Geolier trionfa al Rock in Roma: “Essere napoletani è uno status”
Alle 22 le luci che illuminano l’Ippodromo delle Capannelle finalmente si spengono e s’alza il boato del pubblico. Geolier si presenta sul palco da solo, evitando ogni forma di divismo e comincia a rappare i primi versi di “2 secondi”: le fiamme che si levano altissime a bordo del palco rendono l’atmosfera subito rovente. “Al mio tre saltate tutti”, urla al microfono il rapper rivelazione dell’ultima stagione discografica. “Come state? ‘Stu napulitan e’ merda è venuto da Napule e ha fatto nu’ sacco ‘e chilometri ppe sta’ cu voi stasera”, sorride ancora Geolier, in napoletano (poco prima nel backstage raccontava nella nostra videointervista di essersi visto chiudere diverse porte in faccia proprio a causa dei testi in dialetto), mentre dietro la consolle la grande famiglia che si muove alle sue spalle lo guarda orgoglioso, davanti ai 20 mila che hanno acquistato un biglietto per assistere al concerto del rapper.
Al Rock in Roma, inaugurando il main stage del festival ospitato dall’Ippodromo delle Capannelle, Emanuele Palumbo - questo il vero nome del rapper: quello d’arte è un termine francese che significa guardia carceraria o secondino, che è allo stesso tempo un’espressione usata per definire chi nasce e vive a Secondigliano, la città da cui viene il rapper - racconta il percorso di redenzione che lo ha portato in una manciata di anni ad affrancarsi dalla strada per diventare il Golden boy della scena rap nazionale. Lazza lo ha definito il rapper più forte in Italia in questo momento. Un’icona del genere come Guè lo ha messo tra i primi tre della sua personale classifica. Da “P Secondigliano”, che pubblicò da indipendente e che oggi ha superato i 15 milioni di ascolti su Spotify, Geolier ha inanellato una serie di collaborazione di alto livello con big del rap game italiano come Emis Killa, Luchè, Sfera Ebbasta, Fabri Fibra, Jake La Furia, Marracash, superando con i suoi pezzi il miliardo di clic tra video e streams, fino alla consacrazione con l’album “Il coraggio dei bambini”. “Oggi il rap dà una speranza”, dice lui, che - salvato dalla musica - sta vivendo un momento d’oro. Il tour legato al disco uscito all’inizio dell’anno, poi ripubblicato ad aprile con l’aggiunta di alcune bonus track, è partito il 3 giugno da Marina di Camerota e per tutta l’estate vedrà Geolier esibirsi dal vivo sui palchi dei principali festival dello stivale.
“Grazie guagliò. Sembra di stare a Napoli”, sorride il rapper tra un pezzo e l’altro, davanti alla folla radunata sotto al palco del Rock in Roma, composta principalmente da ragazzini che sembrano usciti da “Mare fuori”, tra marsupi a tracolla, pantaloncini sportivi e lo stesso, identico taglio di capelli di Ciro Ricci, uno dei protagonisti della serie fenomeno Rai che racconta le vicende dei detenuti dell’immaginario istituto penitenziario minorile di Napoli, liberamente ispirato al carcere di Nisida. “Quanti napoletani ci sono? Essere napoletani è uno status: puoi anche non nascere a Napoli e avere comunque il cuore da napoletano”, riflette. “M vulev fa ruoss”, “Narcos”, “Maradona”, “Nun se ver”, “Capo”, “Hermes”: i manifesti di vita vissuta si susseguono uno dietro l’altro nella scaletta del concerto. Nelle sonorità così come nei temi Emanuele ci mostra come si può essere estremamente contemporanei, figli del proprio tempo, ma con un’attitudine old-school, attraverso racconti di vita, della strada e delle sue verità. Bastano le prime note di “Chiagne”, doppio Disco di platino, per trasformare l’Ippodromo in una distesa infinita di flash. “State bene? Vi state divertendo?”, domanda Geolier, ricordandoci che il 2023 è definitivamente l’anno di Napoli.
Su “Ultima canzone” si presenta a sorpresa sul palco del Rock in Roma anche Giorgia, con la quale il rapper fa ascoltare dal vivo il duetto contenuto nel repack de “Il coraggio dei bambini”. Su “Cadillac” arriva invece Lele Blade e ai due si aggiunge poco dopo anche MV Killa: “L’ultima volta che mi sono esibito qui è stato con Lazza. Mi disse: ‘Devi fare i pezzi dal vivo, perché sei fortissimo’. Lo ringrazio per i consigli da fratello - racconta Geolier - perché in questo game è difficile dare consigli. Lo ringrazio perché al di là dei soldi, dello streams, dei feat, dei clic, siamo fratelli”. “P Secondigliano” riporta le lancette indietro nel tempo di cinque anni, come in un flashback, a quando - e dove - tutto cominciò: “Posate ‘sti di telefoni, divertiamoci, cantate, ‘sti telefoni hanno rotto…”, sbotta a un certo punto Geolier. “X caso”, “M manc”, “Soldati”, “Il male che mi fai”: cominciano a scorrere i titoli di coda del concerto. “Money” ci racconta di come, forte delle sue radici e sempre teso a superare qualsiasi limite geografico e musicale, in pochi anni Geolier sia riuscito a diventare un punto di riferimento per l’urban italiano: “Nel video vedete i bambini del mio quartiere, i loro sorrisi, le loro speranze: loro sono la mia faccia, loro rappresentano la forza, le paure di non farcela e il coraggio di vincere”.
SCALETTA:
"2 secondi"
"So fly"
"M vulev fa ruoss"
"Narcos/Maradona"
"Nun se ver"
"Capo"
"Hermes"
"Chiagne"
"Na catena"
"Monday"
"Moncler"
"L’ultima canzone"
"Come Vuoi"
"Amo ma chi t sap"
"Cadillac"
"Extendo"
"Fuego"
"P Secondiglian"
"X Caso"
"M Manc"
"Soldati"
"Il male che mi fai"
"Money"
"Give you my love"
"Come vuoi forse"