Sanremo 2025, Giorgia: "Sono in gara con me stessa"

Mentre ricorrono i trent’anni dalla vittoria con “Come saprei”, Giorgia torna in gara a Sanremo 2025 con “La cura per me”. "La mia partecipazione al Festival non era calcolata o preventivata. È arrivata perché è arrivata una canzone", sottolinea l'artista romana, ospite della Rockol Lounge, presso la sede del Club Tenco. Per la serata delle cover, la voce di "Gocce di memoria" ha scelto di presentare "Skyfall" di Adelle con Annalisa. "Non ho mai cantato Adele, è la prima volta", racconta l'artista.
Rockol: Come hai scelto di tornare in gara, dopo l'esperienza come co-conduttrice?
Giorgia: La mia partecipazione a questo Sanremo non era calcolata, non era preventivata o organizzata. È arrivata perché è arrivata una canzone, che mi ha fatto sentire che poteva essere veramente un anello di congiunzione fra il presente e quello che è il mio passato musicale. La canzone è arrivata che era già a un ottimo punto e le parole mi sono arrivate proprio nello stomaco, fortissime. Parole scritte da un artista giovane come Blanco, ma che io ho sentito particolarmente mie. Pur avendo un altro tipo di esperienza, un vissuto diverso e più denso del suo, mi ci sono sentita proprio dentro. Poi ci abbiamo lavorato insieme perché ho voluto farla mia. Abbiamo concordato insieme delle cose da cambiare, da fare. Ed è stato anche un bel lavoro da fare insieme, perché è stato veramente uno scambio musicale. Quando si parla il linguaggio musicale si prescinde anche un po' dalle generazioni.
Rockol: "Tradizione e modernità": è spesso una frase fatta. Però in questo caso è vera: questa è una canzone con due anime musicali. È stato questo che ti ha convinta?
Giorgia: Questa canzone ha la scrittura moderna delle parole che si susseguono velocemente, come nella strofa. Ma poi ha l'inciso che apre, in cui mi sono concessa anche un po' di più: ho allungato alcune frasi per farla più mia. Quindi, c'è la tradizione, ma c'è anche il modo contemporaneo della scrittura e dell'arrangiamento, nella produzione che ha curato Michelangelo - autore insieme a Blanco del pezzo. C'è un momento della canzone che è quasi Anni Novanta, e questo stile si mescola con quella che è la sonorità di questi giorni.
Rockol: Che effetto fa ritornare su questo palco?
Giorgia: Il palco dell'Ariston è veramente una magia. È difficile raccontarla a parole: sai come starai solo quando ci stai. E non importa quante volte ci sei stato, comunque ti fa sentire una responsabilità, ti dà un'ispirazione in cui devi richiamare tutte le tue risorse. Perché ti senti veramente a nudo. E devi essere te stesso. E l'essere sé non è facile, è una cosa che si conquista. Nel mio caso, in questi giorni quel palco è un riassunto di 30 anni tra ricordi, emozioni già provate ed emozioni nuove. Queste emozioni passate mi danno anche un senso di responsabilità verso cui non so se sono all'altezza: un pochino io salgo su quel palco per vedere quanto sono all'altezza di me.
Rockol: Arrivi da favorita, ma hai detto che dovrebbe vincere un pischello. Ne sei ancora convinta?
Giorgia: Ma certo che deve vincere un pischello. Intanto, per vincere ci vuole il fisico, considerando tutto quello che si deve fare dopo la vittoria. Poi è giusto perché io, per esempio, ho già dato, quelle cose le ho già provate. Io sono a Sanremo veramente a fare una gara con me stessa. E credo che sentirsi in grado di affrontare una gara con se stessi è già di per sé una vittoria e presuppone una trasformazione. Io sono molto concentrata su quello, tutto quello che arriva è un di più. Ovviamente mi piace che la canzone arrivi, che emozioni e che piaccia. La vittoria deve essere rappresentata da una faccia nuova. Inoltre, Sanremo rappresenta la musica italiana, perciò mi sembra giusto che vinca un pischello o una pischella.
Rockol: Questo è un periodo di novità per te, a partire dal tuo nuovo team, insieme a Slait.
Giorgia: Io sono una che rinizia da capo spesso e questo è un altro dei miei inizi tra i più stimolanti. Ho cercato io questo nuovo team musicale: volevo lavorare con Slait, perché tutte le cose che faceva mi piacevano. Inoltre, mi sembrava anche un buon termine di paragone per me, per rimettermi a cercare delle canzoni, e capire quali fossero quelle adatte in questo momento in cui sono cambiati la scrittura, il modo di produrre e di cantare. Non avere vent'anni, e avere ancora tutto da fare e da imparare è bellissimo: è un'occasione che la vita ti dà e va cavalcata, va vissuta con umiltà e con la voglia di scoprire risorse che magari non sapevi di avere. Oppure, risorse che altri posso suggerirti, vedendoti in un modo diverso da quello a cui sei abituata.
Rockol: Per la serata dei duetti e delle cover hai scelto di rileggere “Skyfall” di Adele con Annalisa. Com’è nata questa scelta?
Giorgia: È nata dopo una serie di telefonate tra me e Annalisa, durante le quali ci condividevamo idee. La mia idea iniziale era diversa, che poi ho lasciato venisse trasformata dagli input che mi arrivavano da lei. Non ho mai cantato Adele, è la prima volta; quindi, per me è anche attingere da un repertorio che non è il mio. E mai come quest'anno è il momento giusto per farlo.
Poi, ho accanto Annalisa, che è di una bravura eccezionale. È una bella sensazione sentirsi anche un po' supportati.
Le videointerviste di Rockol sono realizzate al Club Tenco, in collaborazione con Evolution ed SCF