Geolier: “Scartato da Sanremo per il dialetto napoletano”
Rappare in dialetto napoletano è la sua forza, il tratto distintivo del suo stile: ha contribuito alla sua musica di superare in una manciata di anni il miliardo di clic tra ascolti sulle piattaforme di streaming e visualizzazioni su YouTube. Geolier, vero nome Emanuele Palumbo, il rapper rivelazione dell’ultima stagione discografica, non nasconde però che per via dello stesso dialetto si è visto chiudere porte importanti, prima della consacrazione di quest’anno con l’album “Il coraggio dei bambini”: “Da Secondigliano volevo andare a Sanremo, in gara, con un pezzo in napoletano. Non ricordo che anno fosse. Ero piccolino”, racconta il rapper a Rockol nel backstage del Rock in Roma, poco prima di esibirsi davanti a 20 mila fan (qui il racconto della serata trionfale all'Ippodromo delle Capannelle), svelando di essere stato scartato dal Festival di Sanremo. “Adesso non è più così: avere in un programma tv un artista che parla in napoletano fa figo”. Nel suo caso, però, il dialetto fu un limite: “Con il senno di poi sono felice di non essere stato preso. Avrei rischiato di bruciare le tappe. Nella mia carriera niente è successo a caso: i no mi hanno permesso di arrivare dove sono oggi. A Sanremo ci andrò quando starò bene con me stesso. E quando potrò portare un pezzo in napoletano, altrimenti mi snaturerei”. E sulla scena napoletana, più viva che mai, dice: “La cosa più forte è la realness: l’importante è essere reale, poi viene il fare le rime e cantare. Lo scudetto vinto dal Napoli è stato un cartellone pubblicitario per la città in generale, ma la verità è che siamo sempre stati forti”. Ecco la videointervista a Geolier: