La canzone che Bruce Springsteen voleva nascondere

Quando prima dell’avvento delle piattaforme di streaming, che ormai sono la quotidianità per la maggior parte dei fruitori di musica, si ascoltavano i CD capitava di trovare una traccia nascosta, senza titolo nei crediti che arrivava dopo qualche minuto di silenzio a seguire l’ultimo brano “ufficiale” dell’album.
Questa “bizzarria” pare si possa far risalire addirittura ai Beatles, quindi in un’era pre CD. La traccia in questione è “Her Majesty”, i cui pochi secondi si possono ascoltare in chiusura di “Abbey Road” (1969), subito dopo “The End”. Non appare però nella tracklist del disco. Il brano doveva essere inizialmente contenuto nell’LP ma poi a McCartney (che era l’autore) non piacque, ma il tecnico di registrazione non buttò via quelle poche note acustiche e le inserì in fondo al disco. La cosa piacque al gruppo e così fu.
Le motivazioni più moderne della scelta di aggiungere qualcosa in chiusura potevano essere differenti: o un semplice “giochino”, oppure la voglia di regalare una sorpresa, che valeva solo per il primo ascolto, oppure la mancanza di sicurezza sulla qualità e necessità di tale canzone.
Tra i tanti che hanno adottato questa scelta (in questo caso legata all’ultima delle suddette motivazioni) c’è anche Bruce Springsteen. Il brano in questione è poi diventato “The Way”.
La canzone arriva dalle sessioni di registrazione di “Darkness on the Edge of Town” il quarto album in studio di Springsteen uscito nel 1978, ma non entrò mai a far parte di quel disco, gli fu preferita “Factory”.
Rimase in un cassetto, come molte altre registrazioni di quelle sessioni (furono scritte una settantina di canzoni), sino al 2010 quando uscì “The Promise”. La raccolta conteneva alcuni di quegli “scarti” di registrazioni, molti erano già stati pubblicati nel 1998 nel super cofanetto (6 cd) “Tracks”. Bruce però ha tenuto fuori “The Way” anche da quest’ultima raccolta, come dalla successiva compilation “The Essential Bruce Springsteen”, pubblicata nel 2003.
Non essendone però ancora convinto l’autore di “The River” volle sì pubblicare quel brano (di oltre tre minuti) in “The Promise” ma mettendola dopo il silenzio che seguiva gli oltre sette minuti di "City of Night", ultima traccia ufficiale del disco.
Insomma per ascoltare “The Way” bisognava proprio andarla a cercare, quasi contro la volontà o la “pudicizia” del suo autore.
Ma perché Bruce Springsteen fece fatica e rendere pubblica questa canzone? Che pur senza brillare ha una sua dignità ed è segnata dal sax di Clarence Clemons, che riascoltato adesso ci commuove tanto.
Ecco come l’autore spiega questa voglia di tenerla nascosta, di non darle luce: "Il motivo principale per cui è nascosta è che non mi è mai piaciuta", ha detto Springsteen su "The Way", "mi piacerebbe vederla inserita in un film di David Lynch sopra una scena sessualmente perversa. Quella, per me, è la sua giusta casa".