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Prima di Ed Sheeran c'è stato David Gray

Il cantautore di "Babylon" e "White ladder" torna con un nuovo disco, "Dear life": l'intervista
Prima di Ed Sheeran c'è stato David Gray
Credits: Robin Grierson

Una chitarra acustica accompagnata da batterie elettroncihe loop station, una voce da soul bianco, canzoni dai testi intimi e intensi che vanno in testa alle classifiche. Non è Ed Sheeran, ma uno dei suoi modelli riconosciuti: David Gray, che a inizio anni Duemila vendette milioni di copie con quello che al tempo veniva chiamato “folktronica”, un mix di cantautorato e suoni sintetici. Qualche anno fa, Sheeran ha apertamente omaggiato Gray incidendo una cover di "This Year’s Love" —uno dei brani centrali di "White Ladder", il suo disco di maggior successo—per un programma della BBC.

Gray pubblica un nuovo album, "Dear Life", in uscita venerdì 17. I tempi delle major—“di quando venivo invitato ai party di Elton John,” scherza—sono passati. Gray è un’icona in patria (un tour praticamente sold-out, compresa la Royal Albert Hall), ma è un artista indipendente: “Mi piace essere in una posizione in cui sono in uno spazio sicuro, diciamo. Ed avere un grande successo è l’opposto di questo”, racconta. “Credo che una delle cose che non mi piacevano di quel periodo fosse l’idea che, avendo avuto un successo mainstream, ci fosse l’impressione che forse non ci fosse una vera profondità in quello che stavo facendo. Per un po’ ho lottato contro questa percezione, ma alla fine è una battaglia che non si può mai vincere.”

Un album che raccoglie tutte le anime di Gray

Nella sua carriera, David Gray ha sperimentato diverse strade all’interno del suo cantautorato, passando da fasi più minimali a soluzioni elettroniche e arrangiamenti complessi, quasi beatlesiani. "Dear Life" unisce tutti questi diversi aspetti nello stesso spazio. Il lavoro sul disco è iniziato nel 2019, ma è stato interrotto dal COVID e poi ancora dal tour celebrativo di "White Ladder" (svoltosi nel 2022, ma originariamente previsto per il 2020).

Nonostante le circostanze, non è un “lockdown album”: “Per un po’ ho provato a lavorare da solo nello studio di casa mia, ma dopo un paio di mesi ho pensato: ‘Ma che diavolo sto facendo?’ e mi sono dedicato alla mia famiglia. La pausa mi ha permesso di riflettere.” Gray racconta che l’album è nato da temi che esplorano personaggi alle prese con fasi di crisi, senza però riferimenti diretti al periodo della pandemia: “Penso che il COVID ci abbia influenzato comunque, perché ci ha messo a confronto ogni giorno con la mortalità. Ci ha anche permesso di vedere l’elefante nella stanza, non c’era un orizzonte degli eventi, non avevamo nulla. Però ci ha permesso di guardare noi stessi e gli altri in modo diverso e reinventare la nostra vita.”

Ne è nato un album che, secondo Gray, unisce due prospettive: da un lato “una specie di telescopio verso l’universo, con immagini e prospettive universali,” e dall’altro un microscopio “che osserva i dettagli della vita emotiva. Anche se in fondo le mie canzoni sono autobiografiche, ho plasmato dei personaggi in un modo molto simile a quello degli scrittori di racconti.”

La canzone simbolo dell’album

La canzone simbolo dell’album è "Leave Taking", da cui arriva il titolo ("And I’m holding on so tightly / Holding on for dear life / To what was never mine"), con un arrangiamento complesso di quasi 7 minuti. Per quanto riguarda l’elettronica, Gray racconta di avere usato spesso una piccola drum machine della Teenage Engineering, quasi un giocattolo da poche decine di euro, che chiunque può utilizzare senza particolari competenze: “I suoni elettronici fanno parte della musica registrata da molto tempo. Forse non sono così radicati nella tradizione dei cantautori, ma risalgono a decenni prima della mia musica. Credo che l’aspetto più importante del successo di "White Ladder" sia stato quello di far dialogare questi due mondi, facendo funzionare le canzoni più classiche con un sottofondo elettronico. Il fatto di avere trovato una voce come cantautore mentre usavo l’elettronica mi ha dato una sorta di piattaforma per essere più libero. Quel disco ha avuto sicuramente un effetto: il suo successo commerciale ha segnato una sorta di ritorno dei cantautori in classifica. In quegli anni sembrava che la chitarra acustica e la drum machine fossero quasi il sound di riferimento. Ed Sheeran ha sempre confessato di essere un grande fan di quel disco ed è stato molto gentile con me quando ci siamo incontrati,” racconta.

Nuovi progetti

"Dear Life" è il primo disco di Gray in quattro anni, ma l’artista è un fiume in piena. Le sessioni dell’album hanno generato così tante canzoni che due tracce—le più sperimentali ed elettroniche—saranno inserite solo nella versione CD/vinile, mentre altre andranno a formare un album che uscirà il prossimo anno. Prima, però, arriverà una ristampa espansa di "Life in Slow Motion", che nel 2025 compie 20 anni e rappresenta l’album più ambizioso della carriera di Gray in termini musicali. In mezzo, un lungo tour. “E sì, ora sono molto più felice,” conclude.

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