Post Malone: un ex rapper folgorato sulla via del country
Non sarà il primo e neppure l’ultimo: anche Jelly Roll dal rap è passato al country “contaminato”, il genere che più di tutti, oggi più che mai, è sotto i riflettori dell’industria. L’ultimo singolo di Post Malone, “Guy For That” con Luke Combs, terza anticipazione del nuovo album “F-1 Trillion”, in arrivo il 16 agosto, è girato nel centro di Nashville, in cima a un semirimorchio. Post Malone ormai da tempo è calato dentro il mondo country. La release di “Guy For That” segue la pubblicazione dei brani “Pour Me A Drink” con Blake Shelton e “I Had Some Help” con Morgan Wallen, brano che ha avuto anche un buon riscontro in classifica. Al momento dell’uscita si è piazzato al primo posto della Billboard Hot 100. È diventato il sesto #1 di Post Malone e il secondo #1 di Wallen. Posty ha svelato via social la tracklist completa dell'ideale successore di "Austin" con i nomi di tutti gli ospiti del disco: tra questi ci sono anche la leggenda Dolly Parton e Tim McGraw. Per celebrare l’avvicinarsi del nuovo progetto discografico “F-1 Trillion”, ha recentemente unito le forze con Bud Light per “A Night in Nashville”, offrendo una performance intima di canzoni tratte dal disco in uscita.
La serata ha visto diversi ospiti speciali, tra cui Blake Shelton, Hardy, Joe Nichols e Sierra Ferrell. È un nuovo Post Malone quello che sta per far ascoltare al mondo la sua nuova fatica discografica. È un artista meno “dannato”, sofferto e struggente, ma più orientato verso un genere che ha a che fare con la cultura e le radici americane. È un’ennesima trasformazione, forse per chi lo segue davvero dall’inizio la più difficile da comprendere fino in fondo. Il rap e la trap, che hanno fatto parte della sua carriera, già con l’album “Austin” del 2023, sono state superate e del tutto abbandonate a livello sonoro. L’artista è maturato, cambiato, cresciuto. Ma guai a pensare che in quel caso ci sia stato un riposizionamento ruffiano: Post Malone ha sempre coltivato, sin dal primo album “Stoney” del 2016, un approccio strumentale. Soprattutto la chitarra è un elemento simbolo del suo cammino, portata sul palco e suonata dallo stesso Posty sin dagli albori come strumento rappresentativo del suo lato più intimo e acustico. La bellissima “Stay” del 2018 ce lo ricorda, ma anche l’esperimento più rock di “Take what you want” del 2019 con Ozzy Osbourne non va sottovalutato.
Proprio le venature rock sono state un altro elemento che ha sempre contraddistinto la musica e l’immaginario dark dell’artista, un’eredità che si porta dietro dal grande amore per i Nirvana e da quello per un suo mentore e amico, Lil Peep. In sintesi: “Austin”, per quanto particolare, può ancora rientrare nell’universo di Malone, ha una sua coerenza e visione, anche a livello contenutistico, è l’album chitarristico e “suonato” che Posty ha sempre voluto fare (e che ha presentato in tour con una band). Ora, però, questa ennesima virata verso un country molto pop e americano, dai testi più frivoli (basta vedere il video di “I had some help”, con elementi anche pacchiani) genera molti punti di domanda. Recentemente Posty ha collaborato con Taylor Swift per “Fortnight”, primo singolo estratto da “The tortured poets department”, il nuovo album della popstar internazionale. Una curiosità: “Fortnight” è diventata la canzone che ha totalizzato più stream in un solo giorno nella storia di Spotify.