Lady Blackbird: “la mia musica è un viaggio, è libertà”
Chiunque ha avuto modo di ascoltare “Black Acid Soul”, il disco d’esordio di Lady Blackbird del 2021 (Leggi qui la recensione), è rimasto folgorato dalle doti vocali e interpretative di questa vocalist (e autrice) americana.
Tra tante cover e qualche brano inedito Marley Siti Munroe, così all’anagrafe, si è presentata al mondo come una cantante di grande livello, muovendosi nell’ambito della black music ha conquistato critica e pubblico oltre che l’apprezzamento di tanti altri colleghi (Moby l’ha cercata per due brani).
“Black Acid Soul” alla fine è stato un biglietto da visita, un dire al mondo: “guardate che ci sono anch’io e so fare queste cose” (e molto bene anche). A tre anni di distanza dall’esordio arriva il suo nuovo album “Slang Spirituals” (disponibile dal 13 settembre) in cui, sempre affiancata dal produttore e co autore Chris Seefried, mette in campo tutta sé stessa, con una raccolta di 11 brani originali, niente più cover, solo la sua scrittura e le sue doti interpretative, sorprendendo nuovamente anche per la capacità autorale.
Le tante anime dell’artista nata a Los Angeles ma cresciuta nel New Mexico, prendono il sopravvento e, pur restando nel “recinto” della moderna black music, rendono il disco cangiante, vivo e vitale.
Ne abbiamo parlato con lei che ci ha raccontato di “Slang Spirituals” e del suo progetto artistico.
Il nuovo album è composto da diverse anime musicali, è più ricco in questo senso rispetto a quello d’esordio. Cos’è successo tra i due dischi?
“Black acid soul” è molto speciale per me essendo l'album di debutto e penso che quando tutto questo è iniziato e io e Chris abbiamo cominciato a scrivere usando tanti generi e stili diversi tante canzoni diverse cercando di capire quale fossero il suono e lo stile giusti. Chris alla fine ha voluto ridurre tutto alla black music, al soul perché ha preferito che la gente sentisse la mia voce, si concentrasse davvero su questo e quindi abbiamo scelto brani che andassero in questa direzione, anche delle cover. In realtà ci sono tanti suoni e generi diversi che hanno fatto parte del mio viaggio e che fanno parte di me, del mio percorso e questo nel nuovo album è emerso. “Spirituals Slang” ha iniziato a prendere forma con “Let Not (Your Heart Be Troubled)”, il nuovo singolo, che avevamo scritto probabilmente sei o più anni fa ma su cui siamo tornato più volte, rielaborando e riscrivendo i versi. Quel brano ha fatto davvero un viaggio, ma ha finito per avere un'atmosfera più gospel. Dopo quella abbiamo lavorato su “No One Can Love (Like You Do)” e altre canzoni hanno iniziato a prendere forma che hanno fatto sì che questo progetto diventasse più soul, una sorta di gospel soul, una cosa all’Aretha Franklin (ride) e ci è sembrato fantastico. Così abbiamo seguito questo flusso di libertà.
Quindi è un album frutto di una grande libertà creativa?
“Spirituals Slang” di base è il mio album che fondamentalmente riscrive il libro di cosa posso dire. Questo è un album per le persone, un album di libertà, per diventare liberi, superare qualsiasi cosa sia stata posta come un ostacolo, qualcosa di cui non si è soddisfatti. È un album di auto-accettazione fatto per non permettere a nessuno di offuscare quello che sento, che sono e che devo essere.
Nel tuo passato c'è un legame forte con la religione e la musica cristiana, quanto ha influenzato sul tuo essere artista e donna?
Sono cresciuta cantando in chiesa e la musica gospel è potente, spirituale e molto bella ed è stata sicuramente una parte del mio mondo. Spesso i bambini vengono educati e cresciuti in questo modo, con questa spiritualità, ti insegnano a credere a certe cose e accettiamo senza pensarci. Poi cresciamo, ci poniamo le domande e capiamo se quello è effettivamente ciò in cui crediamo veramente, se è qualcosa che ci tocca davvero e in cui si può riporre la propria fede. Questo è ciò che il nuovo album fa per me, questo è ciò che era destinato a fare, è un promemoria per farsi quelle domande e non avere paura di quale saranno le risposte.
