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«LOVE SUX - Avril Lavigne» la recensione di Rockol

"Love sux": Avril Lavigne torna al pop punk con Travis Barker

Per la cantante il tempo si è davvero fermato? Avril prova a spiegare che non è proprio così con i racconti del suo nuovo disco, prodotto dal batterista dei Blink-182. Ma, l’attitudine e le sonorità delle canzoni sono quelle delle origini

Recensione del 28 feb 2022 a cura di Elena Palmieri

Voto 6.5/10

La recensione

Sono passati quasi vent’anni da quando Avril Lavigne sfrecciava sullo skateboard con la sua cravatta ciondolante e il suo singolo di debutto, “Complicated”, le faceva raggiungere il successo quando non era ancora maggiorenne. Da allora e dal primo album della cantante canadese, “Let go”, l’artista ha un po’ abbandonato quell’immagine di lei da ragazzina “maschiaccio”, a favore dell’oscurità e della maturità raggiunte con “Under my skin” (2004) e della riscoperta nuova femminilità, pur senza mai dimenticare anfibi e Converse, attraverso le sonorità più pop dei suoi successivi lavori come “Goodbye lullaby” (2011) e "Head above water” (2019). Eppure, quando si tratta di Avril Lavigne ci si chiede spesso se per lei il tempo si sia davvero fermato: agli occhi del pubblico l’immagine della ragazzina in controtendenza con lo stereotipo delle popstar, in cui era impossibile non imbattersi negli anni Zero guardando MTV, sembra non averla mai abbandonata. Per provare a raccontare che non è proprio così, mettendo in musica il suo vissuto che negli anni l’ha vista affrontare la sindrome di Lyme e due divorzi (prima da Deryck Whibley dei Sum 41 e poi da Chad Kroeger dei Nickelback), la voce di “Sk8er boi” pubblica il nuovo album “Love Sux”. Tuttavia, l’attitudine e le sonorità delle canzoni del nuovo disco vedono Avril Lavigne decisa a flirtare nuovamente con il pop punk delle sue origini e, quasi, ancorarsi al passato.

Il ritorno della sk8er girl degli anni Duemila

Tornata già sullo skateboard per il video del singolo “Here's to never growing up” tratto dall’eponimo album della cantante canadese uscito nel 2013, e poi per debuttare su TikTok lo scorso giugno con una clip realizzata insieme a Tony Hawk, Avril Lavigne ha dimostrato di essere determinata a ricoprire ancora quel ruolo da cattiva ragazza con il primo singolo tratto dal suo nuovo lavoro discografico, “Bite me”. Oltre all’immagine, è anche la musica a vedere la cantante cercare di rappresentare nuovamente la scena pop punk femminile. Per farlo, Avril ha deciso di fare squadra con Travis Barker firmando con la sua etichetta, la DTA Records per cui esce “Love Sux”, e affidando la produzione del nuovo disco al batterista dei Blink-182, oltre che a John Feldmann e al nuovo compagno Mod Sun. Sotto la guida di Barker, da ormai diverso tempo impegnato a contaminare altri generi musicali con la sua attitudine punk e aperto alle influenze di altri stili, collaborando con artisti più affini al suo mondo tanto quanto con le star dell’urban e dell’hip hop, la cantautrice cresciuta a Napanee è tornata ai ritmi frenetici e scanzonati degli esordi. Se a un ascolto veloce di “Love Sux” Avril Lavigne sembra interessata solo a celebrare il passato e a tornare a essere la principessa del pop punk, l’album in realtà rivela anche qualcosa di nuovo.

Tra passato e presente

Nelle 12 tracce di “Love sux”, per un totale di circa trentatré minuti, Avril si lascia andare spingendo quasi sempre sull’acceleratore. In ogni canzone l’adrenalina sembra non affievolirsi mai, se non nell’unica ballad del disco, “Dare to love me”, che arriva verso la fine dopo uno sfrenato giro di giostra tra relazioni di merda, cuori infranti, incertezze, chitarre vivaci e sonorità contagiose. Nell’autodeterminazione della cantante di riflettere sul suo passato e sul suo presente c’è esuberanza e anche un velo di spensieratezza. Tra ritmi sfrenati e ritornelli accattivanti, Avril Lavigne però lascia spazio anche a sonorità elettroniche e al pop più sfacciato. La traccia che apre l’album, “Cannonball”, per esempio, è un esplosione di riff energici e batteria frenetica: “Like a ticking time bomb, I'm about to explode / And motherfuckers, let's go”, urla in faccia all’ascoltatore la cantante per dare il via al pezzo, che poco dopo vira verso territori iperpop.

In questo “Love sux”, in cui i testi delle canzoni sembrano costruiti con un linguaggio fin troppo da ragazzina per una donna di 37 anni, Avril Lavigne appare confusa come lo era ai tempi di “Complicated”: “I wish my life would've came with instructions”, recita un verso di “Avalanche”. Nel suo essere imprigionata in quella che sembra un’adolescenza eterna, Avril è talmente genuina e sincera da riuscire comunque a mostrare un’evoluzione grazie a una sicurezza che una ragazzina non avrebbe.

L'attidudine più vera di Avril Lavigne

Naturalezza, schiettezza, determinazione, atteggiamento e divertimento sono quindi gli elementi a cui si aggrappa l’artista per uscire dal suo passato. Grazie alla fluidità della produzione di “Love sux” e alla sua voce ormai abile, Avril Lavigne inoltre sembra pronta per il presente e suona convincente accanto anche a Machine Gun Kelly in “Bois lie” o a Blackbear in "Love it when you hate me”. Nella lista degli ospiti del disco figura anche Mark Hoppus dei Blink-182, con cui Avril regala uno dei momenti, insieme al singolo “Bite me”, più interessanti di “Love sux”, "All I wanted”. E se l’accoppiata Hoppus-Lavigne sembra provocare un déjà vu, con la sensazione di vivere un episodio passato o che sarebbe stato azzeccato per gli anni Duemila, è giusto così, fa parte del gioco. Dopotutto, la cantante lo chiede lei stessa nell’ottava traccia dell’album, “Déjà vu” - appunto: “Am I insane expecting you to change? / It’s the same thing over and over again / Déjà vu / It’s time to act your age / It’s the same thing over and over again / Déjà vu”.

L’impressione di essere sospesi nel tempo, in bilico tra passato e presente, è proprio ciò che si prova ascoltando “Love sux”, fino alla conclusione. Alla scanzonata e scatenata “Break of a heartache” è affidato il compito di chiudere un lavoro che, pur con scarse possibilità di catturare l’attenzione di nuovi fan o soddisfare le aspettative degli affezionati facendo leva sulla nostalgia, è la realizzazione di ciò che Avril voleva fare da tempo: un disco totalmente lanciato verso il pop punk, che funziona per un ascolto divertito, in cui racchiudere la sua attitudine più vera e vicina al suo essere.

Tracklist

01. Cannonball (02:18)
02. Bois Lie - (featuring Machine Gun Kelly) (02:43)
03. Bite Me (02:39)
04. Love It When You Hate Me - (featuring Blackbear) (02:25)
05. Love Sux (02:48)
06. Kiss Me like the World Is Ending (02:50)
07. Avalanche (03:39)
08. Déjà Vu (03:23)
09. F.U. (02:47)
10. All I Wanted - (featuring Mark Hoppus) (02:32)
11. Dare to Love Me (03:34)
12. Break of a Heartache (01:51)
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