Lil Yachty e James Blake uniscono magicamente le forze
Già la copertina è uno spettacolo. Uno scatto immortala una doppia colazione: due mondi, due opposti che si mischiano. Da una parte una tipica english breakfast con té e avanzi di beans, fagioli stufati, dall’altra un bicchiere con dentro una poltiglia viola con ghiaccio, riferimento alla purple drunk, droga a base di sciroppi con cui si sballano i trapper. Il rapper (e non solo ormai) americano Lil Yachty e il cantante e produttore inglese James Blake, il prossimo 28 giugno, pubblicheranno il loro joint album “Bad Cameo”, un progetto che ha il dichiarato obiettivo di far abbracciare gli stili eclettici di due degli artisti più innovativi dell’industria musicale.
“Un disco che vuole trascendere i generi musicali ridefinendone i confini”, scrivono le etichette Quality Control Music/Motown Records. All’inizio di quest’anno Yachty aveva lasciato intendere di essere al lavoro sul progetto con una clip pubblicata sul suo Instagram, generando grandissima curiosità tra i fan. L’annuncio della release arriva in seguito alla partecipazione del duo nell’ultima cover story di Complex, dove si è parlato di processi creativi, ispirazioni e ammirazione reciproca per i rispettivi lavori. Nell’intervista è emerso come i loro differenti background musicali e approcci alla scrittura li abbiano resi paradossalmente complementari portandoli a realizzare un album che vuole rispecchiare la passione condivisa per l’innovazione del suono.
Da una parte abbiamo James Blake, cantante, musicista e produttore star: ha lavorato su gioielli come “Lemonade” di Beyoncé, “4:44” di Jay-Z, “Blonde” di Frank Ocean, “DAMN” di Kendrick Lamar e su “Birds in the Trap Sing McKnight” di Travis Scott, oltre che su “Astroworld”. Ha lavorato anche con Chance the Rapper, André 3000, Drake e Stevie Wonder, dimostrando un’eterogeneità incredibile nel gusto sonoro. Non solo musica: si è parlato molto, tra gli addetti ai lavori, delle sue dure e recenti posizioni sull’industria. Era lo scorso marzo quando, su X, l’artista si scagliò contro l’attuale sistema musicale, generando uno tsunami a livello mediatico: "Se vogliamo musica di qualità, qualcuno dovrà pagare per averla. I servizi di streaming non pagano correttamente, le etichette vogliono una fetta più grande che mai e aspettano solo che tu diventi virale, TikTok non paga correttamente e i tour stanno diventando finanziariamente proibitivi per la maggior parte degli artisti". Il discorso di James Blake parte da un fondamento solido: la riproduzione della musica non è più la principale fonte di sostentamento degli artisti.
A incrociare il suo destino, ora, c’è Lil Yachty. Artista americano classe 1997, il suo ottavo album "Let's Start Here" vede il rapper, dopo quasi dieci anni, allontanarsi dal suo solito stile trap e rap a favore di elementi rock, contaminazioni e viaggi musicali che hanno reso il disco un piccolo grande atto di libertà. Il progetto, per stessa ammissione del rapper, è stato ispirato dai dischi simbolo di alcuni artisti per lui fondamentali: "Currents" dei Tame Impala, "Dark Side Of The Moon" dei Pink Floyd e "Blonde" di Frank Ocean. Anche i suoi live, adesso, come ha potuto vedere dal vivo anche il pubblico italiano, sono ormai spezzati in due: una parte è interamente trap, un’altra, con l’accompagnamento della band, vira verso il rock psichedelico. Sarà interessante capire come i due mondi, quello di Lil Yachty e James Blake, trovino un equilibrio magico in un album che in molti sperano davvero possa essere qualche cosa di speciale.