Ode a Harry Styles, la popstar più rock degli ultimi vent'anni
I fan che hanno acquistato i biglietti per il concerto hanno dormito nelle tende fuori dalla RCF Arena di Campovolo per una settimana (la fila è stata autogestita tramite la distribuzione di numeri in base all’ordine di arrivo e appelli ripetuti nel corso della giornata - gli assenti perdevano il posto). Non appena alle 12 hanno aperto i cancelli, sono corsi verso le transenne, per aggiudicarsi la posizione migliore sotto il palco. Inutile domandare al botteghino se per caso ci fosse qualche posto ancora libero: i biglietti, 130 mila in tutto, sono sold out. Scene del genere non si vedevano da quando in Italia arrivavano in concerto le grandi star del rock internazionale. Il pubblico italiano è sempre stato uno dei più caldi nei suoi confronti, sin dai tempi dei concerti con gli One Direction. E forse è anche per il suo legame speciale con il nostro paese, dove tre anni fa ha pure acquistato una casa, in una frazione del comune di Bagnoreggio, in provincia di Viterbo, che stasera Harry Styles ha deciso di chiudere proprio qui il lungo e redditizio “Love on tour”, 417,5 milioni di dollari incassati negli ultimi tre anni in giro per il mondo facendo ballare e cantare oltre 3 milioni di fan. L’attesa è alle stelle: tra una scaletta che metterà in fila i successi che dall’esordio da solista di sei anni fa all’ultimo album “Harry’s house” gli hanno permesso di scalare le classifiche planetarie e pure qualche sorpresa (trattandosi dell’ultima data della tournée di sicuro non mancheranno - l’anno scorso a Bologna lasciò tutti a bocca aperta accennando “Se telefonando” di Mina), lo show di questa sera sarà una festa pop, multicolor e inclusiva, come da tempo Harry Styles ha abituato i fan a vivere i suoi show.
Robbie Williams: "È il nuovo me"
“Stasera vorrei che foste liberi di essere chi volete”, disse l’anno scorso ai 15 mila che lo acclamarono all’UnipolArena lui, showman per natura. “È il nuovo me, si vede che ha una marcia in più”, si sbilanciò nel 2017 Robbie Williams, uno che di successo duraturo oltre le boy band ne sa qualcosa. L’ex Take That ci aveva visto lungo, parlando dell’ex One Direction come di un suo possibile erede. Quell’eredità Harry Styles se l’è conquistata senza troppa fatica, con i suoi dischi da solista successivi alla fine dell’esperienza degli One Direction (non hanno mai parlato di scioglimento, ma di pausa a tempo indeterminato). Tra gli ex componenti della boy band è quello che si è costruito la carriera solista più solida: a 29 anni vanta un patrimonio di oltre 120 milioni di dollari, una cifra che lo rende una delle popstar di nuova generazione più ricche in assoluto. In sei anni, tanti quanti ne sono trascorsi dal folgorante esordio con “Sign of the times” (ispirata a certo glam rock d'oltremanica, da David Bowie ai Queen), primo estratto dell’album “Harry Styles”, il cantautore britannico ha venduto oltre 40 milioni di copie a livello mondiale tra album e singoli: “Fine line”, il secondo disco, uscito nel 2019, è da 187 settimane (1300 giorni) in classifica negli Usa, mentre il vinile di “Harry’s house” nel 2022 è stato il secondo più venduto oltreoceano con 480 mila copie (dietro, naturalmente, a “Midnights” di Taylor Swift con 945 mila unità vendute). Da “Kiwi” a “As it was”, passando per “Adore you”, “Golden” e “Watermelon sugar”, immancabili in scaletta: quelle deliziose hit dietro le quali ci sono i guizzi e le trovate di genietti come Kid Harpoon e Tyler Johnson (hitmaker già al fianco di Taylor Swift, Miley Cyrus, Lily Allen), spaziando dal pop al rock, dal funk al revival degli Anni ’80, lo hanno portato lontanissimo. Dal vivo, suonate insieme ad una band affiatatissima (l’inseparabile Yaffra al piano, Sarah Jones alla batteria e ai cori, Pauli Lovejoy alle percussioni, Ny Oh e Mitchell Rowland alle chitarre, Elin Sandberg al basso, più una sezione fiati), sono trascinanti e irresistibili.
