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Quando John Paul Jones ha, per un po’, abbandonato i Led Zeppelin

Nel 1973 il bassista si prese una lunga pausa all’inizio delle registrazioni di “Physical Graffiti”
Quando John Paul Jones ha, per un po’, abbandonato i Led Zeppelin

John Paul Jones ha quasi abbandonato i Led Zeppelin all'apice della loro fama e poco prima di iniziare a registrare “Physical Graffiti” l'album che molti considerano il loro capolavoro. 

Il tour negli stadi del 1973 ha battuto i record di incassi in tutto il Nord America, ma ha lasciato i membri della band esausti e in qualche modo disconnessi dalla realtà. "Suonavamo per tre ore di fila, e fisicamente era davvero dura. Quando sono tornato dall'ultimo tour non sapevo dove fossi", ha detto il chitarrista Jimmy Page al magazine musicale Crawdaddy nel 1974.

"Non sapevo nemmeno dove stavo andando. Abbiamo chiuso a New York e l'unica cosa con cui potevo relazionarmi era lo strumento sul palco. Ero totalmente e completamente fuori di testa".

Jones, che come Page aveva iniziato la sua carriera come musicista di studio di grande successo (come si racconta nel film “Becoming Led Zeppelin”), cominciò a sentire la mancanza di una vita familiare più tranquilla e si chiese se ne avesse avuto abbastanza della strada. 

Alla fine del 1973 l’allora 27enne bassista del quartetto disse a Peter Grant, manager degli Zeppelin (scomparso nel 1995), che stava pensando di lasciare il gruppo. 

"Eravamo tutti molto stanchi e sotto pressione e siamo arrivati al dunque", ha dichiarato Jones a Mojo nel 2007. "Non volevo danneggiare il gruppo, ma non volevo nemmeno che la mia famiglia andasse in pezzi".

"Lo dissi a Jimmy Page, che non poteva crederci", ha ricordato Grant come riportato nel libro di Dave Lewis del 2012 “From a Whisper to a Scream: The Complete Guide to the Music of Led Zeppelin”. "Era la pressione. Era un uomo di famiglia. Oltretutto a quel punto, la questione della sicurezza negli Stati Uniti stava diventando ridicola. Cominciammo a ricevere minacce di morte".

Grant incoraggiò Jones a prendersi un po' di tempo prima di una decisione così importante. 

Il bassista saltò le sessioni di registrazione del gruppo del novembre 1973, le prime per quello che sarebbe diventato il doppio album “Physical Graffiti” del 1975. 

"Pensavo che la band sarebbe stata divertente per qualche anno", spiegò Jones a Mojo. "Avevo bisogno di fare qualcosa di musicalmente libero, divertente e liberatorio, ma poi sarei tornato alla carriera più seria in studio". 

Come scusa ufficiale per l’assenza del musicista, i Led Zeppelin dichiararono alla stampa che una malattia aveva tenuto Jones lontano dalle sessioni, una storia che hanno mantenuto anche dopo l'uscita dell'album. 

"John Paul Jones non stava bene e abbiamo dovuto fare a meno di lui in studio", disse Page a Rolling Stone nel marzo 1975, prima di aggiungere un commento che assume un significato più profondo ora che il vero motivo dell'assenza è stato rivelato: "Tutto è stato incasinato. Ci sono voluti tre mesi per risolvere la situazione".

Fortunatamente, il periodo di pausa fu proprio quello che “il dottore aveva ordinato” e Jones tornò nel gruppo all'inizio del 1974 per le sessioni in cui fu registrata la maggior parte di “Physical Graffiti”. 

"Alla fine, credo che si sia reso conto che stava facendo qualcosa che amava davvero", spiega Grant. "Non se ne parlò più". 

In effetti, le sessioni di gennaio e febbraio 1974 furono così produttive che gli Zeppelin si ritrovarono con quasi tre lati di album di materiale nuovo di altissimo livello, tanto da spingerli a tornare indietro nei loro archivi e a ripescare gemme inedite come "The Rover" e "Houses of the Holy" (scartata dall’omonimo album precedente del 1973) per creare il loro primo doppio album.

Jones ha fortemente contribuito a molti dei brani più innovativi dell'album, brillando soprattutto nel brano "Trampled Under Foot", guidato dal clavinet (suonato da Jones che era anche il tastierista del gruppo) e nel brano che apre il terzo lato, "In the Light". 

 

 Jones è poi rimasto nel gruppo fino allo scioglimento, avvenuto poco dopo la morte del batterista John Bonham nel settembre 1980. 

A causa delle lotte di Page contro l'abuso di sostanze stupefacenti, Jones e il cantante Robert Plant hanno avuto un ruolo particolarmente significativo nell'ultimo album in studio del gruppo, “In Through the Out Door” del 1979. 

Dopo lo scioglimento degli Zeppelin, Jones ha intrapreso la carriera solista più eclettica tra gli ex membri della band, producendo e fornendo arrangiamenti d'archi per gruppi come i R.E.M. e i Butthole Surfers e collaborando con Dave Grohl e Josh Homme nei Them Crooked Vultures, oltre a molte altre collaborazioni e progetti sperimentali.

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