Un giorno J-Ax si chiese: "Ma io chi sono?"

Cosa facevano gli Articolo 31 venticinque anni fa? Se non lo ricordate, ve lo diciamo noi. Nel maggio 1998 J-Ax e Dj Jad - oggi freschi di reunion - pubblicavano il loro quarto album, "Nessuno". Un titolo che all'epoca della sua uscita J-Ax motivò in questo modo: “Scrivendo i testi mi sono fermato a pensare a tutto quel che faccio e al successo degli Articolo 31, e mi sono chiesto: chi sono? E la risposta è: nessuno. Io vengo da una generazione presa per il culo perché l’importante erano il successo, i soldi, le Timberland. Alla fine mi sono ritrovato con in mano un diploma che non vale niente, a scegliere se campare di lavoretti o morire di fame. Questo è un disco per tutti i Nessuno che devono tentare di diventare se stessi. E’ un disco più introspettivo, ma anche più positivo”. E allora rileggiamo insieme la nostra recensione dell'album accompagnandola con l'ascolto di qualche canzone.
"Articolo 31 ancora domina il party". Giusto che il disco inizi da qui, giusto che lo faccia anche la recensione. Gli orgogliosi "Funky tarri" ritornano da trionfatori; dopo che il loro "Così com’è" ha fatto saltare il banco, "Nessuno" è un disco molto atteso, forse troppo. Probabilmente per questo motivo il giudizio non è del tutto positivo. "Nessuno", più che essere un passo avanti o un passo indietro, sembra un passo laterale.
Del felice approdo di un brigantino hip hop al pop italiano, testimoniato nell’album precedente, rimane traccia solo in metà del nuovo album. Tant’è che la sezione conclusiva è aperta da un esplicito proclama: "Qui si chiude l’era di ‘Così com’è’; se ne apre un’altra, e sono cazzi tuoi".
Di fronte a un invito tanto cordiale, prendiamo atto: ma in questa nuova era si nota soprattutto l’estenuante virtuosismo vocale di J.Ax, così veloce da non permettere di cogliere appieno le rime sapienti. Il rapper pigia sull’acceleratore in modo quasi insostenibile, forse per allontanare le accuse di "qualunquismo e giovanilismo". Ne viene fuori un disco che sembra rifuggire con determinazione sin troppo feroce l’etichetta "tranqui".
E’ vero che non si può non provare rispetto per la solidità musicale di DJ Jad, ed è altrettanto vero che "La fidanzata" è irresistibile. Quando J.Ax tiene la lingua a freno (non metaforicamente, ma tecnicamente parlando; il problema è che per lui le cose sembrano coincidere), "Davanti alla TV" o "Come uno su mille" risultano dei gioiellini.
Ma quando si punta in alto, rigirando la "Like a rolling stone" dylaniana in chiave anti-leghista, bisogna superarsi, per quanto in questa fallita impresa si trovino in gran buona compagnia: quel polveroso classico del ’65 ha avuto ragione anche degli Stones e, in trent’anni e passa di riproposizioni dal vivo, dello stesso Dylan, che lo scrisse ed incise nella migliore delle sue mille vite.