Rockol30

In giro per Genova con Alfa

Tra panchine, chiese e vicoli: “La musica è quell’amica che non ti fa sentire mai solo”.
In giro per Genova con Alfa
Credits: fede_amici

Alfa sembra uno dei ragazzi dell’Isola che non c’è di Peter Pan. E non è solo per i colori che lo ricoprono, il calore che emana e la giovane età. Crede in qualche cosa che i bulli, i pirati del mercato e le sirene dell’insicurezza, da qualche anno a questa parte, non possono più togliergli. Senz’altro crede nella musica come amica e compagna di vita, una musica che lo ha salvato quando neppure lui credeva così tanto in se stesso e che oggi gli permette di riempire palazzetti e festival, e soprattutto gli consente di sentirsi per una volta nel posto giusto. Se non è tutto, è tanto. Proprio questo sentimento che lo porta a essere lo specchio cristallino di quello che canta, lo ha reso un cantautore amatissimo dalle nuove generazioni, ancestralmente in cerca della propria identità. La voce classe 2000 ha pubblicato la versione deluxe "Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato” che contiene cinque nuove canzoni che entreranno nella scaletta dei suoi prossimi live. Per immergerci nel suo mondo abbiamo fatto un giro con lui a Genova, la sua città.

La panchina di Priaruggia

https://images.rockol.it/HpyaGfmiGze-GbWA6rRxTQk2-B8=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/6.2025-05-28-13-50-27.jpg

Proprio davanti alla spiaggia di Priaruggia, a Quarto, il quartiere in cui è cresciuto Alfa, c’è una panchina. È il suo “locus amoenus” tra barche, onde e nuvolette che sembrano appese con un filo. “Questo è il mio luogo del cuore, è qui che ho scritto le prime canzoni facendo delle note vocali sul telefono, non lo facevo in casa perché mi vergognavo, avevo paura che i miei mi sentissero – racconta - è qui che, vedendo tanta gente riconoscermi dopo ‘Cin Cin’, qualche anno fa ho capito che qualcosa stava cambiando, ed è sempre qui che torno per stare in pace. Qui ritrovo sempre i miei amici. Il tempo passa, ma questa panchina no. A Milano il ‘locus amoenus’ è un ufficio, qui invece una finestra naturale sul mare”. E c’è un piccolo grande sogno. “Un giorno, raggiunto un certo risultato, mi piacerebbe fare un concerto qui, da dove tutto è partito”, sorride. Ed è anche un luogo di speranza, quasi di preghiera per lui. “Dopo aver cantato ‘Bellissimissima’ per la prima volta, la reazione del pubblicò non fu calda come me la immaginavo, venni qui a chiedere che ‘il pezzo andasse’. Volevo più che altro liberarmi dalle ansie e dalle aspettative, le vere ombre del fare musica oggi”, ricorda. Il pezzo oggi è una delle hit del cantautore genovese, quel volo lo ha preso.

Il chioschetto

Sulla spiaggia c’è il Chiringuito Pria, un chioschetto. Gli viene offerto un caffè e alcune ragazzi gli chiedono una foto, tra sorrisi e abbracci. È questa l’occasione per riavvolgere ancora il nastro, aprire alcuni cassetti della memoria. “Io sono partito dai contenuti sul web, da YouTube, e l’ho fatto per cercare un’identità che ho fatto molta fatica a trovare perché ero grasso, non mi piacevo, non ero sicuro di me come poteva sembrare da fuori – ammette – anche il disco ‘Nord’ del 2021 è proprio un’altra cosa rispetto al sound che ho oggi. Poi, figurati, c’è stata la pandemia, il blocco del mondo della musica. Fu devastante. Grazie all’arrivo del mio manager Claudio Ferrante ho proprio scovato in me un altro modo di pensare e di fare. E non sto parlando di risultati, anche se arrivano non sono quelli a tranquillizzarti. Mi sono accettato e mi sono messo sui binari di un mestiere. E l’ho fatto con canzoni che mi rappresentassero davvero. Ma questo tipo di ricerca identitaria è tutt’altro che facile e tutt’altro che finita”.

