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«NARRATIVES - Billy Joel» la recensione di Rockol

I racconti di Billy Joel

Continuano i festeggiamenti per i 50 anni di carriera del Piano Man: un EP per rileggere

Recensione del 08 giu 2022 a cura di Graziella Balestrieri

Voto 8/10

La recensione

Continuano i festeggiamenti per i 50 anni di carriera di Billy Joel, all’anagrafe William Martin Joel, che non si fa mancare nulla e non fa mancare nulla nemmeno al suo pubblico. E’ uscito l'EP  “Narratives”, che contiene cinque brani del passato discografico dell'artista.

Vi troverete “ Allentown”, contenuto nell’album "Nylon Curtain" del 1982 , dedicato alla frustrazione e alla fatica della classe operaia della cittadina in Pennsylvania, con la descrizione minuziosa di come si uccide il tempo in una fabbrica e di come quello stesso tempo non sia più recuperabile. Sono i temi centrali delle liriche di Billy Joel, il sogno americano spezzato e portato in spalla con fatica dagli operai, da chi vorrebbe dare una possibilità ai propri figli quando in realtà l’unico modo per salvarsi è la fuga.

Ma non la fuga verso la guerra, verso il massacro dei giovani lasciati a morire come canta nel secondo brano “Goodnight Saigon“, che si apre con i suoni dei grilli, di un ruscello e, a un tratto, di un elicottero. È il governo americano che manda a morire i propri figli dentro la natura sterminata del Vietnam che non darà scampo ai Marines, ed è una chitarra delicata ad accompagnare la voce di Joel, rotta come spezzate saranno le vite dei soldati. La voce cresce piano, come una marcia che non è trionfante ma è carica di morte ed è solo lo stacco del pianoforte ad addolcire il tutto. Ci sono i cori urlati come se si fosse davanti ad un giuramento militare quando si canta “abbiamo promesso di scrivere alle nostre madri, sapevamo che saremmo andati giù tutti insieme. Andremo giù tutti insieme” .

Completamente opposto è invece “Scenes from an italian restaurant “ (dall'album "The Stranger", 1982). Qui è tutto piano e voce e il testo è la descrizione perfetta di un ricordo, che si fa sempre più vivo, perché nelle parole di Joel quello descritto era il momento perfetto per stare bene, per stare sereni, in quel ristorante italiano, e nemmeno il tempo e i dolori possono cancellare quella perfezione, che non esiste più però c’è stata. La strofa finale difatti è romantica e semplice poesia: "una bottiglia di rosso, una bottiglia di bianco, qualunque sia il tuo umore stasera, ti incontrerò ogni volta che vorrai,  nel nostro ristorante italiano”.

Si prosegue con “The Downster Alexa” dall’album "Storm Front", album carico delle atmosfere del tour in Russia tenuto da Billy Joel prima della caduta del muro. Il brano per musicalità rimanda alle atmosfere russe mentre la storia è quella di un pescatore senza nome di Long Island che riflette sulla tristezza del vivere in un tempo che non dà spazio a nessuno e che anzi si abbatte su di lui che non riesce a stare più né in mare né sulla terraferma.

La conclusione è affidata a "Streetlife" contenuta nell'album "Streetlife Serenader" del 1974.

In copertina ci sono dei libri, e forse nemmeno bastano a rappresentare la lunga quanto travagliata e effervescente carriera di uno degli artisti di maggior talento e successo, dagli oltre 150 milioni di dischi venduti. Considerando che l’ultimo album pubblicato da Joel risale al 1993 ("River of Dreams"), quando lo stesso Joel ammise davanti al suo pubblico e a se stesso che a livello artistico aveva detto già tutto quello che c’era da dire, che non avrebbe voluto ingannare in nessun modo con nuove produzioni le persone che lo seguivano e che si sarebbe dedicato esclusivamente ai live e alla sua più grande passione : la musica classica. Billy Joel ha conteso per anni lo scettro del Madison Square Garden di New York, come presenze e record di show, al suo amico Bruce Springsteen. Il ragazzo di Long Island nel 2018 è diventato il re indiscusso del tempio newyorkese . E pensare che Billy era un bambino che voleva diventare un pugile per rispondere alle angherie dei ragazzini di Long Island, ma che presto si rese conto che le sue mani più che per dare pugni erano fatte per accarezzare una tastiera.

