Paolo Conte, stasera il concerto alla Scala (e qualche polemica)

Nella prima serata di oggi, domenica 19 febbraio, Paolo Conte si esibirà al Teatro alla Scala di Milano, tempio mondiale della lirica e dell’opera che, per la prima volta nella sua storia, ospita sul proprio palco uno spettacolo di un artista italiano non ascrivibile all’ambito della musica classica o colta. La scelta della direzione della sala di inserire il cantautore nel proprio programma era stata criticata da Piero Maranghi, editore e ad del canale Classica HD su Sky, che in una lettera al quotidiano Il Foglio aveva definito lo show in programma tra poche ore “uno schiaffo alla storia della Scala”, interpretando l’apertura delle porte alla voce di “Via con me” come “precedente pericoloso” capace di scatenare le ambizioni di discografici e promoter - ovviamente di estrazione popolare - nei confronti di una delle sale più prestigiose al mondo.
Il tema ha diviso il mondo del giornalismo e della cultura. Mentre il sottosegretario al Ministero della Cultura del governo Meloni Vittorio Sgarbi aveva plaudito all’apertura della Scala, insieme al giornalista Francesco Merlo e al presidente di Museimpresa Antonio Calabrò, posizioni più critiche sono state espresse - tra gli altri - dalla giornalista Milena Gabanelli e dallo scrittore e critico Pierluigi Panza. A gettare acqua sul fuoco della polemica è intervenuta, con una nota ufficiale, la direzione del teatro, secondo la quale la presenza di Conte nel cartellone 2023 altro non rappresenti se non l’ennesima “nicchia d’apertura” a generi estranei alla classica che hanno visto negli anni risuonare nella sala del Piermarini le note di - tra gli altri - George Gershwin e Keith Jarrett, oltre che ad artisti rock come Pink Floyd, Vasco Rossi e Thom Yorke, i cui lavori sono stati impiegati per la sonorizzazione di spettacoli di ballo.
Sul tema Conte non si è mai espresso direttamente. Tra le dichiarazioni dell’artista in merito allo show in programma nella serata di oggi si segnalano quelle rilasciate ad Andrea Laffranchi per il Corriere della Sera lo scorso 14 gennaio, ben prima che scoppiasse la polemica:
“Ho suonato in teatri prestigiosi come il Barbican a Londra, la Philharmonie a Berlino… ma la Scala fa sognare. È il teatro simbolo che contiene la nostra grande musica, l’Italia ha dato il suo meglio con la lirica. Non ci sono mai stato da spettatore ed è un’emozione pensare ai fantasmi che sono passati da qui”