Tra i suoi fan anche rocker incalliti come Alice Cooper
In questi sei anni il suo successo non ha conosciuto flessioni. Non era scontato che dopo l'ottimo disco d’esordio l’ex One Direction rimanesse sulla cresta dell’onda, senza mai bruciarsi tra passi falsi e colpi di testa. Oltremanica i libri a lui dedicati, tutti non ufficiali, si moltiplicano. Uno, “Adore you”, è uscito anche in Italia (108 pagine, 20 euro): firmato dalla giornalista Carolyn McHugh, ripercorre attraverso alcune foto le tappe del viaggio che ha portato Harry alla fama mondiale, tra musica, cinema, moda e storie d’amore. Piace a tutti. Da Paul McCartney e un rocker incallito come Alice Cooper alla campionessa di tennis ucraina Elina Svitolina, che qualche giorno fa ha scritto sui social di essere stata costretta a rinunciare al concerto di Styles a Vienna perché non si aspettava di andare così avanti a Wimbledon: “Mancano ancora quattro show, quando vuoi sei la benvenuta”, le ha risposto lui. L’Università del Texas da quest’anno ospita un corso tutto dedicato al cantautore: “Harry Styles e il culto della celebrità: la cultura dell’identità, di Internet e del pop europeo”. Se non è la sua musica, sono le sue storie d’amore - finita quella con Olivia Wilde, avrebbe avuto una tresca con Emily Ratajkowski, mentre il Sun ha riferito di un flirt con la modella sudafricana Candice Swanepoel, volto di Victoria’s Secret: tutte donne più grandi di lui - ad essere sulla bocca di tutti.
Orgoglio gender fluid
Nel 2020 ha fatto la rivoluzione a Vogue, diventando il primo uomo a comparire da solo sulla copertina del magazine, sfoggiando però per il servizio un abito da sera femminile sotto una giacca da smoking maschile a doppio petto: “Mi ritrovo a guardare gli abiti delle donne e penso che siano straordinari”, ha detto. Al Coachella, lo scorso anno, in occasione del suo esordio come headliner sul palco del festival californiano che negli Usa inaugura tra musica e glamour la stagione estiva si è presentato davanti a 125 mila spettatori con una salopette con pailettes, omaggiando nei costumi gli Anni ’70 di Bowie (in Cile ha invece omaggiato i Fleetwood Mac, ricordando Christine McVie con una cover di "Songbird"), prima di indossare come mantello una bandiera dell’orgoglio bisessuale sulle note del manifesto “Treat people with kindness”: “I piccoli cambiamenti fanno la differenza. Si tratta di essere solo più gentili l’uno con l’altro”, ha detto lui, fiero sostenitore della comunità lgbtq+ che durante i suoi show fa pure salire sul palco i fan che vogliono fare coming out.
Una popstar che non conosce limiti
Nel film “My policeman” di Michael Grandage, lo scorso anno, ha interpretato un poliziotto che nell’Inghilterra degli Anni ’50 si innamora di un altro uomo (all’epoca era reato), accettando pure di girare scene di sesso esplicito. A chi gli chiede conto dei suoi orientamenti sessuali risponde che “cercare di etichettare la sessualità è obsoleto”. Fa tutto parte del gioco, insomma. Harry non si limita. A Venezia, lo scorso anno, arrivato al Lido per presentare “Don’t worry darling” diretto dalla (ex) compagna Olivia Wilde, dopo aver svelato di voler recitare un giorno per Paolo Sorrentino il cantautore ha detto che “il futuro è giorno dopo giorno, fare musica e fare cinema non sono alternative, da attori vediamo il mondo con una lente diversa e questo aiuta la creatività anche musicale. Amo entrambe le cose e mi sento molto fortunato”. I suoi fan lo sono tanto quanto lui, ammaliatore impertinente che riesce a rimanere con i piedi per terra senza farsi travolgere dalla frenesia del successo.