Billy Joel cresce in una famiglia di origini ebraiche. I suoi nonni possedevano, prima e durante l’ascesa di Hitler, una delle più importanti aziende nella produzione del tessile di tutta la Germania. A quella fabbrica e alle vicissitudini e le persecuzioni che subì la famiglia Joel è stato a dedicato il film “The Joel files”  ("Die Akte Joel") che racconta come nel 1930, in Germania, il nonno di Billy, Karl Amson Joel, fu prima perseguitato e poi costretto a cedere la proprietà della sua azienda tessile a Josef Neckerman, un tedesco di famiglia ariana. La famiglia Joel fuggì dalla Germania per arrivare a New York. E il documentario risulta molto interessante a livello storico perché segue i fratelli Joel mentre rivisitano le esperienze dei loro nonni e incontrano Lucas, Julia e Markus, i nipoti di Josef Neckerman.
Billy Joel è conosciuto in Italia soprattutto  per “Just the way you are“, "Honesty”,  “Uptown girl” e per "This is the time", la sigla della soap opera "Sentieri". Ma Billy Joel ovviamente è molto altro. Basti pensare che è stato introdotto da Ray Charles nel 1999 nella Rock and Roll Hall Of fame, gli è stata dedicata una stella nella Walk of Fame, è stato il primo artista americano ad esibirsi in Russia nel 1987  (evento documentato in “The Bridge to Russia”), ha tenuto un live indimenticabile nel 2007 allo Shea Stadium con la partecipazione di Paul McCartney, ha ricevuto due Grammy Awards. 13 album in studio, a partire da "Cold Spring Harbour" del 1971 fino ad arrivare a "River of Dreams" del 1993 ; fra successi planetari e cadute rovinosissime, la vita dell'artista è da riscoprire  in “Billy Joel , The definitive biography “ a cura di Fred Schruers  (non tradotta in italiano). Una vita complicata: il padre lo abbandona quando lui ha 8 anni (lo rivedrà quando avrà raggiunto i 24 anni, e lo stesso Billy dirà “troppo tardi, ormai ero già io”) - un abbandono mai del tutto metabolizzato. Sarà proprio dal padre però che Billy erediterà la passione per il pianoforte: Billy ricorda che quando il padre finiva di suonare era sempre di cattivo umore  (forse il senso di frustrazione per non essere riuscito a diventare pianista)  però lui, bambino, setendo il pianoforte si sentiva felice, così iniziò a pensare che imparando a suonare il pianoforte sarebe potuto essere sempre felice. Per 12 anni studiò piano, invogliato e spinto dalla madre, che lo incoraggiò sempre. Ma Billy viveva in un quartiere dove veniva schernito dai compagni e preso a pugni. Così per difendersi diventa un pugile. Nonostante le vittorie sui ring, capisce che non è quella però la sua indole e lo capisce durante un incontro: pur picchiando duro e in continuazione, l’avversario era un muro di gomma immobile, fino a quando non gli sgancerà un pugno che costerà a Billy la rottura del naso. Abbandona il ring perché si rende conto, come lui stesso dirà, che "per quanto tu possa essere cattivo ci sarà sempre qualcuno più cattivo di te “ . E allora la musica, il pianoforte diventano tutto per lui, trova nel pianoforte l’unico modo per riuscire a comunicare le sue inquietudini, le sue malinconie, le ombre e le luci della sua vita; il pianoforte diventa il centro che gli era venuto a mancare con l’abbandono del padre.  Fonda un gruppo heavy metal, “ Attila”, che non durerà a lungo. Si innamora e inizia una relazione con Elizabeth,  la moglie di un suo amico e collega, ma quando verranno scoperti lei lo abbandonerà, così Billy tentò il suicidio ingerendo un grande quantitativo di farmaci. Tentò il suicido una seconda volta, ingerendo vernice per i mobili, dopo il fallimento commerciale del suo primo album “Cold Spring Harbor”, anche a causa della cattiva qualità della registrazione.  Sposò  Elizabeth, poi divorziò; si sposerà altre tre volte, seguiranno altri tre divorzi. Dedicherà alle sue donne le canzoni d’amore più belle, esprimendo un romanticismo profondissimo e mai banale, ma sarà sempre isoddisfatto, alla ricerca di qualcos'altro. Iniziò a bere molto, finendo con l'avere un serio problema con l’alcool. Finirà in riabilitazione e si rimetterà in sesto solo dopo il 2000. Poi un incidente: un'automobile lo colpisce in pieno mentre è su una delle sue amatissime moto. Ma Billy si riprende un'altra volta, anche grazie all’arrivo della sua ultima moglie e la nascita delle sue due bambine (aveva già avuto una prima figlia dalla top model Christie Brinkley) e ancora oggi continua i suoi live al Madison Square Garden.
 

TRACKLIST
Allentown
Goodnight Saigon
Scenes From an Italian Restaurant The Downeaster 'Alexa'
Streetlife Serenader

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