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Sanremo 2025, la vita da outsider di Francesco Gabbani

"La scelta di ripresentarmi al Festival è nata perché è arrivata la canzone": la videointervista
Sanremo 2025, la vita da outsider di Francesco Gabbani

Otto anni dopo la vittoria con "Occidentali's Karma", Francesco Gabbani torna a Sanremo con il brano "Viva la vita". "La scelta di ripresentarmi al Festival è nata perché è arrivata la canzone", racconta il cantautore, ospite della Rockol Lounge, presso la sede del Club Tenco. Per la serata delle cover e dei duetti, Gabbani ha scelto di presentare insieme a Tricarico "Io sono Francesco": "È un brano che ho sempre sentito abbastanza vicino alla storia che ha avuto la mia “Occidentali's Karma”", sottolinea.

Rockol: La scelta di tornare al festival di Sanremo viene da questa canzone?
Gabbani: Si è arrivata per la canzone Stavo scrivendo canzoni nuove, pensando al mio naturale percorso e un prossimo album, ed è nata questa “Viva la vita”. Mi sono detto: “Con questo brano tornerei a Sanremo”. Perché è un brano che sento: nella sua semplicità di linguaggio, rappresenta un po' l'approccio che ho nella ricerca del senso della mia vita in questa fase della mia vita. Prova suggerire il fatto che la serenità sta nell'accettare di non sapere: è semplicemente vivere e essere grati della vita in quanto tale, finché durerà.

Rockol: Sei finalmete arrivato all’“Occidentali's Karma”?
Gabbani: Sì, è vero. Anzi, sono arrivato all’Occidentalis Nirvana, alla pace dei sensi e all'illuminazione. Credo di essere in evoluzione: in questa fase della mia vita cerco la serenità, che credo passi appunto dall'accettazione.  E poi questa canzone ha una caratteristica fondamentale: il fatto che fin da subito ho capito di poter ben governarla sul palco dell’Ariston. Ho imparato che è importante andare a Sanremo con un brano che riesce a performare bene, anche perché la performance è un debutto vero e proprio. Canti una canzone che il pubblico non ha ancora ascoltato  e devi essere davvero comunicativo.

Rockol: Nelle tue precedenti partecipazioni sei venuto a Sanremo con brani pop e  con un mid-tempo. Ora con una ballata: è stata una scelta o una coincidenza?
Gabbani: Coincidenza: credo tanto nell'integrità di questo brano rispetto a quello che sono oggi. Non mi è mai interessata l'idea di ragionare anche sull'arrangiamento del brano. È molto classico,  molto suonato, c’è poca elettronica, la resa con l’orchestra è molto bella. È un'orchestrazione dove suonano tutti, e non ho avuto la preoccupazione di renderla moderna. Posso dirlo? Chissenefrega: questa canzone mi piace, mi rappresenta, va bene così.

Rockol: Spesso, sei venuto al Festival di Sanremo un po’ da outsider: non ti si considerava, hai vinto due volte, un secondo posto. Ti rivedi un po’ in questa definizione?
Gabbani: Anche questa volta mi sento un po’ outsider. Nel bene o nel male, esprimo quello che sono. Diciamo che il Francesco cantautore - l’artista che sale sul palco, che fa musica, che fa dischi - è sicuramente molto sovrapponibile al Francesco Gabbani nella vita privata, non sento l'esigenza di mettermi in luce. Non mi interessa avere coolness o essere appariscente, perché non è quello che cerco. Per me viene prima la bugia della verità, che a volte diventa verità. Nella mia canzone c'è questa frase che dice: “Sarà che una bugia dice la verità più della verità”.

Rockol: Per la serata delle cover e dei duetti hai scelto di proporre “Io sono Francesco” con Tricarico. Com’è nata la scelta?
Gabbani:  Mi sono sempre detto che, se fossi tornato al Festival, mi sarebbe piaciuto andarci con Francesco Tricarico alla serata dei duetti: è un artista, un cantautore, che stimo molto. Ha una sensibilità veramente particolare, che nasce da una profondità - anche sofferente - del suo vivere, veicolata tramite questo linguaggio naïf. La semplicità di espressione con parole e figure semplici, che però descrivono una realtà e una profondità che partono spesso dalla sofferenza, dall'inquietudine del vivere.
 

Rockol: “Io sono Francesco” è una canzone spesso fraintesa.
Gabbani: Ha una storia che sempre sentito abbastanza vicino a quella della mia “Occidentali's Karma”. E un brano che quando uscì fu una hit clamorosa - forse perché a un certo punto diceva “Puttana puttana, puttana la maestra”.  Ma è stato travisato l'aspetto più profondo, di analisi esistenziale, e di messaggio, di senso di rivalsa, di autodeterminazione. Quindi, cantarla sarà anche un'occasione per dare una chance di rivalutazione alla canzone stessa.

Le videointerviste di Rockol sono realizzate al Club Tenco, in collaborazione con Evolution ed SCF.

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