Rockol30

La mediocrità secondo gli Afterhours

Diciotto anni fa la band di Manuel Agnelli pubblicava "Ballate per piccole iene"
La mediocrità secondo gli Afterhours
Credits: Videozone

15 aprile 2005, esce l'ottavo album degli Afterhours, "Ballate per piccole iene". Tre anni prima la band di Manuel Agnelli ha pubblicato "Quello che non c'è" (leggi qui la recensione), un disco tra i più riusciti dell'intero rock italiano. L'eredità è pesante, le attese sono molte, il gruppo milanese si fa aiutare nella realizzazione del nuovo album da Greg Dulli.

La partecipazione del musicista statunitense all'epoca venne così spiegata da Agnelli: “Greg, con gli Afghan Whigs, ha rivoluzionato la musica rock ed ha rivoluzionato anche noi… Siamo amici da parecchio tempo, collaborare è stata una cosa naturale. Coproducendo il disco ci ha dato quell’intensità e soprattutto quella leggerezza che ci mancava da tempo”. Invece parlando dell'album il frontman degli Afterhours dichiarò: “E’ figlio di un periodo, più che del disco precedente. Il pessimismo è quello di questi tempi, ma questo disco è più rabbioso, più reattivo di ‘Quello che non c’è’. (...) è un disco che parla soprattutto della mediocrità." Oggi nel giorno del suo 18esimo compleanno vi proponiamo la lettura della nostra recensione di "Ballate per piccole iene".

Non dev’è essere stato facile ricominciare a pensare ad un disco nuovo per gli Afterhours. Non dev’essere stato facile perché il loro lavoro precedente (uscito ormai tre anni fa) era “Quello che non c’è”, ovvero un disco epocale: per la band, per la maturazione del rock italiano, per la critica e per il pubblico.

Manuel Agnelli, che della band è il leader, in questo periodo non se n’è stato certo fermo. Ha portato gli Afterhours in lungo e in largo per l’Italia, ha gestito il Tora Tora, ha sperimentato nuovi sodalizi artistici, come il progetto “Songs with other strangers” e la proficua collaborazione con Greg Dulli, ex Afghan Whigs e ora leader dei Twilight Singers. Insomma ha consolidato la posizione della sua band, cercando contemporaneamente nuove strade artistiche, che hanno portato a questo “Ballate per piccole iene”. Il sesto disco della band milanese è il risultato di questo percorso. Probabilmente non è un capolavoro come “Quello che non c’è”. E' un disco contemporaneamente simile e diverso, e in questo sta la sua forza.

E' un album di canzoni rock, più rabbioso e meno cupo del suo predecessore. Ha in comune con "Quello che non c'è" il pregio di evitare ogni banalità. Non sono certo banali i suoni, curatissimi ed eleganti. Non la struttura delle canzoni, che è appunto diretta come si confà ad una canzone, ma neanche prevedibile. Non sono per niente banali i testi – quelli di Agnelli non lo sono mai stati - che parlano di mediocrità, come la title track (“Tra piccole iene anche il sole sorge solo se conviene”), spesso sfociando nell’immaginario più noir e personale tipico della band (“La vedova bianca”, per esempio).

Un contributo notevole alle atmosfere del disco è dato proprio dalla presenza alla produzione e tra i musicisti di quella vecchia volpe di Greg Dulli, uno che ha fatto la storia del rock americano con gli Afghan Whigs, e che continua a fare cose egregie anche con i Twilight Singers. Certe scelte – soprattutto nella fusione tra ritmiche e melodie - arrivano proprio da quella lezione, tanto che “La vedova bianca” è un – ben riuscito – mix tra Afghan Whigs e Afterhours. “Carne fresca”, “Male in polvere” e “Il sangue di giuda” sono ballate assai ben costruite, in questo senso.

Insomma, “Ballate per piccole iene” è un disco che brilla di luce propria, anche se soffre un pò il confronto con "Quello che non c'è". E'il degno disco di una delle migliori band italiane, una band che sa andare avanti e non si ferma a riposare sugli allori, ed è in continua evoluzione. Da questo punto di vista non deluderà nessuno.

La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.