Verdena: 5 tracce in cui il basso di Roberta è indimenticabile
Dopo oltre vent’anni di musica insieme, Roberta Sammarelli ha lasciato i Verdena. Una notizia che ha colpito profondamente i fan della band bergamasca, non solo per il legame umano tra i tre musicisti, ma per l’impronta sonora che il suo basso ha lasciato in modo indelebile nella storia del gruppo. Roberta non è mai stata una presenza “silenziosa”: il suo suono, tra profondità e tensione, è stato un simbolo dell’universo dei Verdena. Dalla furia grunge degli esordi alla densità psichedelica di “Wow”, il suo basso ha sempre oscillato tra potenza e sensibilità, diventando una voce vera e propria nel dialogo strumentale con Alberto e Luca Ferrari. È una delle migliori bassiste della storia della musica italiana e noi vogliamo omaggiarla ricordando cinque sue linee spettacolari e molto diverse tra loro.
“Don Calisto” – “Requiem” del 2007
Il basso è il vero protagonista: scuro, ossessivo, ipnotico, folle. La linea di Roberta dà struttura e peso a tutto il brano, rendendolo violento e viscerale.
“Dentro Sharon” – “Verdena” del 1999
In uno dei pezzi simbolo del primo album, il basso si fa denso, nervoso, ma anche onirico, guidando la tensione emotiva del trio.
“Luna” – “Il suicidio del samurai” del 2004
Il basso più famoso della storia dei Verdena su una delle tracce più belle della loro discografia. Qui lo strumento è melodico e pieno di respiro. Roberta accompagna la voce di Alberto con sensibilità, dimostrando quanto il suo tocco sia fondamentale per mantenere equilibrio e atmosfera.
“Pascolare” – “Volevo magia” del 2022
Il basso pulsa, è schizzato e avvolge il brano, deraglia. Roberta costruisce una linea intensa che infonde furore, ma che accompagna anche le melodie e sembra guidare il movimento della canzone, rendendola uno dei pezzi più memorabili dell’album.
“Miglioramento” – “WOW” del 2011
Basso elegante e spazioso, incastonato in un arrangiamento più ampio e psichedelico. La sua linea sostiene e colora il brano con una precisione quasi jazzistica.