2 - 2011 Remaster (01:26)

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