Cesare Cremonini, "Poetica", il Bologna: ode alla sana follia

Vite parallele. Una canzone senza il physique du rôle della hit, eppure meravigliosa ed epica, che sfidando le regolette del mercato finisce per rivelarsi a sorpresa un successo. Una squadra che alla vigilia dell’inizio dell’ultimo campionato di Serie A aveva un monte ingaggi pari a un quarto di quello del club con il monte ingaggi più elevato (per la cronaca: la Juventus), che contro ogni pronostico e aspettativa si ritrova a sognare un posto nella prossima Champions League. La canzone è “Poetica” di Cesare Cremonini, la squadra il Bologna di Thiago Motta. Alla ricerca di un coro da dedicare ai trionfi di bomber Zirkzee e di capitan Ferguson, sedici vittorie e appena cinque sconfitte finora, i tifosi rossoblu hanno pescato nella tradizione musicale della casa, ritirando fuori la hit che nel 2017 portò il cantautore bolognese a giocare in un campionato tutto suo. Dalle dediche social ai cori sugli spalti del Dall’Ara: “Questa sera sei bellissima”, cantano.
Bellissima lo è davvero, la squadra di Thiago Motta: le idee e le soluzioni portate dall’ex centrocampista di Inter e Psg, succeduto nel 2022 al compianto Siniša Mihajlović, hanno permesso al Bologna di conquistare l’attenzione dei media internazionali, a oltre vent’anni dall’ultima qualificazione per una coppa europea. I video dei tifosi che intonano all’unisono i versi della canzone di Cremonini al termine di ogni partita casalinga della squadra sono virali sui social. Ed emozionano anche chi tifa per altri colori. “Il calcio è la metafora della vita”, diceva Jean-Paul Sartre. Lo è anche la musica, in fondo. La combo eleva il concetto all’ennesima potenza. Quella che sta giocando il Bologna è una partita simile a quella che Cremonini decise di giocare alla vigilia dell’uscita di “Possibili scenari”, l’album che nel 2017 segnò uno spartiacque nella sua carriera. È lui stesso a raccontarlo, in esclusiva a Rockol: “Quando ho deciso di pubblicare ‘Poetica’ come primo singolo di ‘Possibili scenari’, nel 2017, stavo per affrontare il mio primo tour negli stadi. La scelta fu sofferta. Un brano di oltre cinque minuti, completamente fuori da ogni tendenza del momento, in un momento in cui l’omologazione imposta dalle piattaforme streaming era già dominante. Ma io trovavo fosse eccitante e fondamentale giocare quella partita, proprio in quel momento. Per questo motivo 'Poetica' racconta meglio di molte altre mie canzoni il mio rapporto con la musica, che è per la maggior parte del tempo quello di autore e musicista e poi, in tour, anche di performer e cantante. Un rapporto nel quale ho iniziato molto giovane a pensare alla musica pop come un contesto creativo, stimolante, libero e soprattutto in grado di offrirmi la possibilità di compiere gesti artistici e, cosa ancora più importante, provocatori, sfidando il mercato, l’omologazione che tutti stiamo notando, ma soprattutto me stesso. Non era anche ’50 special’ una canzone di rottura?”.
“In questo mondo di eroi nessuno vuole essere Robin”, cantava Cremonini in un’altra canzone dello stesso disco. Si presta bene a raccontare la filosofia che c’è dietro il virtuoso modello del Bologna: un monte ingaggi lordo di 31,28 milioni, una cifra - inferiore addirittura a quelle del Cagliari e del Sassuolo, che lottano per non retrocedere - che sulla carta avrebbe permesso alla squadra di Thiago Motta di ambire a un posto a metà classifica, figurarsi sognare un posto tra le big d’Europa (l’Inter è seconda, dietro la Juventus, per monte ingaggi: 115,17 milioni; seguono Roma con 102,92 milioni e Milan con 86 milioni). “Oggi, alzare l’asticella senza preoccuparsi degli algoritmi significa semplicemente abbattere la barriera più pericolosa per ogni opera, quella del tempo. Io ho sempre e soltanto voluto scrivere evergreen e ‘Poetica’ è a tutti gli effetti una canzone che riesce a raccontare meglio di altre le mie ambizioni, l’enorme lavoro che c’è dietro e quel pizzico di follia a cui non dobbiamo mai rinunciare”, dice Cremonini, tracciando paragoni.
Il Bologna ha una storia enorme e non ha bisogno di dimostrare nulla: “Ciò che emoziona oggi invece è qualcosa di più profondo - rifletteva qualche settimana fa il cantautore su Instagram, condividendo anche foto insieme agli stessi Thiago Motta e Joshua Zirkzee - a volte ci commuove persino. Sono i valori in gioco, la generosità, la serietà di chi scende in campo e di chi lavora dietro, dell’intera società. La sensazione che ci sia un progetto felice, onesto. Questo secondo me non vale solo nello sport ma si applica ad ogni ramo della società. La speranza nel futuro ripaga del passato, non tanto il presente. Dovrebbe essere sempre così. E certi valori non hanno bisogno di una classifica, fanno comunque la differenza; in serie A come in serie C”.
Chissà, a questo punto, come sarà “L’anno che verrà”, per i rossoblu. La citazione non è casuale: nella playlist del Dall’Ara Cremonini con “Poetica” ha raggiunto un altro gigante della tradizione musicale di casa come Lucio Dalla (c’è la sua voce anche nell’inno ufficiale del club, “Le tue ali Bologna”, interpretato insieme ad Andrea Mingardi, Luca Carboni e Gianni Morandi). “Come vorrei che Lucio vedesse questo Bologna. Chissà che parole userebbe per raccontare Zirkzee, direbbe che è un tulipano in fiore? Che è un genio del pallone? Come storpierebbe Lucio il suo cognome giocando con quelle zeta, due in una sola parola! Che per noi bolognesi la zeta è una cosa tutta nostra, una curva pericolosa da tagliare, un gradino ogni volta da saltare, un dribbling, un tunnel giocato di prima - fantastica Cremonini - sono certo starà godendo anche lui, da lassù. Con noi quaggiù”.