La tua musica esprime più sofferenza, tristezza, gioia o cos'altro?
Penso che sia un viaggio emotivo, penso che sia tutte queste cose, la vita è tutte queste cose, quindi hai canzoni come "Reborn" e "Let Not" sulla libertà e poi hai "Like A Woman" che è una canzone d'amore per tutte le donne, per ricordare quanto siamo potenti e quanto sia potente l'amore delle donne. Quindi penso che ci siano diverse canzoni che danno emozioni diverse.
Quali sono i tuoi brani preferiti di questo album?
Le mie canzoni preferite? Oh mio Dio! (Ride) Beh sai canzoni come “Man On A Boat” o “No One Can Love Me”, come “Whatever His Name” e anche “Someday We’ll Be Free” che in realtà sono state scritte prima che “Black Acid Soul” fosse pubblicato e non avevamo avuto la possibilità di mettere su quell’album e su cui, come ti dicevo prima, abbiamo continuato a lavorare e a scrivere e che sono diventate speciali per me, perché sono state nascoste per un po' di tempo sapendo che erano speciali e sulle quali avevamo un'idea di come fare per farle diventare un'opera d'arte e sono molto contenta che ora facciano parte di “Spirituals Slang”. Se posso scegliere, “Man On A Boat” e “No One Can Love Me” sono al top.
Il primo disco è stato molto ben accolto. Ti aspettavi questo successo e quello che sta succedendo?
Sai, non mi aspettavo nulla e credo che questo sia ciò che rende tutto quello che sta succedendo così speciale: è stato sicuramente un viaggio per me e ho lavorato a questo per molti anni. Ho avuto l'opportunità di essere scritturata dalle etichette discografiche, sono stata abbandonata dalle etichette discografiche. Avevo avuto in qualche modo la sensazione di essere quasi arrivata a destinazione, ma poi mi è stato tolto il tappeto da sotto i piedi. Così quando questo progetto, intendo tutto il mio progetto, ha iniziato a prendere forma e l'album di debutto è stato realizzato e pubblicato è stato davvero speciale. Avere la gente che lo ha accolto nel modo in cui lo ha accolto non me lo aspettavo di certo, ma è stato bellissimo vedere e sentire cosa succedeva.
Il tuo successo è anche dovuto alle tue performance live. Quanto è importante l'esperienza dal vivo e come cambia la musica dal palco?
Per me non c'è niente di più bello che essere sul palco perché c'è una forte connessione e una costante energia nel cantare per la gente, vedere le loro facce e guardare così tanti che sanno le parole e cantano con me. E questa energia è la parte vitale della performance dal vivo. Per i concerti di “Black Acid Soul” siamo usciti con la band al completo, ma a volte anche solo io e Chris come duo e la magia del concerto in questo caso sembra essere ancora più forte. Ci piacciono entrambi i modi, indipendentemente da come suoniamo, il che è una cosa molto speciale. Spero proprio di fare un'altra tournée in Italia, è una tale gioia ogni volta che veniamo. È davvero incredibile, la gente è meravigliosa, il cibo, l'Italia è semplicemente bellissima, la amo, la amo davvero.
Alla fine sei stata “definita” per sintesi e brevità come una cantante di jazz, ma questo è limitativo e forse non corretto. Tu come ti definisci?
Ci sono così tanti generi diversi che mi hanno ispirato e che amo tutti: dal barocco al jazz, dal soul, al gospel, dall'hip hop, al country e così alla fine della giornata sono solo una cantante e un'amante della musica. Questo è ciò che accade nei miei dischi, penso che tali influenze si sentano, è come se parti diverse di me venissero fuori in momenti diversi. È un viaggio, è musica, è libertà.