"The Lamb Lies Down on Broadway" dei Genesis compie 50 anni

"The Lamb Lies Down on Broadway", il sesto album dei Genesis, viene pubblicato il 22 novembre del 1974, cinquanta anni fa, ed è l'ultimo disco della band inglese a cui parteciperà il cantante Peter Gabriel, membro fondatore del gruppo insieme a Mike Rutherford e Tony Banks. Il disco di addio di Gabriel ai Genesis è un doppio album scritto praticamente in toto da lui. "The Lamb Lies Down on Broadway" è un punto di svolta della carriera dei Genesis e di quella di Peter Gabriel che intraprenderà la strada solista. Il primo singolo della sua nuova vita, "Solsbury Hill", uscito nel 1977, forse non a caso, parla di lasciare la vecchia via per imboccarne una nuova.
Nel doppio album "The Lamb Lies Down on Broadway" si racconta la storia di Rael, un ragazzo portoricano uscito da un riformatorio che giunge a New York. A Broadway Rael si trova di fronte un agnello sdraiato in mezzo alla strada, da lì in poi vivrà diverse avventure onirico spazio temporali che lo porteranno a incontrare più volte (e a cercare di salvare) il fratello John per accorgersi, infine, che lui e John sono la medesima persona. E' quello che si definisce un concept album ed è basato su un racconto scritto da Peter Gabriel, riportato per intero nel disco.
In origine il bassista Mike Rutherford aveva suggerito, quale tema per il nuovo album dei Genesis, di basarlo sulla storia di 'Il piccolo principe', il noto racconto di formazione dello scrittore-aviatore francese Antoine Saint-Exupery pubblicato negli anni Quaranta dello scorso secolo. Peter Gabriel però aveva un'altra idea che così spiegò in 'Without Frontiers: The Life and Music of Peter Gabriel': "Era il 1974. Era prima del punk, ma pensavo ancora che avessimo bisogno di basare la storia su una figura contemporanea, piuttosto che su una creazione fantasy. Stavamo cominciando a entrare nell'era dei grandi e grassi supergruppi degli anni '70, e pensavo, 'Non voglio affondare con il Titanic.'"
I componenti dei Genesis sapevano che quello sarebbe stato l'ultimo album di Gabriel con loro. Come ammise Phil Collins, "non eravamo sbalorditi dalla partenza di Peter, perché lo sapevamo da tempo". Peter Gabriel andò poi in tour con i Genesis per sei mesi dopo averli informati che se ne sarebbe andato. "Non fu un enorme scisma, non c'era alcuna relazione con la moglie di un altro membro della band, non era un affare di alcol o droga", ha riportato nel 2013 l'autore di 'Without Frontiers' Daryl Easlea. "Ne aveva abbastanza e sapeva che se voleva andare avanti, doveva uscire dal gruppo". Gabriel in quel periodo era stato anche contattato dal regista William Friedkin, che aveva diretto i film 'Il braccio violento della legge' e 'L'esorcista', per una versione cinematografica di 'The Lamb Lies Down a Broadway', ma poi non se ne fece nulla.
Quando Gabriel se ne andò una prima volta, Phil Collins disse che il gruppo aveva preso in considerazione di andare avanti, perché molta musica strumentale era già stata scritta durante la sua assenza. Ma Peter Gabriel tornò e l'album fu infine assemblato. "Si poteva vedere che c'erano delle crepe", raccontò tempo dopo Collins al Telegraph. "E quando tornò, fu come ricoprire quelle crepe, ma le crepe ricomparvero." "The Lamb Lies Down a Broadway" nonostante le molte difficoltà venne pubblicato. "Era una specie di 'Pilgrim's Progress' ('Il pellegrinaggio del cristiano', romanzo scritto dal predicatore inglese John Bunyan alla fine del Seicento, ndr), ma con questo personaggio di strada in giacca di pelle e jeans", dichiarò Gabriel. "Rael sarebbe stato definito un punk a quel tempo, senza tutte le connotazioni post '76." Alla fine, Peter Gabriel lo descrisse come "un concept album tradizionale", che "guardava a 'West Side Story' come punto di partenza".
Quando venne pubblicato "The Lamb Lies Down on Broadway" riscosse un buon successo. In quel periodo però Peter Gabriel stava vivendo un dramma familiare, la figlia ebbe una nascita (e in seguito un'infanzia travagliate) e, nel 1974, questo pensiero gli sembrava molto più importante dell'avere una carriera, con o senza i Genesis. I lavori all'album si tenevano nell'Hampshire, lontano da casa, e Gabriel era spesso distratto e desideroso di tornare dalla sua famiglia. Nessuno degli altri membri della band aveva figli e quindi non riusciva a comprendere appieno il suo comportamento. Come ha riflettuto Mike Rutherford in 'Without Frontiers': "Jill e Peter sono stati i primi ad avere un bambino. Quando io e Angie abbiamo avuto un bambino, e Tony e Margaret hanno avuto il loro più tardi, ci siamo resi conto che la vita cambiava. Pete ci arrivò molto presto e noi non siamo stati bravi a cambiare. Eravamo molto antipatici nei suoi confronti. È stata davvero una grande parte del problema, tutto venne al pettine con "The Lamb Lies Down a Broadway". Parlandone ora, lo si vede abbastanza chiaramente. Avevamo fatto un doppio album che è stato sempre ben valutato dai fan ma che non è stato molto divertente da realizzare per molte ragioni".
Alla fine, Peter Gabriel non si è solo limitato a lasciare i Genesis, ma è scomparso nella sua genitorialità. I Genesis non gli erano più funzionali, Phil Collins disse al Telegraph che quella emergenza familiare di Peter Gabriel accadeva "a mia insaputa, perché non chiedevo. In quei giorni eravamo egoisti. La sua prima moglie stava avendo una gravidanza difficile. Nessuno lo sapeva." "The Lamb Lies Down a Broadway" non fu, quindi, semplicemente l'ultimo album di Peter Gabriel con i Genesis, ma è anche il punto di addio a un intero capitolo della sua vita.
Con l'uscita dal gruppo di Peter Gabriel i Genesis si trovarono alle prese con un grosso quesito, chi sarebbe stato il nuovo frontman della band? A distanza di tutti questi anni la risposta pare ovvia e naturale, ma a quel tempo la risposta al problema non era di così facile soluzione. La ricerca di una nuova vita da parte di Gabriel, portò una nuova vita artistica anche per i Genesis e sconvolse decisamente quella del, fino ad allora batterista, Phil Collins. Ed è davvero ironico il fatto che fu proprio Peter Gabriel a benedire il nuovo ruolo di Phil, come ricordato nel 2011 dallo stesso autore di "Shock the Monkey" al magazine musicale britannico Quietus: "Eravamo in camerino dopo il soundcheck a lavorare su alcune idee per le canzoni al pianoforte e ricordo di averlo incoraggiato dicendogli: 'Se tu lo volessi potresti farcela come cantante' Hahaha!".