Il teatro della Maddalena

https://images.rockol.it/t8IBE1KB35zbVAI47Co1qM2jqdw=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/34.2025-05-28-13-50-29.jpg

Alfa ha bisogno di mischiarsi tra la gente. Qualche giorno prima di questa intervista, è andato al Tiqu, il teatrino della Maddalena, nel centro storico di Genova, per vedere il concerto di un suo amico e cantautore, Matsby, in un’atmosfera molto raccolta, certamente distante dai bagni di folla dei festival e dei palazzetti che è abituato a frequentare, tra il pubblico e soprattutto sotto i riflettori del palco. “Ogni live insegna qualche cosa – spiega Alfa – i concerti sono un insieme di notizie e informazioni e più ne porti a casa meglio è. Non bisogna solo andare a vedere i big, tipo i Green Day, secondo me da ogni performance si può trarre qualche cosa, anche dalle più piccole. Nel post pandemia ho suonato ovunque anche per questo, per fare esperienza, per farmi trovare pronto su qualunque palco. Io e il mio team la chiamiamo con ironia ‘propaganda’. Sai, molti ragazzi della mia generazione credono che davvero bastino TikTok o gli stream, ma non è così. Quella è una bolla. Il pubblico te lo devi conquistare porta a porta, palco su palco. Ho investito tanto sulla band, sugli arrangiamenti e sui live proprio per far vivere le mie canzoni. E ha ripagato”.

La cattedrale di San Lorenzo

Chitarra in mano davanti a uno dei luoghi simbolo della città: la cattedrale. Su quei gradoni si mangia la focaccia, si fanno le foto e ci si confida, soprattutto nelle sere d’estate. Alfa lo fa sotto il sole: “Ho sempre avuto una doppia anima: da un lato mi sento figlio di una certa scuola cantautorale ligure, dall’altro credo che la musica debba sempre guardare oltre i propri confini, ma se ci pensiamo anche Genova, come città di porto, ha questo Dna misto – dice – io non so chi sia mio nonno, forse era un soldato americano. Non lo sappiamo. Mio padre non l’ha mai conosciuto. Mi piace pensare che un po’ di quella storia americana sia in me, da qui l’amore per il folk e la voglia di registrare canzoni in America, sogno che ho avverato lavorando alla prima parte di questo disco. Io alla fine è come se cercassi di mischiare una certa italianità pop con il folk. È un po’ come se Jova e gli 883 incontrassero Ed Sheeran. Ho quel tipo di ambizione”.

I Giardini Luzzati

https://images.rockol.it/QiX_ObMj4ckt-hoxU9OXYUj5ti4=/700x0/smart/rockol-img/img/foto/upload/38.2025-05-28-13-50-35.jpg

Alfa, il suo magico giro del mondo lo ha fatto in piazzetta Teresa Mattei, adiacente ai Giardini Luzzati. Attraverso una storia Instagram, ha dato appuntamento ai suoi fan nel cuore del centro storico, per girare il video della nuova canzone “A me mi piace” in collaborazione con Manu Chao, contenuta nella versione deluxe del suo ultimo album "Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato". Hanno risposto alla chiamata in tantissimi, portando gioia: un set coloratissimo, ricco di musica ed energia: bandiere di Paesi di tutto il mondo, tamburi africani, il pappagallo Paco, maglie del Genoa, trombe, balli scatenati e sorrisi. Il feat con Manu Chao ricalca in pieno il suo stile e la volontà di unire più generazioni, come ricorda l’emozionante duetto sanremese nel 2024 con Roberto Vecchioni su “Sogna, ragazzo, sogna”.

“Sono un grande fan di Manu Chao, ho avuto anche il piacere di suonare con lui a Lille – ricorda - mio padre mi parlava spesso di un suo concerto a Genova durante i giorni tragici del G8, ed è da allora che è considerato una leggenda in città. Collaborare con lui è stato surreale, è il featuring più grande della mia carriera. Abbiamo rielaborato “Me gustas tu” in una versione molto artistica: non si tratta di un remix, ma di una canzone nuova, con sonorità gitane, trombe, chitarre e un’anima gipsy. Il video è stato girato a Genova per celebrare la città e creare un caos positivo, proprio come piace a me e a noi. Credo davvero che la musica abbia un potere aggregativo e comunitario. È stata ed è da sempre la mia migliore amica. Non mi ha fatto sentire solo quando lo ero. Spero di restituire tutto questo a chi mi ascolta”. 

La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.