Il crossover non è morto: il tour di Post Malone lo dimostra
Già a vedere i video dei fan sotto il palco si percepisce un abbraccio tra culture apparentemente distanti: c’è chi indossa un cappello da cowboy e gli stivali, chi è vestito largo da seguace del mondo rap e chi ha magliette nere di band rock o metal. Sì, perché Post Malone, nel tempo, è diventato un grande frullatore di influenze e generi. Partito dall’universo trap, passato per le fiamme di quello rock, con una storica collaborazione con il compianto Ozzy Osbourne in “Take What You Want”, e finito ad abbracciare il cantautorato chitarra-voce, sfondando anche la porta del country come dimostra il suo ultimo album “F-1 Trillion”, uscito l’anno scorso, oggi è impossibile da etichettare. Ecco, tutte queste influenze trovano un equilibrio magico nel nuovo tour di Posty, il Big Ass Tour, che sta per sbarcare in Europa e arriverà in Italia agli I-Days il prossimo 27 agosto all’Ippodromo di San Siro. Ospite speciale Jelly Roll, altro artista partito dal mondo urban e finito con la chitarra in mano.
Lo show che sta portando in giro per il mondo la voce di Syracuse ha come perno centrale la band. E questo fa già capire la direzione del live, suonatissimo e dall’attitudine rock and roll proprio come la performance di Austin Richard Post, questo il vero nome di Post Malone, che sul palco suda e si dimena proprio come il frontman di una formazione energica. Chi crede che in scaletta ci saranno solo pezzi del suo ultimo progetto country si sbaglia di grosso: si potranno ascoltare, tra i tanti, “Better Now”, “Wow”, la hittona dark e urban “rockstar”, “White Iverson”, uno dei primi brani a renderlo celebre, e “Congratulations”. Si tratta di canzoni che non nascono da un’ossatura puramente strumentale, ma che verranno proposte con degli arrangiamenti e dei suoni curati interamente dalla band, suffragata, in minima parte, da alcune sequenze e parti elettroniche. Questo per dare omogeneità a tutto lo spettacolo.
Per diverso tempo si è pensato che il crossover, tanto caro agli anni ’90, attraverso cui diversi artisti si esprimevano mischiando più generi, fosse finito, ma in realtà Post Malone oggi ne è a tutti gli effetti un alfiere. “Texas tea”, “Pour Me a Drink”, “I had some help”, “Losers” in duetto con Jelly Roll saranno la quota più cantautorale e country del live, un genere su cui Posty ha investito tantissimo facendosi largo nelle comunità in cui questa non è solo musica, ma un vero stile di vita. Una svolta che può piacere o no, ma guai a pensare che questo sia stato un riposizionamento ruffiano. Post Malone ha sempre coltivato, sin dal primo album “Stoney” del 2016, anche un approccio strumentale. Soprattutto la chitarra è un elemento simbolo del suo cammino, portata sul palco e suonata dallo stesso artista sin dagli albori come strumento rappresentativo del suo lato più intimo e acustico. La bellissima “Stay” del 2018 ce lo ricorda. Il disco “Austin” del 2023 è stato la prima vera svolta: il progetto parte proprio dalla chitarra e arriva a una dimensione di band, per questo motivo, per la prima volta nella sua carriera, per presentare quel volume in tour, l’artista si è fatto accompagnare da un gruppo di musicisti, tra cui è entrato anche il grande batterista italiano Jacopo Volpe. E che dire del suo meraviglioso tributo ai Nirvana? Se c'è un nome che oggi sembra sfuggire alle correnti, è proprio quello di Post Malone.