Rockol30

Il mondo rap alla conquista degli stadi

Quando un brano viene cantato da un’intera curva vuol dire che è entrato dentro la cultura popolare.
Il mondo rap alla conquista degli stadi

Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci”: è una frase storica e come sempre a tratti, in modo naturale, provocatoria di Pasolini. Una cosa è certa: il tifo legato al calcio (ormai lo sport in sé è pura industria senza freni) è in modo intrinseco “popolare”, spesso slegato dai concetti di vittoria e sconfitta che governano la nostra società e questo motivo romantico è forse l’unico aspetto per cui vale davvero la pena seguirne ancora le vicissitudini. In curva o in gradinata si può trovare un ventaglio di classi sociali, età e diversi stili di vita che difficilmente si manifestano altrove, tutti elementi che, più di altri, riflettono l’eterogeneità della società.

Ecco, se una canzone arriva lì, in mezzo a quel caos colorato di umanità e viene cantata dal cuore, come in antichità un canto di guerra, oggi come un coro di supporto per la propria squadra, non solo significa che è entrata realmente dentro la cultura popolare, ma che può ambire all’immortalità, al non essere dimenticata perché sarà ri-cantata ogni qual volta quegli undici con addosso quella maglia dai colori sacri scenderanno in campo. Quello che è interessante notare è come le canzoni, i cori di una curva e i pezzi trasmessi nel pre partita, cambino anche in relazione, giustamente, ai tempi che viviamo.

Vedere la curva del Milan intonare a squarciagola “Cenere”, con un Lazza visibilmente commosso a bordo campo, e la Gradinata Nord del Genoa fare la stessa cosa con “Guasto d’amore” di Bresh, diventato un vero e proprio coro dei tifosi genoani (cliccando qui potete leggere tutta la storia del brano), è un termometro del cambiamento. Non poteva essere altrimenti: questi artisti simbolo del contemporaneo, spesso anche loro legati alle dinamiche dello stadio, ne diventano la colonna sonora. Spotify ha comunicato che il secondo brano più streammato degli ultimi dieci anni è “Mi fai impazzire” di Blanco e Sfera Ebbasta: non importa quale squadra si tifi, se si è andati allo stadio negli ultimi due anni, almeno una volta nel pre-partita l’avrete sentita. Oltre che cantata. E di altri esempi come questo se ne potrebbero fare a decine.

Va anche detto che il legame fra rap/urban e sport, in questo caso parliamo di calcio, per certi versi è quasi naturale ruotando intorno ambedue a parole chiave come “icona” (tantissimi rapper citano calciatori nelle proprie canzoni), “appartenenza” e inevitabilmente anche “soldi”, con diverse squadre blasonate che vogliono i rapper come volto per le proprie campagne di marketing. C’è anche tanta verità e sentimento: beccare Emis Killa (Milan), Willie Peyote (Torino) o Clementino (Napoli) in mezzo ai tifosi caldi, non in tribuna seduti a sorseggiare un bianco, fa bene al cuore. Ci sono casi curiosi come calciatori che sono anche rapper, vedi Leao, attaccante del Milan, che si diletta a sparare barre come tiri verso la porta.

Insomma, c’è sempre più urban allo stadio, ci sono sempre più artisti rap/urban che fanno da sfondo sonoro alle partite mentre i giocatori si riscaldano, o addirittura proprio le canzoni di questi cantanti vengono adattate a coro dai tifosi. È lo stesso identico fenomeno, a livelli alti, avvenuto per tante e diverse generazioni. “Lettera da Amsterdam”, scritta dal compianto Vittorio De Scalzi insieme al fratello Aldo e a Federico Sirianni, da oltre trent’anni è divenuto l’inno naturale dei tifosi della Sampdoria. E va ammesso, al di là delle fedi: è un grandissimo pezzo cantautorale, non un motivetto, fatto proprio da persone di tutte le età. Un altro esempio celebre: "Grazie Roma" di Antonello Venditti

Non è finita. Le melodie di “Mexico e nuvole” di Enzo Jannacci, “Azzurro” di Adriano Celentano, “L'estate sta finendo” dei Righeira, “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri, brani storici come “Bella ciao” o “Avanti ragazzi di Buda”, sono state interiorizzate dalle curve e trasformate in cori che ogni domenica fanno tremare gli stadi. E questa mutazione genetica sta succedendo anche per le canzoni urban degli ultimi anni: “Cara Italia” di Ghali o “Senza pagare” di J-AX & Fedez vengono modificate nel testo e riecheggiano fra i gradoni. Certo, la musicalità e la semplicità martellante del sound aiuta.

Questo, in definitiva, per dire che quando un mondo musicale sfonda negli stadi non può essere liquidato a “moda passeggera” o a fenomeno del momento, soprattutto se gli esempi si moltiplicano. L’urban e il rap, a più livelli, si stanno inserendo sempre di più nel tessuto sociale e culturale del Paese: sì, è vero, in questo caso è l'anima più tendente al pop e al fenomeno “tormentone”, d’altronde l’universo sonoro dello stadio richiede questo, ma è pur sempre una dinamica dell’oggi affascinante e significativa

La fotografia dell'articolo è pubblicata non integralmente. Link all'immagine originale

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.